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• 30
aprile 2014 Focus.
Quei campioni passati sul campo di Gubbio e il fortino
del "Barbetti" ormai perduto!
Due
anni fa (forse) nessuno se ne rendeva conto. Adesso
invece è un dato di fatto. La serie B è
un campionato speciale e talvolta sforna dei campioni.
Si nota quanti calciatori hanno calcato il terreno
di gioco di Gubbio ed ora si ritrovano da protagonisti
in serie A o addirittura nella massima serie della
Francia. Ci riferiamo alla stagione 2011-2012 quando
il Gubbio si trovava in serie B. I primi nomi che
ci vengono in mente sono quelli che hanno indossato
la maglia del Pescara che diede spettacolo sia all'andata
(in terra adriatica) ma soprattutto al "Pietro
Barbetti" al ritorno. In primis ci ricordiamo
di Ciro Immobile che ora in serie A indossa la
maglia del Torino: è capocannoniere del campionato
con 21 reti segnate (senza rigori), davanti a Tevez
della Juventus e Toni dell'Hellas Verona (19 reti
realizzate da ciascuno). Ci ricordiamo ancora quel
suo splendido gol in Pescara-Gubbio (finita 2-1)
nel match del 19 novembre 2011.
Ma nel Pescara di Zdenek Zeman c'era anche Lorenzo
Insigne che fece faville in un "Barbetti"
pieno nella gara Gubbio-Pescara (0-2) del 28 aprile 2012,
dove il funambolo napoletano realizzò una
grande rete nel finale.
Eppure in quella squadra c'era anche un certo Marco
Verratti, ora al Paris Saint Germain di Ibrahimovic
e Cavani. Ma a Gubbio è passata gente come
Paulinho (13 reti con il Livorno) quando vestiva
la maglia del Sorrento e Florenzi della Roma (6
reti con i giallorossi) quando giocava con il Crotone.
Ma non dimentichiamo nemmeno l'argentino Juan Inacio
Gomez Taleb che ha segnato in serie A cinque gol
con l'Hellas Verona e ha vestito la casacca rossoblù
nelle due stagioni indimenticabili che hanno visto
il Gubbio passare dalla serie C2 alla serie B. E
visto che torniamo indietro nel tempo, c'è
una statistica che fa molto pensare. Dalla serie
B in poi il fortino del Gubbio (ovvero il "Pietro
Barbetti") ha cominciato a vacillare troppo
spesso. Quest'anno in sedici partite giocate in
casa, la squadra rossoblù ha ottenuto 6 vittorie,
4 pareggi e ben 6 sconfitte, tra cui quelle roboanti
con il Perugia (0-5) e con L'Aquila (0-4): reti
fatte 19; reti subite 22. Nella passata stagione
(l'era Sottil) al "Barbetti" (su 15 gare
giocate) sono state conseguite 8 vittorie, 3 pareggi
e 4 sconfitte: reti fatte 19 (come in questa stagione),
reti subite 15. In serie B nel 2011-2012 su 21 partite
disputate al "Barbetti" sono state totalizzate
6 vittorie, 7 pareggi e ben 8 sconfitte: 23 reti
realizzate; 24 gol incassati. Niente a che vedere
con la magistrale performance del 2010-2011 (stagione
in cui il Gubbio era salito in serie B): nell'era
Torrente (su 17 partite disputate in casa) furono
ottenute ben 12 vittorie, 4 pareggi ed una sola
sconfitta: gol segnati 28; gol subiti solo 9. In
pratica con Torrente sono state conquistate al "Barbetti"
in percentuale il 71% di vittorie: quella volta era
veramente
un fortino lo stadio di Gubbio, tempi che adesso
(ahinoi) sembrano
ormai piuttosto lontani.
Intanto abbiamo scoperto un video inedito che farà
molto piacere agli eugubini. É un video documentario con
audio
(finora sconosciuto a Gubbio) affascinante e storico
che ritrae la "Festa
dei Ceri" nel lontano 1932.
Lo ha pubblicato la leggendaria agenzia di cinegiornali
britannica denominata "British Pathè".
Immagini assolutamente da non perdere!
• 29
aprile 2014 L'editoriale.
E il giocattolo si è rotto: va assolutamente
ricompatto! Ma serve tanta umiltà...
Sembra
un secolo e invece sono trascorsi solo due anni e
mezzo.
Era il 30 agosto 2011: il Gubbio esordiva
in serie B al "Pietro Barbetti" e l'avversario
di turno era proprio l'Ascoli. Uno stadio pieno
di gente (si registrarono quasi 4000 spettatori,
per un incasso di 32000 euro) e una partita mozzafiato
terminata 3-2 in favore dei marchigiani con doppietta
di Sbaffo e rete di Papa Waigo (per i bianconeri),
gol di Mendicino e di Ciofani per il Gubbio.
Ne parlavamo prima dell'inizio della partita di
domenica con un giornalista di Ascoli Piceno. Sembrano
tempi ormai lontani. C'era entusiasmo, c'era un
popolo (quello rossoblù) che cercava di trainare
la propria squadra con passione. C'era un altro
calcio, che solo la serie B sa regalare. Perciò
veniamo al dunque: la partita di domenica con l'Ascoli
(al di là del risultato positivo) ha lasciato
tanta amarezza. Uno stadio semi vuoto (pure tanti
abbonati non si sono presentati allo stadio), un
pubblico spazientito e spento, come mai si era visto.
E non sono mancati degli striscioni molto polemici
contro i calciatori in toto (i tifosi hanno salvato
solamente Boisfer e Bartolucci), ma si sono sentiti
anche dei cori indirizzati contro la società.
Segnali evidenti che il giocattolo ormai si è
rotto. L'ultima partita casalinga di campionato
ha evidenziato in maniera lampante questo aspetto
dal retrogusto amaro: c'è una frattura tra
la tifoseria verso la squadra e verso la società.
Una frattura che in questo momento sembra insanabile.
Per questo motivo questa frattura va ricucita, ad
ogni costo, perchè questo disamore e questo
scoramento (nella tifoseria) può essere controproducente
per tutto l'ambiente. Il motivo? É molto
semplice. Il pubblico di Gubbio (la gente di Gubbio)
è stato sempre il fulcro pulsante dei successi
anche insperati dei colori rossoblù. Chi
dice il contrario, o scrive l'opposto, dice solo
fesserie, o scrive solo bugie. Il pubblico di Gubbio
talvolta può essere esigente (è vero),
ma la gente di Gubbio è stata sempre corretta
e civile, mostrando sempre una passione e un amore
verso la propria squadra che non è mai scesa
in gesti impropri o violenti (come purtroppo spesso
succede da altre parti). Per questo sacrosanto motivo
il pubblico di Gubbio va rispettato e capito anche
nei momenti di scoramento. Scriviamo questo perchè
si sta cercando di gettare la croce addosso ad una tifoseria
che non lo merita (anche se ognuno ha dei difetti
e i suoi pregi), forse per coprire altri problemi
che noi (sinceramente) non ne siamo a conoscenza.
A chi conviene? Qualcuno un giorno dovrà spiegarcelo. I playoff non li ha chiesti nessuno.
Nessun tifoso si è permesso di chiedere i
playoff. E la forza di questa squadra rispecchia
i valori espressi sul campo. Sissignori, la squadra
ha raggiunto quel traguardo che gli competeva: ha
vinto con le squadre che erano alla sua portata
come Ascoli, Barletta, Paganese, Prato, Viareggio
e Grosseto, oltre la Nocerina poi esclusa dal campionato
(ed è andata oltre le sue potenzialità
battendo L'Aquila e il Pisa). Allo stesso tempo
è uscita sconfitta con avversarie nettamente
più forti del Gubbio come ad esempio Perugia,
Frosinone, Lecce e Benevento (ad eccezione che con
il Catanzaro dove sono usciti due pareggi). Insomma,
il Gubbio ha fatto il suo compito senza infamia
e senza lode. Per questo motivo occorre ritornare
ad essere umili: la presunzione non porta da nessuna
parte. In primis va ricompattato un ambiente a partire
da una società solida (ma soprattutto unita)
e va ricostruita una squadra con un criterio ben
preciso senza poi illudere nessuno e senza fare
proclami fuori luogo. Per ripartire ci vuole tanta
umiltà. L'umiltà deve essere alla
base di tutto... (Editoriale Direttore Gubbiofans.it)
• 27
aprile 2014 Roselli:
"Bravi i giovani, un bel Gubbio. Ma quel
rammarico...". E Destro: "Tifosi
fantastici"
Il
Gubbio ritrova la vittoria dopo oltre un mese (l'ultima
il 16 marzo a Barletta). Decide l'ex di turno Marcello
Falzerano. E si registra l'esordio in rossoblù
del giovane Lorenzo Benedetti. Il trainer dei rossoblù
Giorgio Roselli dice: "Abbiamo finito il
campionato in casa con dignità. Mi è
piaciuto il Gubbio in questa partita. Oltretutto
i giovani sono andati molto bene. Benedetti ha giocato
con la massima attenzione e concentrazione. Ma pure
Procacci si è comportato bene e ha già
capito tutto come ci si deve esprimere in campo.
Il più grande rammarico a questo punto della
stagione? Al di là dei playoff non raggiunti,
è la partita contro L'Aquila dove non abbiamo
letteralmente giocato. In altre partite ci è
mancata talvolta la fortuna e altre volte altre
situazioni strane, vedi gara con il Frosinone. Ci
è dispiaciuto perchè potevamo giocarcela
fino alla fine. Una terna arbitrale tranquilla?
Sapete, ma il mondo del calcio è strano:
talvolta si vuole fare i protagonisti anche quando
non ce n'è bisogno. Il mio futuro? Purtroppo
sono in silenzio stampa e non posso rispondere su
questo. Infatti posso parlare solamente della partita
appena giocata (...)". Tocca al tecnico
degli ascolani Flavio Destro: "Abbiamo cercato
di vincere. A tratti abbiamo giocato bene, ma a
tratti ha giocato meglio il Gubbio e in quel frangente
sono riusciti a segnarci. Tuttavia abbiamo trovato
di fronte un Gubbio organizzato, che ha giocato
bene, ma conosco Giorgio Roselli ed è un
allenatore bravo. Ci dispiace soprattutto per i
nostri tifosi che ci hanno seguito in massa: è
una tifoseria direi fantastica, che mostrano grande
affetto e amore per i colori bianconeri. Il mio
futuro? Dovrò parlare con la società".
Intanto abbiamo inserito le foto di Gubbio e Ascoli
(16 immagini) che si trovano nella sezione "fotogallery"
e nel link sopra la foto in homepage. Le foto sono
di Simone Grilli per lo studio fotografico di Gianfranco
Gavirati.
• 27
aprile 2014 Gubbio
vincente con l'Ascoli (1-0). Decide l'ex Falzerano.
Esordio per il giovane Benedetti
Gubbio
contro l'Ascoli. Il trainer Roselli opta per il
4-3-1-2 con l'esordio del baby Benedetti e Addae
nell'inedito ruolo di rifinitore. Il tecnico dei
marchigiani Destro schiera il 4-2-3-1. Striscione
polemico dei tifosi eugubini con scritto: "2014/2015:
basta tronisti, checche e mezzi calciatori, vogliamo
gente che lotti per i nostri colori". E poi
esce un altro striscione con scritto: "Bartolucci,
Boisfer un esempio, tutti gli altri uno scempio".
Pronti e via. Al 4' Capece lancia in area Minnozzi
che calibra il destro da una posizione decentrata: il
suo tiro sfiora l'incrocio. Risposta dei locali
all' 11': Bartolucci ci prova dal limite con una
fiondata, ma la palla sorvola sopra la traversa.
Poi c'è una fase di calma piatta e per rivedere
un tiro in porta bisogna aspettare il minuto 32
quando Tripoli cerca il gol dalla lunga distanza,
ma la conclusione va alta. Al 35' Giovannini serve
in area Tripoli ma Pisseri sventa il pericolo andando
in anticipo in tuffo. Al 40' ci prova Addae dal
limite di destro con la palla che lambisce la traversa.
Al 43' punizione velenosa calciata in area da Boisfer,
Falzerano a due passi dalla porta cerca il bersaglio
in scivolata, ma Russo compie il miracolo in tuffo.
Al 45' azione di contropiede con Giovannini che
lancia Tripoli al limite: tiro di sinistro, ma la
palla va alta. Ripresa. Il Gubbio passa in vantaggio
al 50': lancio di Addae verso l'area dove Schetter
si aggiusta la palla sul sinistro e calcia radente
in porta; il portiere Russo si distende e respinge
ma Falzerano è in agguato e in scivolata
di sinistro deposita la sfera in rete. Al 61' cross
in area di Falzerano, Schetter si prodiga in una
splendida rovesciata, ma Russo in tuffo devia la
sfera in angolo. Al 67' lo stesso Falzerano penetra
in area in dribbling e calcia a rete: Russo si distende
in tuffo e para. Al 71' sugli sviluppi di un corner,
Scognamillo calcia a botta sicura a due passi dal
portiere, ma Pisseri salva in uscita con i piedi.
Finisce così, 1-0. Tabellino:
Gubbio - Ascoli (1-0): Gubbio
(4-3-1-2): Pisseri; Bartolucci, Tartaglia, Ferrari,
Procacci; Sarr, Boisfer, Benedetti (76' Giuliacci); Addae; Schetter
(80' Falconieri),
Falzerano. (A disp.: Gozzi, Laezza, Nuti, Baccolo,
Migliori). All. Roselli. Ascoli
(4-2-3-1): Russo; Scognamillo (87' Oddi), Schiavino, Magliocchetti,
Gandelli; Capece, Greco; Minnozzi (73' Eleuteri), Tripoli, Giovannini
(58' Gragnoli);
Cipriani. (A disp.: Pazzagli, Cesselon, Grilli). All. Destro. Rete:
50' Falzerano (G). Arbitro:
Mastrodonato di Molfetta (Bandettini di Pistoia
e Pancioni di Arezzo). Ammoniti: Addae, Procacci
e Ferrari (G);
Magliocchetti e Cipriani (A). Spettatori:
1686 (di cui 1104 abbonati; 463 di Ascoli
nel settore ospiti). Risultati:
Trentatreesima Giornata - Prima Divisione - Girone
B - Lega Pro: Benevento
- Viareggio 3-2 10'
Matteini (V), 15' Melara (B), 20' Mancosu (B) rig., 67'
Campagnacci (B), 69' Matteini (V) Catanzaro
- Paganese 3-0 15'
Fioretti (C) rig., 59' Germinale (C) rig., 80' Martignago
(C) Frosinone
- L'Aquila 3-0 15'
Gucher (F), 68' Curiale (F) rig., 94' Paganini (F) Grosseto
- Prato 1-3 14'
Malomo (P), 44' Marotta (G), 70' De Agostini (P)
rig.,
89' Corvesi (P) Gubbio
- Ascoli 1-0 50'
Falzerano (G) Nocerina
- Barletta n.d.
(3-0 a tavolino per il Barletta) Pisa
- Lecce 1-0 11'
Giovinco (P) Salernitana
- Perugia 2-2 7'
Mazzeo (P), 25' Mendicino (S), 34' Perpuetini (S),
57' Moscati (P) rig. Riposa:
Pontedera
• 26
aprile 2014 Si
va verso il 4-3-1-2. Pronto l'esordio del baby Benedetti.
Ultimo impegno al "Barbetti"
Gubbio
contro l'Ascoli senza Caccavallo e Giallombardo
(squalificati), Moroni, Malaccari, Luparini, Radi
e Belfasti (infortunati). Non ce la fa nemmeno il giovane
attaccante Bortolussi (classe '96) che doveva giocare
dal primo minuto, ma è costretto al forfait
per un polpaccio gonfio. Pertanto il trainer Giorgio
Roselli dovrebbe schierare un modulo inedito, cioè
il 4-3-1-2, che è stato provato giovedì
scorso in amichevole. Probabile quindi questa formazione.
Pisseri in porta. Quartetto difensivo con Bartolucci,
Tartaglia, Ferrari e Procacci. Trio di centrocampo
basato su Sarr, Boisfer e il giovane Benedetti.
Sulla trequarti da rifinitore Addae a supporto delle
due punte Schetter e Falzerano (è in ballottaggio
con Falconieri). In pratica ci potrebbe essere l'esordio
dal primo minuto del baby della Berretti, Lorenzo
Benedetti, classe '95. Questa la lista dei convocati:
Pisseri, Gozzi, Ferrari, Bartolucci, Tartaglia,
Procacci, Laezza, Boisfer, Benedetti, Tomarelli,
Baccolo, Giuliacci, Nuti, Sarr, Addae, Molinelli,
Falzerano, Falconieri, Schetter, Migliori. Arbitra
l'incontro il signor Vito Mastrodonato di Molfetta:
sarà coadiuvato dai guardalinee Dario Bandettini
di Pistoia e Marco Pancioni di Arezzo. Contro l'Ascoli
si tratta dell'ultimo impegno stagionale del Gubbio
in campionato che si gioca al "Pietro Barbetti".
• 24
aprile 2014 Bartolucci
contro l'Ascoli raggiunge 100 presenze in rossoblù.
Silenzio stampa da un mese!
La
partita contro l'Ascoli sarà una partita
speciale per Giovanni Bartolucci. Il calciatore
toscano che è arrivato a Gubbio nell'estate
2010 nell'era Torrente, ha giocato pure in serie
B con la maglia rossoblù. Domenica Bartolucci
taglierà il traguardo delle 100 presenze
con la maglia del Gubbio. E ci sarebbe piaciuto
fargli una intervista (crediamo meritata), ma continua
il silenzio stampa globale per tutti quanti i tesserati
dell'A.S. Gubbio 1910. Ci domandiamo: a chi può
giovare un provvedimento così prolungato
e tassativo? Intanto il Gubbio di Roselli ha effettuato
una partita amichevole con il Gualdocasacastalda
juniores. ll tecnico rossoblù ha provato
il 4-3-1-2 schierando alcuni giovani tra cui Procacci,
Benedetti e Bortolussi. Il Gubbio si è imposto
per 5-1 con le reti di Bortolussi nel primo tempo
(doppietta) mentre nella ripresa sono andati a segno
Falconieri (doppietta) ed infine Spagnolo. In pratica
tra i pali è andato Pisseri. Difesa a quattro
basata sull'asse Bartolucci, Tartaglia, Ferrari
e Procacci. A centrocampo il trio Sarr, Boisfer
e Benedetti. Poi Addae è stato impiegato
dietro le due punte Bortolussi e Schetter. Questa
è la formazione schierata nel primo tempo
in questa amichevole. Inoltre ci sarà una
rivoluzione per i playoff di questa stagione in
Prima Divisione. Si prevedono partite serali e in
diretta tv. Se così fosse, è una svolta
storica. In pratica è stato trovato un accordo
tra la Rai e la Lega di Legapro per valorizzare
al massimo i prossimi playoff di Prima Divisione.
L'intesa prevede due match in diretta tv, che si
disputeranno uno alle ore 18 e l'altro alle ore
21. Così scrive il portale Tuttolegapro.com.
Mentre domenica ci sono partite importanti che possono
già essere determinanti per il vertice. In
primis il big match di Salerno tra Salernitana e
Perugia. Poi Frosinone contro L'Aquila. Il Lecce
va in trasferta a Pisa. A due giornate dalla fine
tutto ancora può succedere per un finale
di campionato mozzafiato.
• 24
aprile 2014 Boisfer
verso l'addio: "Mi piacerebbe la Costa Azzurra;
due promozioni speciali a Gubbio..."
Il
Gubbio è in silenzio stampa totale da dopo
la partita con il Frosinone. É passato un
mese, un vero record. Bocche totalmente cucite,
probabilmente con la complicità di una stagione
fallimentare (anche se la tifoseria non aveva chiesto
nulla, semmai era la società che chiedeva
quanto meno i playoff). E perciò nessuno
può parlare, almeno in Italia. Perchè
in Francia il capitano rossoblù Rodrigue
Boisfer ha rilasciato una lunga intervista al portale
web Calciomio.fr e si confessa. E in breve afferma:
"Genova mi è rimasta nel cuore, anche
se avrei voluto giocare di più. Ma sono stato
contento che il Genoa poi è andato in serie
A perchè è una piazza che merita tanto.
Nel 2009 mi sono trasferito a Gubbio grazie a Vincenzo
Torrente che mi ha voluto, altrimenti c'erano altre
società di serie C1 che mi volevano. In C2
è stata dura all'inizio ma poi ho trovato
subito un buon feeling con i compagni. Andare in
serie B in due anni si è vissuto qualcosa
di speciale per un club abituato alla serie C o
alla serie D. Ed ora da capitano? Mi ha lasciato
la fascia di capitano Briganti che si è trasferito
a gennaio al Monza. Ne sono felice perchè
i tifosi mi apprezzano: sanno che esco dal campo
sempre con la maglia sudata. E il mio futuro? Non
lo so ancora, ma vorrei avvicinarmi a casa. Mi piacerebbe
tornare in Francia. Dove? Per me l'ideale è
Mentone, sulla Costa Azzurra dove ho vissuto tutta
la mia giovinezza. Il compagno ideale in Italia?
Prima di tutto cito Alessandro Sandreani, per tanti
anni capitano del Gubbio, con il quale abbiamo fatto
tante battaglie in compagnia a centrocampo. Ma non
dimentico Milito e Mutarelli quando mi trovavo al
Genoa. L'avversario? Sicuramente Marco Verratti
(ora al Paris Saint Germain, ndr): l'ho avuto come
avversario quando giocava a Pescara (con Zeman,
ndr) e già si vedeva che aveva delle grandi
qualità e avrebbe fatto qualcosa di grande
in futuro. Lo stadio che ricordo più volentieri?
Senza dubbio il Marassi: non c'è la pista,
la gente si trova a ridosso del campo: ho vissuto
un derby tra la Samp e il Genoa ed è davvero
incredibile. Ma mi ha impressionato anche il San
Paolo di Napoli".
Notiziario. Nuova tegola sul Gubbio. Il giovane
centrocampista Michele Moroni è costretto
di nuovo al forfait. Il calciatore di proprietà
del Parma infatti si è infortunato di nuovo,
questa volta al ginocchio sinistro e con ogni probabilità
si dovrà intervenire con un intervento chirurgico.
• 23
aprile 2014 L'allenatore?
É un punto cardine da dove ripartire e non
deve diventare carne da macello...
Siamo
il 24 marzo 2012. Siamo in tribuna stampa all'Olimpico
di Torino, prima della partita tra il Torino e il
Gubbio. Scambiamo due chiacchiere con Alessandro
Salvatico, direttore di Toronews, e ci dice: «Più
si sale di categoria, più influisce l'allenatore
che vale almeno il 70% su una squadra. Con l'arrivo
di Ventura abbiamo visto la differenza». Parole
sante visto cosa sta facendo il Torino pure in serie
A. E aggiunse: «Guardando i nomi della squadra
del Gubbio non sono così male. Non si spiega
come mai è così in basso in classifica».
Un'affermazione che ci fece molto riflettere. In
effetti l'allenatore è il punto cardine di
una squadra e influisce in maniera considerevole.
Basta guardare l'attualità, nel calcio che
conta. Due esempi: la Juventus nell'era Antonio
Conte, oppure il sorprendente Atletico Madrid di
Diego Simeone. O anche Josep Guardiola che ha vinto
in pratica tutto con il Barcellona (e ora non
vince più come prima) e adesso sta battendo
ogni record pure con il Bayern Monaco. Oppure si
può tornare indietro nel tempo guardando
in casa nostra, citando il nome Vincenzo Torrente:
due campionati vinti in due anni (nel 2010 e 2011),
tra l'altro con il bel gioco, contro squadre blasonate
composte da nomi altisonanti. L'allenatore deve
avere un ruolo importante e deve essere scelto con
accuratezza, ma allo stesso tempo deve essere messo
nelle condizioni di lavorare, e come logica conseguenza
deve avere a disposizione un organico adeguato,
nel limite delle possibilità economiche (questo
è logico). Ma soprattutto l'allenatore non
deve diventare una "carne da macello"
come avviene ormai dalla serie B in poi. Sono cambiati
sette allenatori in tre anni (Pecchia, Simoni, Alessandrini,
Apolloni, Sottil, Bucchi e Roselli), un vero record
(davvero poco invidiabile). Per una seria e adeguata
programmazione nel calcio professionistico, si deve
partire da una figura che è il fulcro di
una squadra che deve rimanere tale e deve avere
la fiducia di tutto l'ambiente (società in
primis): l'allenatore. Quindi, una volta che è
stato individuato l'allenatore (Roselli o chicchessia),
solo di conseguenza va costruita una squadra (e
non viceversa). Altrimenti ritornerebbero i problemi
che si sono creati in questi ultimi anni. Perciò
il Gubbio deve ripartire da una società solida,
da un allenatore stabile e poi si costruisce il
resto. Ma visto che stiamo affrontando l'argomento
allenatore, è giunta in questi giorni un'indiscrezione.
Renzo Tasso, attuale allenatore della Berretti del
Gubbio, potrebbe approdare al Perugia. Si parla
che se la società perugina andrà in
serie B, Tasso potrebbe allenare la Primavera dei
grifoni, altrimenti la Berretti dei biancorossi.
Proprio Renzo Tasso, l'anno scorso, aveva portato
la Berretti rossoblù tra le prime otto squadre
classificate in Italia, vincendo tra l'altro il
suo campionato di competenza. Quest'anno la stessa
Berretti si trova in quinta posizione in classifica.
Ma visto che stiamo parlando di giovanili, quali
potrebbero essere i giovani del futuro per il Gubbio?
Alcuni hanno già esordito in prima squadra
con Roselli nell'ultima trasferta a Pagani: stiamo
parlando dell'attaccante Mattia Bortolussi (classe
'96), i difensori Giovanni Nuti ('98) e Luca Procacci
('95). Ma si è messo in luce un altro giovane,
Riccardo Pandolfi ('96), impiegato in questa stagione
da mister Tasso come terzino destro e sinistro,
ma può giocare anche come centrocampista
(è un tutto fare). Ma chissà se ci
sarà spazio per queste giovani promesse l'anno
prossimo? Il campionato sta finendo. Questi nodi
a breve dovranno essere sciolti.
• 21
aprile 2014 Focus.
La curva nuova? C'è un solo modo per farla;
costa circa 150mila euro. Ecco come...
Si
parla tanto in questi giorni e si è creato
un dibattito, in particolar modo sul nostro guestbook
("La Voce dei Tifosi"), sul fatto di spostare
la curva locale, oppure spostare i tifosi ospiti
in un altro settore, eccetera. Perciò approfondiamo
l'argomento e spieghiamo subito che c'è solo
un modo per fare una nuova curva e non ci sono altre
alternative. E lo spieghiamo in maniera dettagliata
di seguito. In pratica nel mese di aprile 2011 era
stata approvata una delibera comunale in cui si
diceva (a riguardo di possibili ed eventuali lavori
allo stadio) che si può fare qualsiasi
movimento allo stadio, purchè si mantenga
l'agibilità della pista di atletica. In poche
parole il percorso della pista d'atletica presente
allo stadio "Barbetti" non si può
intaccare.
Per questo motivo, nell'anno della serie B, è
stata costruita una curva metallica di 1187 posti
dedicata ai tifosi ospiti attaccata al terreno di
gioco (ad est dello stadio) e non poteva essere
arretrata. Perciò, per costruire una curva
simile sul lato opposto (dedicata alla tifoseria
locale), occorre che vengono rispettati gli stessi
criteri e gli stessi parametri che sono serviti
per costruire nel 2011 la curva dedicata agli ospiti.
Ma quanto costerebbe questa operazione? Circa 150mila
euro, per chi avrebbe voglia di spenderci questa
cifra. Se invece si vuole costruire una curva coperta
e in cemento (dietro la porta ovest per intenderci),
la spesa lievita notevolmente: si parla infatti
di quasi 2milioni di euro di spesa totale: esorbitante.
Altre soluzioni (come ad esempio spostare la tifoseria
ospite in altre zone dello stadio) non sono possibili
perchè non rispetterebbero i regolamenti
che tengono conto del fatto che si deve evitare
nella maniera più assoluta la interconnessione
(quindi possibili contatti) tra le opposte tifoserie.
Le vie di accesso (e quindi di uscita) dell'attuale
impianto situato in via Parruccini sono ben classificate.
Pertanto qualsiasi altra soluzione non è
fattibile perchè come logica conseguenza
non avrà
mai l'autorizzazione necessaria dagli organi competenti
per la sicurezza. In quel periodo (aprile 2011)
il blog di Giacomo Marinelli Andreoli (direttore
di Trg Network) scrisse un articolo a riguardo dello
stadio e ricorda il discorso legato alla pista di
atletica.
• 18
aprile 2014 La
sosta e poi 180 minuti di fuoco (ma senza il Gubbio).
Un rush finale caldo al vertice...
Siamo
a Pasqua e il campionato si ferma. Si riprende domenica
27 aprile. Se per il Gubbio questo torneo non ha
più nulla da dire (rimangono la partita in
casa contro l'Ascoli e poi la trasferta toscana
di Pontedera), per altre squadre ci si gioca tutto.
In primis al vertice dove il campionato riserva
ben tre squadre nel giro di tre punti: Perugia primo
a quota 62 punti, segue il Lecce a 61 punti e di
seguito il Frosinone a 60 punti. Senza dubbio la
squadra umbra è favorita anche se alla ripresa
del torneo deve andare nella tana di Salerno e non
è una passeggiata, vista anche la rivalità
tra le due tifoserie: in ogni caso la Salernitana
ancora non ha la matematica certezza di disputare
i playoff (il Grosseto segue a quattro punti di
distanza e giocherà in casa con il Prato),
quindi non può permettersi di perdere. Il
Lecce va sul campo del Pisa e farà di tutto
per vincere. Stesso discorso dicasi del Frosinone
che affronta in casa L'Aquila. L'ultima giornata
poi sarà decisiva: il Lecce riposa, ma nel
capoluogo umbro ci sarà il big match tra
Perugia e Frosinone: una partita che potrebbe decidere
una intera stagione. L'Aquila, Catanzaro e Benevento
sono già matematicamente nei playoff. Per
Pontedera e Pisa invece il traguardo è a
un passo. Per il resto il campionato non ha più
storia come per Prato, Viareggio, Ascoli, Barletta
e Paganese, compreso il Gubbio. Queste società
devono pensare già al futuro.
• 17
aprile 2014 Alessandrini:
"Scelte snelle e compattezza per vincere.
Gli equilibri sono sempre delicati..."
Ha
vissuto sulla panchina del Gubbio per quattro stagioni
in annate piuttosto diverse. Dal 2001 al 2003 con
i playoff persi nella finale contro il Rimini di
Ricchiuti. Nel 2007-2008 quando ottenne una salvezza
insperata. E una parentesi in serie B nel 2012.
Stiamo parlando di Marco Alessandrini, attualmente
sulla panchina del Senigallia in Eccellenza, squadra
della sua città: "Ho voluto dare
una mano alla squadra dove vivo e dove ho giocato
per tanti anni. Mi sono sentito in dovere di farlo
in una squadra piena di ragazzini". Ma
all'ex tecnico rossoblù, chiediamo una domanda
precisa: che idea si è fatto di questo Gubbio
di quest'anno? "Ho avuto modo di vederlo
all'inizio del campionato (con Bucchi ndr) e mi
sembrava una squadra che aveva tutti i presupposti
per fare bene. Cioè un mix di giovani e meno
giovani dove qualsiasi allenatore poteva lavorare
in un certo modo: c'era il materiale per poter plasmare
una squadra. Poi non ho potuto più seguirlo
e quindi non posso capire cosa può essere
successo. Ma ricordo che in una squadra ci sono
degli equilibri delicatissimi e se si rompono vanno
ad incidere sul lavoro dell'allenatore e del gruppo.
A me mi aveva dato una buona impressione, soprattutto
nella gara con la Salernitana". Ma poi
è cambiato allenatore... "Sì,
ho visto. Conosco bene Roselli perchè ha
esperienza ed è bravo, mentre prima c'era
un allenatore giovane come Bucchi che aveva pure
tanto entusiasmo. Diciamo che ogni allenatore cerca
di dare il meglio di se stesso, ma di conseguenza
deve essere supportato dalla società e dai
calciatori. Quando ci sono dei progetti nuovi proprio
tutte le componenti devono funzionare bene, altrimenti
anche l'allenatore più bravo può avere
dei problemi. Ma quando le cose non vanno benissimo
conosco l'esigenza del pubblico di Gubbio. Però
la tifoseria è esigente perchè negli
ultimi anni ha visto un calcio di categoria superiore,
perciò si matura anche come pubblico e le
aspettative diventano sempre più grandi.
Tuttavia bisogna rendersi conto che ora si attraversa
un momento delicato per tutti a livello economico.
Mi pare che nonostante ciò il Gubbio si sia
appoggiato ad una società importante come
il Parma. Diciamo che nel calcio per far funzionare
le cose, occorre che le decisioni siano piuttosto
snelle: prima di tutto l'allenatore deve avere un
ruolo importante e la squadra deve essere supportata
soprattutto dalla società. Questa è
la base. Poi ci deve essere un buon rapporto sia
con la tifoseria che con la stampa. In pratica ci
vuole la massima compattezza". In questa
stagione il Gubbio ha preso 5 gol con il Perugia
e 4 reti con L'Aquila tra le mura amiche: dal lato
della sua esperienza, come si spiega? "Succede.
Ci sono degli equilibri mentali e psicologici che
incidono nelle debacle. Come dicevo prima, il tutto deve
funzionare alla perfezione per affrontare
le problematiche di un campionato". Il
prossimo anno si profila una Lega Pro unica: ma
che ne pensa Alessandrini? "Penso che sia
stimolante e bello affrontare una campionato del
genere. Perciò occorre programmare bene il
futuro: un girone del genere con tante belle squadre
del centro (Ancona, Ascoli, etc.) crea tante motivazioni
alla tifoseria, alla società e ai calciatori.
Però bisogna ricordare che Gubbio ha la sua
storia e va sempre onorata. Pertanto va affrontato
con coraggio e carattere un campionato così
importante perchè è l'anticamera della
serie B. Capisco che adesso le condizioni economiche
non sono eccezionali, ma questo discorso vale un
po' per tutti. Bisogna saper programmare e sarà
importante lavorare con i giovani". Può
essere stimolante pure per Alessandrini? "Se
quest'anno ho fatto una scommessa con il Senigallia,
con ragazzi dai 17 ai 20 anni, significa che mi
piace quello che faccio e il mio lavoro lo svolgo
con tanta passione. A Gubbio sono stato in quattro
stagioni diverse: il mio impegno e il lavoro è
stato sempre massimale. Mi piace sempre allenare...".
• 16
aprile 2014 Ma
che Lega Pro sarà l'anno prossimo? L'ipotesi
di un girone centrale insieme al Gubbio...
Il
prossimo anno ci sarà una Lega Pro unica.
Perciò sarà articolata in una unica
divisione formata da tre gironi da 20 squadre ciascuno.
Si sta pensando ai dei gironi trasversali, ovvero
che racchiudono squadre del nord, del centro e del
sud. Il Gubbio dovrebbe occupare il girone centrale.
Ma con quali squadre? Con ogni probabilità
resteranno tutte le toscane del girone B attuale
di prima divisione: quindi Grosseto, Pisa, Pontedera,
Prato e Viareggio. In aggiunta la Carrarese (che
ora si trova nel girone A), Pistoiese (neopromossa
dalla serie D) e Lucchese (in lotta per la risalita,
altrimenti prende il suo posto la Correggese). Se
così fosse, sarebbero 8 le squadre toscane
presenti in questo girone. Dalle Marche invece ci
sarebbero due squadre: Ascoli e Ancona, neopromossa
dalla serie D. Dall'Emilia Romagna invece sarebbero
quattro le formazioni: Reggiana, Spal, San Marino
e Sant'Arcangelo (ad un soffio dal traguardo). E
ci potrebbero rientrare le formazioni abruzzesi:
insieme a L'Aquila ci sarebbe il Teramo. In Umbria
solo il Gubbio. Così facendo siamo a 17 squadre.
E le restanti? Ancora è tutto da verificare
perchè ancora sono in ballo i playout di
Seconda Divisione e alcuni possibili promozioni
dalla serie D. Perciò ci sono tre posti per
cinque: Torres Sassari, Forlì, Tuttocuoio,
ma anche le laziali Aprilia e la Lupa Roma (società
con sede a Roma in lotta per la promozione dai dilettanti).
Nella graduatoria non è stato inserito il
Perugia che è primo in classifica nel girone
B, ma neanche il Frosinone perchè ancora
è in piena lotta per salire in cadetteria.
Ovviamente è tutto ancora da vedere perchè
bisogna aspettare la fine del campionato (mancano
appena 180 minuti).
Il notiziario. Mattia Bortolussi, classe '96, attaccante,
del Gubbio, sarà impegnato con la squadra
della Primavera del Genoa nel Torneo Città
di Alassio: il giovane calciatore rossoblù
si esibisce già il 16 aprile in amichevole
tra Genoa e Argentina. Ascoli nuovamente penalizzato:
tre punti di penalizzazione per la formazione marchigiana
"per non aver documentato agli organi federali
l'avvenuto pagamento degli emolumenti dovuti ai
propri tesserarti per settembre e per ottobre 2013,
nei termini stabiliti dalla normativa federale".
Lo ha stabilito la Commissione Disciplinare. L'Ascoli
così scende a quota 21 punti in classifica,
in coabitazione con il Barletta. Per concludere
vi segnaliamo un video musicale che ritrae la città
di Gubbio con foto caratteristiche dall'alba al
tramonto accompagnate dalla musica composta da Gianluca Tomassoli
con le chitarre di Giuseppe Pierotti. Consigliamo l'ascolto con buone cuffie o un buon
impianto casse da pc, e se si utilizza un dispositivo
mobile assicurarsi che sia selezionato in "hd"
o "hq", altrimenti l'audio può
sembrare degradato.
• 15
aprile 2014 L'editoriale.
Obiettivo fallito, ora si pensa al futuro. Ma la
tifoseria è con il fiato sospeso...
Ormai
che è arrivata la matematica certezza di
non raggiungere i playoff (8 punti di distanza dal
nono posto a 180 minuti dalle fine, divario incolmabile),
si guarda avanti e quindi al futuro. Se da un lato
la partita con la Paganese non aveva alcuna importanza
a livello di risultato (ma soprattutto a livello
di classifica), la gara sul campo ha regalato qualche
gioia. Innanzitutto c'è da segnalare l'esordio
in prima squadra a livello assoluto del giovane
Giovanni Nuti, classe 1998, difensore, entrato nella
ripresa nella sfida di Pagani. Ma ha trovato spazio
ad inizio ripresa un altro baby, Mattia Bortolussi,
classe 1996, attaccante. Due giovani speranze delle
giovanili del Gubbio. Ma non solo: ha fatto l'esordio
in assoluto dal primo minuto Luca Procacci, classe
1995, difensore. Tre giovani che potrebbero essere
utilizzati in futuro nel Gubbio. Anche perchè
da oggi si può archiviare in maniera definitiva
questo campionato, avaro di soddisfazioni e pieno
di incertezze, e bisogna pensare all'avvenire con
una programmazione oculata (senza enfasi) per la
prossima stagione. La programmazione inizia sempre
da lontano perchè la fretta è sempre
stata una brutta consigliera. Ma prima di tutto
c'è da capire come sarà la società
a partire dal prossimo giugno. Ne abbiamo lette
e sentite di cotte e di crude, con possibili scenari
di un nuovo organigramma societario, di possibili
new entry, chi ne ha più ne metta. Ma noi
finchè non c'è una reale certezza,
cioè finchè sarà solo un pour
parler, non affronteremo l'argomento: le voci, si
sa, lasciano sempre il tempo che trovano. Ma è
chiaro che poi è tutto una logica conseguenza.
Che tipo di squadra può essere costruita
il prossimo anno? Sarà rinnovato l'accordo
con il Parma con le stesse modalità della
passata stagione? Il diesse Stefano Giammarioli
sarà ancora a Gubbio oppure (tesi non
impossibile) se ne va altrove? Di conseguenza,
resterà oppure no l'allenatore Giorgio Roselli?
Il Gubbio punterà ancora sul tecnico perugino
oppure ci sarà di nuovo una new entry? Tanti
interrogativi che con tutta sincerità tengono
con il fiato sospeso l'intero popolo rossoblù.
L'intera tifoseria è in ansia perchè
vuole capire con certezza cosa avverrà nel
prossimo futuro e che sorti avranno i colori amati,
ovvero quelli rosso e blù. Anche in questo
caso si è vissuta una stagione particolare.
É iniziato uno sciopero del tifo organizzato
dal post derby (perso con una cinquina con il Perugia)
e si protrae anche nei nostri giorni. Si è
creata una disaffezione generale disarmante da parte
della tifoseria e con tutta sincerità (questo
fatto) ci preoccupa (e non poco). Il popolo eugubino
è stato sempre il fulcro di questa società
calcistica ultra centenaria. Il popolo eugubino
ha sempre rappresentato quella spinta in più
nelle fasi cruciali di una stagione: la magica cavalcata
verso la serie B con 5000 spettatori presenti al
Barbetti nel giorno della promozione, oppure i 2624
tifosi rossoblù presenti a San Marino nella
finale playoff del 2010, ne sono stati il simbolo.
Senza dimenticare poi che in serie B il popolo rossoblù
aveva seguito i propri beniamini al Marassi contro
la Sampdoria con oltre mille tifosi eugubini al
seguito. Il Gubbio, questa squadra, non può
restare senza tifosi. Il Gubbio è Gubbio.
Il Gubbio è la sua gente. Perciò va
ricucito questo strappo. Ma soprattutto servono
unità di intenti per ricompattare l'ambiente.
Ne vale il futuro del Gubbio. Ne vale il bene del
Gubbio. Ci pare ovvio! (Editoriale Direttore
Gubbiofans.it)
• 13
aprile 2014 Roselli:
"Si sono impegnati tutti. E i due baby...".
E ancora vige il silenzio stampa globale
Paganese
e Gubbio a suon di gol: finisce 2-2. In rete Addae
e Boisfer (prima rete stagionale) per la formazione
rossoblù; De Sena e Grillo gli autori dei
gol dei campani. Una partita di fine stagione che
purtroppo non vale per nessun obiettivo. Parla solamente
il tecnico Giorgio Roselli (e lo può fare
solo di domenica per commentare la partita) perchè
vige un silenzio stampa globale che dura ormai da
dopo il match contro il Frosinone. L'allenatore
dei rossoblù Roselli dopo il pareggio di
Pagani, afferma: "Sono soddisfatto della
prestazione della squadra. Abbiamo un bel gruppo.
Tutti quanti si sono impegnati in campo. E poi abbiamo
fatto esordire due baby e non dimentico che c'erano
sette assenze. Si poteva anche vincere e il gol
del 2-2 si poteva evitare: purtroppo nell'occasione
abbiamo perso malamente palla a centrocampo e ci
siamo fatti sorprendere. Ma ho visto lo spirito
giusto e una bella mentalità in questa partita.
I due giovani sono andati molto bene: Bortolussi
si è battuto bene e si è reso anche
pericoloso in attacco; Nuti si è disimpegnato
con disinvoltura. Credo che ci si potrebbe lavorare
pure il futuro. Adesso non ci resta che chiudere
con dignità questo campionato. Abbiamo un
obbligo morale verso la nostra tifoseria".
Intanto abbiamo inserito le foto di Paganese e Gubbio
(14 immagini). Le foto si trovano nella sezione
"fotogallery" e nel link sotto la foto
in homepage. Le foto sono di proprietà di
Luigi Pepe, con la collaborazione di Roberto Settonce.
Si ringrazia anche la collaborazione del collega
Gianluca Russo di Pagani, editore e direttore responsabile
del portale web Paganese.it.
• 13
aprile 2014 Gubbio,
pari con la Paganese (2-2). In rete Addae e Boisfer;
De Sena e Grillo per i locali
Gubbio
contro Paganese. Il trainer Roselli opta per il
modulo 4-3-1-2, con Moroni alle spalle delle punte
Schetter e Falzerano; playmaker gioca Boisfer
dal primo minuto. L'allenatore degli azzurrostellati
Belotti invece schiera il 3-5-2. Partita davanti
pochi intimi, per una gara di fine stagione. Al
4' su cross di Deli, Palomeque cerca la porta di
testa, ma la palla non trova lo specchio della porta.
Al 13' ci prova Sarr con una conclusione da fuori
area, però si fa trovare pronto Marruocco
e para a terra. Al 17' è Bartolucci che ci
prova con un tiro da destra a sinistra, ma la palla
sorvola sopra la traversa. Al 21' combinazione volante
Acampora e William, con quest'ultimo che calcia
in diagonale a rete, però si oppone con reattività
Pisseri che in tuffo devia la sfera in angolo. Al
27' la Paganese trova il gol del vantaggio: fa tutto
il cannoniere paganese De Sena che fa partire un
gran tiro dai trenta metri con la palla che si insacca
sotto il sette. Al 38' però il Gubbio trova
il pareggio: Bartolucci serve ad Addae una palla
invitante come un rigore in movimento: sventola
del centrocampista ghanese che sorprende il portiere
Marruocco e la palla si insacca in rete. Si va così
alla ripresa. Al 54' Deli cerca di andare a rete
direttamente da calcio d'angolo: la parabola del
calciatore locale per poco non sorprende Pisseri
che riesce a smanacciare la sfera fuori dai pali.
Al 59' incertezza di Pisseri e la palla va verso
De Sena che a porta vuota manca clamorosamente il
raddoppio, calciando la sfera sul fondo. Così
da un gol
sbagliato, arriva il raddoppio del Gubbio. Infatti
siamo al 63': ci pensa Boisfer che con un tiro cross
scagliato dal versante sinistro dell'area fa partire
una parabola che si insacca in rete e sorprende
Marruocco. Però è immediato il pareggio
della Paganese che arriva al 65': Acampora a sinistra
si libera e mette in area una palla dove si fa trovare
pronto Grillo: tiro deciso del centrocampista
campano che fredda Pisseri. Subito dopo,
al 66', Falzerano cerca la porta dal limite ma la
palla sfiora la traversa. Al 79' ci prova Deli dal
limite, ma Pisseri para a terra. All' 85' calcia
dal limite De Sena, palla di poco alta. La partita
si chiude con un tiro di Tartaglia (senza esito)
dopo cinque minuti di recupero: è 2-2 tra
Paganese e Gubbio. Tabellino:
Paganese - Gubbio (2-2): Paganese
(3-5-2): Marruocco; Masi, Panariello, Toppan (46'
Perrotta); Monopoli, Palomeque, Grillo, Acampora
(89' Velardi), Deli; William (93' De Risi), De Sena. (A disp.:
Volturo, Fossa, Palma, Pugliese). All. Belotti. Gubbio
(4-3-1-2): Pisseri; Bartolucci (56' Laezza), Tartaglia,
Ferrari, Procacci (79' Nuti); Addae, Boisfer, Sarr;
Moroni (54' Bortolussi); Schetter, Falzerano. (A disp.:
Gozzi, Giuliacci, Molinelli, Migliori). All. Roselli. Reti:
27' De Sena (P), 38' Addae (G), 63' Boisfer (G),
65' Grillo (P). Arbitro:
Bichisecchi di Livorno (Solazzi di Avezzano e Campitelli
di Termoli). Ammoniti: Toppan, Masi e Grillo
(P); Boisfer e Ferrari (G). Spettatori: 319. Risultati:
Trentaduesima Giornata - Prima Divisione - Girone
B - Lega Pro: Ascoli
- Benevento 0-3 3'
Melara (B), 29' Mancosu (B), 64' Melara (B) Barletta
- Catanzaro 0-3 18'
Sabatino (C), 41' Germinale (C) rig., 57' Fioretti (C) L'Aquila
- Nocerina n.d.
(3-0
a tavolino per L'Aquila) Lecce
- Frosinone 2-0 24'
Beretta (L), 81' Bogliacino (L) Paganese -
Gubbio 2-2 27'
De Sena (P), 38' Addae (G), 63' Boisfer (G), 65'
Grillo (P) Perugia
- Pontedera 1-0 18'
Mazzeo (Pe) Prato
- Salernitana 3-2 4'
Corvesi (P), 43' Lanini (P), 57' Romanò (P),
58' Ginestra (S), 74' Volpe (S) Viareggio
- Grosseto 0-0 Riposa:
Pisa
• 12
aprile 2014 Sette
calciatori out e tanti giovani: convocati Bortolussi,
Nuti, Migliori, Gelli e Spagnolo
A
Pagani senza sette calciatori: Caccavallo, Giallombardo,
Falconieri (squalificati), Radi, Baccolo, Luparini
e Belfasti (infortunati). Il tecnico Giorgio Roselli
sta pensando all'esordio dal primo minuto di alcuni
baby calciatori, tra cui Mattia Bortolussi (classe
'96) e Giovanni Nuti (classe '98). Non è
chiaro ancora se verrà utilizzato il classico
4-3-3 o adotterà il 5-3-2 usato in passato.
Questi sono nodi che verranno sciolti solo all'ultimo. La lista dei convocati: Pisseri,
Gozzi, Ferrari, Bartolucci, Tartaglia, Procacci,
Spagnolo, Laezza, Nuti, Boisfer, Giuliacci, Sarr,
Addae, Molinelli, Moroni, Gelli, Schetter, Bortolussi,
Falzerano, Migliori. Tra i convocati altri tre baby:
Gelli, Migliori e Spagnolo.
• 11
aprile 2014 In
amichevole 6-0 alla Cagliese. Si rivede Moroni.
Verso l'esordio di alcuni giovani a Pagani
A
Pagani potrebbe essere il momento dell'esordio in
rossoblù dei giovanissimo Giovanni Nuti,
classe 1998. Infatti il baby rossoblù è
stato provato dal tecnico Roselli nell'amichevole
giocata giovedì al "Pietro Barbetti"
contro la Cagliese. In pratica Nuti ha giocato centrale
in una difesa a cinque. Infatti in terra campana
ci potrebbe essere un'altra novità, cioè
si torna al modulo 5-3-2. In pratica l'allenatore
dei rossoblù ha provato questo quintetto
difensivo: a destra Bartolucci, al centro l'asse
Nuti, Ferrari e Tartaglia, e a sinistra Belfasti.
A centrocampo il trio Sarr, Addae e Moroni. In attacco
il duo formato da Schetter e Falzerano. Non ci saranno
domenica gli squalificati Giallombardo e Caccavallo,
oltre a Falconieri. Non sono al meglio delle condizioni
Boisfer e Luparini. Spazio nell'amichevole anche
per altri giovani come Labate, Gelli, Migliori,
Spagnolo e Bortolussi. Per la cronaca il Gubbio
ha vinto per 6-0 con le reti di Belfasti, Addae,
Falzerano, Moroni, Ferrari e Spagnolo su rigore.
Così in campo nel test amichevole: Gubbio
primo tempo (5-3-2): Pisseri; Bartolucci (11' Laezza),
Nuti, Ferrari, Tartaglia, Belfasti; Moroni, Addae,
Sarr; Schetter, Falzerano. Gubbio secondo tempo
(4-2-3-1): Gozzi; Labate, Nuti, Gelli, Procacci;
Molinelli, Giuliacci; Migliori, Spagnolo, Falzerano
(60' Schetter); Bortolussi. Reti: 4' Belfasti,
18' Addae, 20' Falzerano, 27' Moroni, 37' Ferrari,
90' Spagnolo (rigore).
• 10
aprile 2014 Torrente:
"Con la Paganese, quanti belli ricordi.
In quel bienno, un bel calcio propositivo..."
Domenica
c'è Paganese e Gubbio. Una partita che rievoca
tanti ricordi, soprattutto di quella magica cavalcata
verso la Serie B. E chi può raccontarlo meglio
se non chi era al timone di quella squadra? E ci
riferiamo al tecnico Vincenzo Torrente. Ma la prima
domanda che porgiamo è la seguente: qual
è stato il segreto di quelle due annate stupende
a Gubbio? "L'unione di tutti: a partire
innanzitutto dal creare la squadra, alla mia idea
di calcio e poi tutte le componenti dove ognuno
stava nel proprio ruolo. Fondamentali sono state
tutte queste prerogative. Siamo riusciti a fare
un calcio piacevole, come del resto piaceva a me.
Ma i risultati sono arrivati anche grazie all'apporto
di tutti: pure la tifoseria è stata importante
in una piazza passionale e genuina, come è
il sottoscritto: forse anche per questo motivo sono
riuscito ad esprimere il meglio di me stesso".
In base ad una statistica fatta in questi giorni,
lei ha il record di punti conquistati con il Gubbio
in serie C1 per una media di 1,912 punti a partita:
"Beh, è una grande soddisfazione.
Ma ribadisco, a Gubbio sono stati due anni indelebili.
Nel primo anno ci eravamo prefissati di centrare
i playoff e li abbiamo vinti. Nel secondo anno siamo
partiti per centrare la salvezza e invece abbiamo
vinto il campionato in maniera strameritata senza
dimenticare che ci trovavamo di fronte delle corazzate
come Hellas Verona, Salernitana, Sorrento, Spezia
e pure la Spal era una signora squadra: abbiamo
fatto un campionato straordinario. In due anni abbiamo
fatto un calcio propositivo, veloce e dinamico:
come piace a me. Perciò ho avuto delle grandi
soddisfazioni con un gruppo di ragazzi eccezionali,
disponibili e hanno fatto grandi cose. Basta guardare
adesso: molti di loro giocano in serie B, tra cui
qualcuno in serie A". Per l'appunto: vedere
oggi Gomez Taleb in serie A con il Verona oppure
vedere Galano in serie B segnare in rovesciata davanti
a quasi ventimila persone a Bari contro l'Empoli,
che effetto fa? "Questi ragazzi (a partire
da me) devono ringraziare il Gubbio perchè
ci ha dato la possibilità di dimostrare,
io come allenatore e loro come calciatori, le nostre
potenzialità. Galano era al primo anno di
serie C, Gomez Taleb fino a quel momento non aveva
fatto nulla in carriera. É una grande soddisfazione
vederli fare bene in categorie importanti perchè
ho potuto contribuire alla loro crescita e poi Galano
è stato con me altri due anni a Bari. Però
ce ne sono altri: sono contento per Lamanna (ora
al Siena) e Donnarumma (al Cittadella). E poi lo
stesso Perez (Cittadella): ricordo che qualcuno
al primo anno metteva in dubbio le sue potenzialità
o venivo criticato a volte perchè giocava
al posto di Corallo: adesso si trova in serie B".
A Gubbio, la tifoseria, si porta dietro un bel ricordo
di Torrente. Che ne pensa? "Mi fa piacere.
Ho iniziato a Gubbio l'esperienza tra i professionisti.
Ho un ricordo eccezionale: vincere due campionati
di seguito è stato emozionante pure per tutto
l'affetto che ho ricevuto da parte della tifoseria
eugubina". Quella volta veniva denominata
la triade (Simoni, Giammarioli e Torrente) delle
meraviglie: era proprio così? "Sì,
certamente, ma perchè ognuno ha sempre rispettato
il proprio ruolo: i successi sono arrivati per questo.
É chiaro che eravamo un tutt'uno anche con
la società e i tifosi. Per vincere ci vuole
una programmazione e d'altronde tutte le componenti
devono andare verso la stessa direzione".
Ultima domanda: domenica il Gubbio gioca con la
Paganese. Si ricorda quella magica doppietta di
Gomez Taleb a Pagani (2010) e quella gara di ritorno
(maggio 2011) con la matematica certezza di salire
in B. Torrente cosa può dirci a riguardo?
"C'erano cinquemila spettatori per la promozione
in serie B: fu una grande gioia e una grande festa.
Diciamo che è stata una giornata storica
per tutta Gubbio. Mentre all'andata il ricordo più
bello (al di là dei gol di Gomez Taleb) è
stata la sportività del pubblico di casa:
i tifosi azzurrostellati a fine partita si alzarono
in piedi per applaudire la nostra prestazione e
abbiamo ricevuto degli applausi anche quando uscivamo
con il pullman dallo stadio: sono eventi che sinceramente
mi hanno molto colpito".
• 09
aprile 2014 Bucchi
e Roselli, un cammino a braccetto (media punti di
1,176 il primo; 1,181 il secondo)
Playoff
sfumati, è tempo di numeri. Statistica con
sorpresa. Abbiamo messo a confronto il cammino alla
guida del trainer Cristian Bucchi con quello del
tecnico Giorgio Roselli. La media punti ci dice
che entrambi hanno viaggiato a braccetto. In pratica
con mister Bucchi la squadra rossoblù ha
raccolto 20 punti in 17 partite disputate: per una
media punti di 1,176 a partita. Mentre con l'allenatore
Giorgio Roselli sono stati accumulati 13 punti effettivi
in un undici partite giocate: per una media punti
di 1,181 a partita. Non abbiamo considerato i tre
punti conquistati con la Nocerina (a tavolino) perchè
la partita non si è mai giocata. Praticamente
il cammino di Bucchi e di Roselli è pressochè
uguale, identico, senza impennate improvvise e senza
cadute repentine. In definitiva con Cristian Bucchi
sono arrivate 4 vittorie, 8 pareggi e 5 sconfitte.
Con Roselli fino ad ora sono giunte 4 vittorie,
un solo pareggio e poi 6 sconfitte. Con Bucchi:
gol fatti 17, gol subiti 22. Con Roselli: 12 reti
realizzate, 17 reti incassate. In base a questi
dati l'attacco è andato meglio con Roselli
(media di 1,09 gol a partita) che con Bucchi (1
gol di media a partita). Mentre in fase difensiva
è andata meglio con Bucchi (media di 1,29
gol subiti a partita) rispetto a Roselli (media
di 1,56 incassati a gara). Nella scorsa stagione
(2011-2012) invece l'allenatore Andrea Sottil con
i 40 punti raccolti in campionato in 30 partite
ha avuto una media di 1,333 punti a partita. Ma
le cifre di questi ultimi anni sono "lontane parenti"
rispetto l'era di Torrente: nella stagione trionfale verso
la B erano stati accumulati 65 punti in 34 partite:
media punti di 1,912 a gara. Notiziario. Due giornate di squalifica per l'attaccante
Giuseppe Caccavallo con questa motivazione: «per
aver volontariamente sgambettato un avversario disinteressandosi
del pallone». Due turni di stop pure per il
terzino sinistro Andrea Giallombardo per questo
motivo: «per comportamento offensivo verso
l'arbitro». Viene fermato per una giornata
l'attaccante Vito Falconieri per recidività
in ammonizione. A Pagani spazio ai giovani? Si vedrà.
Intanto sono ripresi gli allenamenti e ci sono già
due volti nuovi: si tratta dei giovani Giovanni
Nuti e Mattia Bortolussi, rispettivamente difensore
e attaccante. Intanto i tanti cartellini rossi a
Gubbio fanno notizia: il sito Tuttolegapro.com dedica
un articolo con il titolo: «Gubbio, quanti
cartellini rossi e gialli in stagione». E
nello specifico viene scritto quanto segue: «Il Gubbio, che domenica scorsa ha perso pesantemente in casa per 4-0 contro L'Aquila, detiene un record negativo: per la quarta volta in stagione ha terminato la partita in nove uomini. Addirittura nella sfida contro gli abruzzesi, già dopo mezz'ora di gioco si è ritrovato senza Giallombardo e Caccavallo, cacciati dall'arbitro nel giro di tre minuti. Ma non solo: in stagione gli eugubini
hanno anche collezionato il cartellino rosso numero 19 e il cartellino
giallo numero 79. Numeri esagerati per la squadra di mister Roselli, sanguigno si, ma non fino a questo punto». •••••• • 08
aprile 2014 L'editoriale.
L'emblema del calcio che è svanito! E la
tifoseria: «Non ci divertiamo più...»
Partiamo
dalla fine. Da dopo il fischio finale. Fuori dai
cancelli del "Barbetti" si trovano dei
tifosi che applaudono il pullman dei calciatori
aquilani in partenza. Gli stessi tifosi eugubini
poi esprimono tutto il proprio malessere e ce n'è
per tutti: nel mirino società, staff e calciatori.
E c'è chi esprime tutto il proprio malcontento
con questa frase: «Questa sconfitta è
peggio di quella ottenuta contro il Perugia dove
abbiamo preso cinque gol». Mentre qualcun'altro
ha domandato: «Ma la società è
presente?». Altri tifosi, anche di una
certa età, ci hanno rivolto un'affermazione
che ci ha molto colpito: «Ma non lo nota nessuno
che la gente non viene più allo stadio perchè
non ci si diverte più?». Insomma, chi
ne ha più ne metta. É lampante che
esiste uno scoramento generale. L'obiettivo dei
playoff è sfumato come la neve si scioglie
ai raggi del sole. Quell'obiettivo unico, in un
anno dove non ci sono retrocessioni, è svanito
senza la possibilità di rimediare, a meno
che succede il miracolo a tre giornate dalla fine
con otto lunghezze di distanza dall'ultimo posto
possibile per poter accedere ai playoff. Ma la partita
contro L'Aquila è stata l'emblema di questa
stagione disgraziata del Gubbio. A partire da quei
cartellini rossi (siamo saliti a 19) che non hanno
una spiegazione. Per concludere con quelle prestazioni
che hanno lasciato a desiderare, spesso e volentieri.
Ma nel calcio per fare i risultati conta giocare
a pallone e segnare. L'emblema del calcio si è
materializzato nel secondo gol realizzato proprio da
L'Aquila (e ancora il Gubbio si trovava in undici
contro undici): triangolazioni in velocità
(tra Del Pinto, Pià e De Sousa) con sei passaggi
di fila con la palla a terra: azione iniziata da centrocampo fino ad arrivare
in area locale con quel tiro di Frediani fermato
dal braccio di Giallombardo che ha causato poi il rigore
trasformato da De Sousa. Il
calcio è questo: triangolazioni veloci, palla
a terra e finalizzazione. Non c'è nulla da
inventare nel calcio. E il Gubbio, ormai da tre
anni a questa parte, fa fatica ad esprimere un calcio
lineare, veloce e ficcante. Quel calcio piacevole
che veniva usato dal tecnico Torrente sembra una chimera
ai giorni nostri. Guarda caso i problemi del Gubbio
sono nati dal dopo Torrente: se fosse rimasto all'epoca,
forse adesso avremmo potuto scrivere un'altra pagina
indelebile del calcio in questa città. Dalla
serie B in poi si sono sommati errori su errori
e i risultati sono sotto l'occhio di tutti. Più
che altro fa pensare la disaffezione dei tifosi,
di tanti tifosi: vedere tanta gente che va via a
metà del secondo tempo, scorgere al di fuori dello stadio
gente arrabbiata ma allo stesso tempo rassegnata,
notare che nel settore del tifo organizzato non vengono
attaccati più gli striscioni e non si fa
più tifo, certamente deve portare una riflessione
seria in tutto l'ambiente. E deve essere fatta
una riflessione seria sui tanti cartellini rossi
conseguiti in questa stagione. Le parole di Roselli
nel dopo gara pesano come dei macigni. Soprattutto
quando afferma: "Certi errori non si possono
più correggere. Un certo nervosimo non lo
capisco nemmeno se ci penso due ore di seguito.
Cose pazzesche, cose mai viste, cose che non mi
erano mai capitate in carriera". Parole
piuttosto pesanti. Come si può
spiegare tutto questo nervosimo? Perchè serpeggia
questa frustazione nei calciatori? Perchè in campo non si
riesce a tenere un comportamento basilare che caratterizza
il professionismo? Al di là di queste domande che probabilmente
non avranno mai una risposta, adesso più
che mai serve una maggiore chiarezza da parte di
tutti. Serve unità di intenti. Serve ricompattare
l'ambiente e soprattutto serve riavvicinare la tifoseria
a questa squadra. Bisogna saper ricostruire con
tranquillità, saggezza, scelte oculate e
scelte mirate. Tuttavia in una giornata nera, nerissima,
si può notare solo un raggio di sole: quel
gol di Galano in rovesciata davanti a 19.836 persone
a Bari contro l'Empoli in serie B. Christian Galano
lo ricordiamo tutti: giocava nel Gubbio nella cavalcata
verso la serie B con la "Torrente band" e pensare
che oggi il ragazzo vale cinque milioni di euro.
Quello sì che era un Gubbio che regalava
delle emozioni, grandi. Ma oggi, quel Gubbio sembra un lontano
miraggio... (Editoriale Direttore Gubbiofans.it)
• 06
aprile 2014 Roselli:
"Cose pazzesche: ho perso la mia sfida".
Pagliari: "Memorabile: un ottimo calcio"
Il
Gubbio perde la partita ma anche la faccia contro
L'Aquila. Un poker che assomiglia come disfatta
alla cinquina interna contro il Perugia. Ormai la
zona playoff si è allontanata di otto lunghezze
a sole tre giornate dalla fine. E cresce il malumore.
Allo stadio la gente lascia anzitempo gli spalti
e fuori dallo stadio pure la tifoseria organizzata
manifesta tutto il malcontento. É un malessere
che d'altronde si manifesta pure in sala stampa
nel post partita. Giorgio Roselli usa delle parole
taglienti: "Non ho voglia neanche di parlare:
per parlare è un dramma". L'allenatore
dei rossoblù con un filo di voce poi spiega:
"Sono successe delle cose pazzesche, delle
cose mai viste e non mi era mai capitato. Non c'è
stata proprio partita. Al di là delle qualità
manifestate da L'Aquila, ci siamo complicati la
vita da soli e abbiamo spianato la strada agli avversari.
Non riesco proprio a capire il perchè! Questo
nervosismo da cosa dipende? Non riesco proprio a
capirlo e pure le espulsioni non le capisco. Purtroppo
certe cose non si correggono più. Se mi sento
tradito dai calciatori? No, anche il sottoscritto
si prende le sue responsabilità. Quando ho
accettato di venire a Gubbio ero convinto che, nonostante
le tante difficoltà, avrei vinto la sfida.
Purtroppo non è andata così: purtroppo
ho perso la sfida! Mi dispiace per tutti. Questa
era una partita decisiva e invece siamo mancati.
Adesso se ci sarà più spazio verso
i più giovani? Credo che giocheranno solo
i calciatori che hanno delle motivazioni".
L'umore è cupo. Mentre è di tutt'altro
tenore il clima in casa aquilana. Il tecnico Giovanni
Pagliari dice: "Questa è una giornata
memorabile. Ci tenevano i tifosi ma anche noi e
abbiamo offerto un ottimo calcio. Siamo la sorpresa
del torneo e ringrazio tutti. In questa partita
abbiamo avuto l'approccio perfetto, e poi dopo il
doppio vantaggio e le due espulsioni non c'è
stata più storia. Ma questa domenica è
stata emozionante: il sociale che entra nel calcio.
Allenando a L'Aquila ho toccato da vicino il dolore
di questa gente". Poi tocca al direttore
sportivo aquilano Ercole Di Nicola: "Sono
arrivato proprio nell'anno del terremoto: questo
capoluogo abruzzese merita di rialzarsi e lottare
per la serie B adesso è proprio una grande
soddisfazione. Siamo la neopromossa con più
punti del girone". L'autore di una doppietta,
Claudio De Sousa, afferma: "Abbiamo ottenuto
tre punti importanti. Abbiamo giocato con il piglio
giusto e dopo le espulsioni non c'è stata
più partita. Ma noi siamo qui: vogliamo continuare
a stupire". Intanto abbiamo inserito le
foto di Gubbio e L'Aquila (18 immagini) che si trovano
nella sezione "fotogallery" e nel link
sotto la foto in homepage. Le foto sono di Simone
Grilli per lo studio fotografico Gavirati.
• 06
aprile 2014 Gubbio,
che brutta sconfitta: L'Aquila cala il poker (0-4).
Espulsi Giallombardo e Caccavallo
Il
Gubbio contro L'Aquila. Il tecnico Roselli schiera
il modulo 4-3-3. L'allenatore degli aquilani Pagliari
opta anch'egli per il 4-3-3. La curva ospiti con
i tifosi aquilani espongono questo striscione: "6
aprile 2009: l'anima è ferita e il cuore
infranto". La curva eugubina risponde con un
altro striscione con scritto: "Il sisma non
si può prevedere, ma la vergogna non è
ricostruire". Pronti e via, L'Aquila si porta
in vantaggio. Scorre il 5', Baccolo fa fallo su
De Sousa ed è calcio di punizione dal limite:
si incarica del tiro Corapi che fa partire un destro
vellutato che supera la barriera e la palla si insacca
sotto il sette con il portiere Pisseri immobile.
Al 24' fiammata di De Sousa che fa partire un missile
di destro dal limite: tiro che costringe Pisseri
agli straordinari deviando la sfera in angolo che
era destinata a fil di palo. Al 28' calcio di rigore
per L'Aquila: triangolazione volante Pià
e De Sousa, con quest'ultimo che serve in area Frediani
che calcia in porta ma Giallombardo girandosi di
spalle colpisce la palla con il braccio. Giallombardo
viene ammonito ma subito dopo viene espulso per
proteste. Dal dischetto De Sousa non sbaglia con
la palla che si insacca nell'angolino. Al 31' c'è
un altro espulso per il Gubbio: cartellino rosso
diretto per Caccavallo per intervento scorretto
su Dallamano. La squadra di Roselli così
resta in nove dopo appena mezz'ora di gara. Al 38'
Dallamano calcia forte dal limite, Pisseri vola
e devia la sfera in corner. Al 41' arriva il tris
con De Sousa che fa partire un tiro chirurgico dal
limite e la palla si insacca radente nell'angolino.
Nella ripresa primo tiro in porta del Gubbio al
50' con Schetter: para a terra Testa. Al 60' ecco il tris aquilano:
cross in area da destra di Agnello, Pià svetta
sopra tutti e di testa insacca la sfera in rete
nell'angolino. Finisce così, con un poker
della squadra ospite (0-4). Tabellino:
Gubbio - L'Aquila (0-4): Gubbio
(4-3-3): Pisseri; Bartolucci, Tartaglia, Ferrari,
Giallombardo; Addae, Baccolo (46' Laezza), Sarr; Caccavallo,
Falconieri, Schetter (58' Moroni). (A disp.: Gozzi, Giuliacci,
Falzerano, Belfasti, Luparini). All. Roselli. L'Aquila
(4-3-3): Testa; Scrugli, Zaffagnini, Ingrosso,
Dallamano; Agnello (68' Gallozzi), Corapi, Del Pinto; Frediani
(58' Vettraino),
De Sousa (58' Ciciretti), Pià. (A disp.: Addario, Pedrelli,
Maltese, Libertazzi). All. Pagliari. Reti:
5' Corapi (A), 28' De Sousa (A) rigore, 41' De Sousa
(A), 60' Pià (A). Arbitro:
D'Angelo di Ascoli Piceno (Villa di Rimini e Colì
di Bologna). Espulsi: 28' Giallombardo (G);
31' Caccavallo (G). Ammoniti: Addae, Giallombardo
e Falconieri (G); Agnello e Gallozzi (A). Spettatori:
1776 (di cui 1104 abbonati; di cui 384
di L'Aquila nel settore ospiti). Risultati:
Trentunesima Giornata - Prima Divisione - Girone
B - Lega Pro: Benevento
- Catanzaro 0-0 Grosseto
- Lecce 0-1 70'
Zigoni (L) Gubbio
- L'Aquila 0-4 5'
Corapi (A), 28' De Sousa (A) rig., 41' De Sousa
(A), 60' Pià (A) Nocerina
- Paganese n.d.
(3-0
a tavolino per la Paganese) Perugia
- Viareggio 2-1 45'
Piana (V), 59' Mazzeo (P), 62' Scognamiglio (P) Pontedera
- Barletta 3-1 11'
Grassi (P) rig., 18' Grassi (P), 44' Arrighini (P), 55'
La Mantia (B) Prato
- Ascoli 0-3 57'
Tripoli (A), 69' Cipriani (A), 70' Tripoli (A) Salernitana
- Pisa 1-0 9'
Volpe (S) Riposa:
Frosinone
• 04
aprile 2014 Gubbio,
verso il 4-3-3. Iniziativa prima del match. Respinti
tutti i ricorsi del post Frosinone
Il
Gubbio è pronto per la sfida contro L'Aquila.
Falzerano si è allenato a parte. Radi non
ci sarà perchè squalificato come Boisfer.
Mentre Pisseri è abile e arruolato nonostante
qualche problemino alla spalla e al quadricipite.
Pertanto il tecnico Roselli è orientato a
confermare il 4-3-3. Quindi Pisseri in porta. In
difesa il quartetto Bartolucci, Tartaglia, Ferrari
e Giallombardo. A centrocampo il trio Sarr, Baccolo
e Addae. In attacco è previsto il tridente
Schetter, Falconieri e Caccavallo (o Falzerano,
se dovesse in extremis recuperare). L'Aquila di
Pagliari invece dovrà fare a meno con ogni
probabilità a Pomante e Corapi. L'allenatore
degli abruzzesi potrebbe optare per il 4-3-3. Testa
in porta. In difesa il quartetto Pedrelli, Zaffagnini,
Ingrosso e Dallamano. A centrocampo il trio Gallozzi
(in ballottaggio con Agnello), Maltese e Del Pinto.
In attacco il tridente Frediani, Libertazzi (o Pià)
e De Sousa. Arbitra il signor Stefano D'Angelo di
Ascoli Piceno. Sarà coadiuvato dai guardalinee
Tarcisio Villa di Rimini e Walther Colì di
Bologna. Intanto la società del Gubbio si
è mossa con delle iniziative per la partita
di domenica: per ricordare il tragico evento del
terremoto di L'Aquila del 2009, le due squadre entreranno
in campo con i propri calciatori che indosseranno
una maglia commemorativa con scritto: "in memoria
delle vittime del 6 aprile 2009: 309 sempre con
noi". Inoltre verrà osservato un minuto
di raccoglimento prima dell'inizio dell'incontro.
Intanto sono stati respinti tutti i ricorsi presentati
sia dal Gubbio che dal Frosinone in merito alle
sanzioni disciplinari del post partita Gubbio-Frosinone.
Pertanto è stata confermata la squalifica
del presidente Marco Fioriti fino al 31 maggio prossimo
e la multa di 8000 euro al club rossoblù.
Pure la squalifica del portiere Zappino del Frosinone
è stata confermata.
• 04
aprile 2014 A
Norcia in campo tanti giovani e riserve: è
6 a 2 con i russi della Primavera dello Zenit
Il
Gubbio ha effettuato nel pomeriggio di giovedì
una partita amichevole a Norcia contro
la Primavera dello Zenit di San Pietroburgo. La
formazione di Roselli è stata sconfitta 6-2
dalla formazione russa. Per il Gubbio sono andati
a segno il giovane Spagnolo e Caccavallo. Una formazione
formata da tanti rincalzi e tanti giovani. Quindi
nessuno esperimento in vista della delicata partita
di domenica contro L'Aquila. In pratica sono rimasti
a casa (allenandosi in sede) diversi titolari come
il portiere Pisseri, i difensori Bartolucci, Tartaglia,
Ferrari, Radi e Giallombardo, i centrocampisti Boisfer
e Addae, oltre agli attaccanti Falzerano, Falconieri
e Schetter. In pratica il tecnico Roselli ha riproposto
il modulo 4-3-3 e il primo tempo si è concluso
in parità (2-2). In grande spolvero Caccavallo,
autore di una rete. Così in campo (4-3-3):
Gozzi
(35’st Bellucci); Labate (1’st Gelli), Laezza (17’st
Schiaroli), Nuti, Belfasti (11’st Pandolfi); Sarr
(1’st Tomarelli), Molinelli (1’st Carnevali), Giuliacci
(7’ st Migliori); Caccavallo (1’st Damiano), Luparini
(10’pt Spagnolo), Moroni (1’st Benedetti). Intanto
da L'Aquila sono previsti oltre 400 tifosi al seguito.
Sono stati venduti nella giornata di giovedì
già 200 biglietti, come riporta il portale
web Abruzzo23ore.tv, che spiega: «una trasferta alla quale la tifoseria
organizzata stava preparando da tempo. E alla quale si
uniranno in tanti, famiglie comprese. Allettate dal bel tempo e dalla possibilità di un week end sulle verdi colline umbre. Ma tutti accomunati dalla volontà di
vivere, a 5 anni esatti, il ricordo del sisma accanto
a qualcosa di decisamente identitario: una partita della squadra della propria città».
In settimana c'era stato stato pure un comunicato
del tifo organizzato dei "Red Blue Eagles"
che recitava come segue: «Tiriamo fuori l'orgoglio e dimostriamo il nostro senso di appartenenza.
É doveroso portare in alto il nome dell'Aquila e onorare la memoria di chi in quella notte ci ha lasciato. Per questo invitiamo tutto il popolo aquilano a seguirci a Gubbio.
Domenica 6 aprile sarà molto di più
di una semplice partita di calcio. E quindi il 6
aprile 2014: tutti a Gubbio». L'Aquila si
trova a quota 46 punti in classifica (+10 dal Gubbio)
ed si colloca in quinta posizione, in coabitazione
con il Pisa. E intanto in casa Gubbio prosegue il
silenzio stampa totale da dopo il match interno
contro il Frosinone. In settimana aveva parlato
il tecnico Roselli, ma solo a Catanzaro dopo il match di domenica
scorsa.
• 03
aprile 2014 Domenica
con L'Aquila: gara da dentro o fuori. Vicenda Lamanna:
sentenza di primo grado
Domenica
contro L'Aquila. Una sfida importante se non cruciale
per il futuro del Gubbio. Serve senza ombra di dubbio
una vittoria, se si vuole avere qualche speranza
per agganciare i playoff. Con L'Aquila si gioca
domenica 6 aprile. Una data nefasta perchè
ricorda proprio per gli aquilani quella "scossa"
tremenda che ha avuto come potenza di magnitudo
pari a 6,3 della Richter avvenuta alle ore 3:32
(e durò svariati secondi): era per l'appunto
il 6 aprile 2009 e quel tragico terremoto
causò la morte di 308 persone, con oltre
1500 feriti e oltre 10 miliardi di euro di danni.
Un fatto sconvolgente, con tutti gli strascichi
che ne sono conseguiti. In quell'annata eravamo
in vacanza a San Benedetto del Tronto e avevamo
incontrato diverse famiglie di L'Aquila alloggiate
negli alberghi: abbiamo sentito veramente delle
testimonianze agghiaccianti. E Gubbio ne sa qualcosa
di eventi sismici: proprio dallo scorso agosto è
iniziato uno sciame sismico nel bacino eugubino
di una certa intensità che ha toccato il
picco massimo il 22 dicembre 2013 con una scossa
di magnitudo 4 e si sono registrate finora ben 19
scosse telluriche sopra il terzo grado della Richter.
E proprio in questi giorni proprio il sito ufficiale
dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
(Ingv) si è interessato del terremoto di
questo bacino con un articolo ben preciso che spiega nei dettagli proprio l'evoluzione della
sequenza sismica in Umbria. Ma torniamo a parlare
di calcio. All'andata il Gubbio si impose a L'Aquila
per 2-1 nell'anticipo serale del 23 novembre 2013.
L'Aquila del tecnico Pagliari si trovava al primo
posto in classifica, ma il Gubbio allenato allora
da Bucchi fece una partita perfetta, senza sbavature:
andò a segno in avvio Baccolo con un tocco
sotto misura e poi a pochi minuti dal termine del
primo tempo ci fu il raddoppio di Falconieri per
mezzo di un gran tiro da fuori area di sinistro.
Il gol della bandiera della formazione abruzzese
è arrivato nei minuti finali con Pomante.
É stata senz'altro la migliore partita disputata
dal Gubbio in questa stagione perchè aveva
saputo abbinare la tenacia, la sagacia tattica e
la praticità in un solo colpo. Ma ormai quella
gara fa parte del passato ed ora va dimenticata
in fretta. Adesso bisogna pensare al presente e
pensare a domenica con un solo obiettivo: centrare
la vittoria a tutti i costi perchè non ci
sono alternative. Intanto proprio
ieri (nella giornata di mercoledì) navigando
su internet ci siamo imbattuti su una news
che riguardava il Gubbio Calcio e proveniva da Alessandria.
Abbiamo aperto l'articolo del portale che si chiama
Dialessandria.it e così riportiamo in breve proprio cosa è
stato scritto dal portale piemontese: «Era il 26 settembre 2010, giorno
di Alessandria-Gubbio al Moccagatta. dopo il match
un diverbio tra un sostenitore alessandrino e la
famiglia Lamanna degenera e si arriva al contatto:
nulla di grave ma la vicenda finisce in Tribunale
e per oltre tre anni si ricorre agli avvocati. In
quella circostanza Eugenio Lamanna, attualmente
al Siena in serie B, rimediò un'ecchimosi
allo zigomo. Nella giornata di ieri (31 marzo ndr)
l'assoluzione nel processo di primo grado per il
tifoso alessandrino». Naturalmente riguarda
la vicenza di Eugenio Lamanna che tutto il popolo
eugubino conosce. Mentre il portale Tuttomercatoweb.com
ha riportato un articolo più dettagliato
sul processo di primo grado ad Alessandria.
• 02
aprile 2014 Espulsioni
a quota 17 e playoff lontani: qualcosa non torna.
Serve il miracolo. E in futuro...
Quanti
dilemmi, quanti problemi. Nonostante l'ottimo risultato
di Catanzaro maturato grazie davvero ad un eurogol
di Radi su punizione (un'esecuzione balistica degna
di grandi platee), la situazione non è cambiata,
anzi è peggiorata. Sembra paradossale, però
è così. In primis si è registrata
a Catanzaro l'ennesima espulsione, la diciassettesima:
l'autore del gol infatti, Alessandro Radi, è
stato espulso, addirittura a tempo scaduto. Un problema
serio, un problema che ormai è diventato
consuetudine, che si va a sommare ai cartellini
gialli: in tutta la stagione il Gubbio ha già
racimolato 76 cartellini gialli in 26 gare disputate:
una media di 2,92 cartellini gialli a partita. Ma
il Gubbio ad inizio stagione (con l'inizio di una
collaborazione importante con il Parma) si era dato
un obiettivo ben preciso: centrare i playoff. A
quattro giornate dalla fine del campionato, il Gubbio
è costretto ad inseguire posizionato all'undicesimo
posto (in coabitazione con il Prato), distanziato
di sei lunghezze dal nono posto (dove si trova la
Salernitana) mentre Benevento e Pontedera si trovano
addirittura a +7. Infatti la distanza dai playoff
si è allungata perchè Pontedera e
Benevento hanno ottenuto rispettivamente due vittorie
fuori casa fondamentali a L'Aquila (prossimo
avversario del Gubbio) e a Barletta. Insomma, la
strada al momento appare assai tortuosa per non
dire molto proibitiva. É chiaro che, dopo
i proclami di inizio stagione, ci si aspettava di
più da questa annata. Una squadra che ha
trovato molte difficoltà, andando a fasi
alterne, e l'assurdo è avvenuto con la cinquina
presa nel derby interno con il Perugia: una reale
batosta che rimarrà nella storia, tant'è
che ha fatto arrabbiare tanti tifosi. Da quel momento
in poi c'è stata proprio una fase di sbandamento
e piano piano è ritornata una lenta ripresa
(a parte le tre vittorie consecutive con Prato,
Grosseto e Viareggio che avevano illuso un po' l'ambiente).
É una stagione che è andata così
e va presa per quello che è. Ma soprattutto
c'è da risanare anche quel rapporto con la
tifoseria eugubina che sembra spenta e rassegnata,
e c'è da risanare il rapporto con il tifo
organizzato che a sua volta (da dopo il derby con
il Perugia) ha smesso di attaccare pure gli striscioni
in curva per protesta. Forse ci vorrebbe più
chiarezza. Forse ci vorrebbe un modo diverso di
comunicare con tutta la piazza. Il muro contro muro
non serve a nulla. Il muro contro muro porta solo
danni. Il muro contro muro potrebbe distruggere
quel bel giocattolo che era diventato famoso per
la sua limpidezza e per la sua genuinità
nell'era di Torrente. E bisogna ricordarsi bene
una cosa: quando il giocattolo si rompe, poi è
difficile ricomporre i pezzi. É chiaro che
al momento i conti non tornano: in caso di fallimento
dei playoff, l'obiettivo prefissato iniziale andrebbe
in fumo. E tutti i buoni propositi andrebbero in
fumo, in quanto nel calcio le belle parole devono
portare i fatti, altrimenti si parla in gergo di
stagione anonima. Diciamo che in questa stagione
si è persa una bella occasione visto che
non c'erano le retrocessioni. Tuttavia finchè
la matematica non condanna il Gubbio, è giusto
lottare fino alla fine per centrare la zona playoff.
Ma con tutta sincerità serve un miracolo
e il tecnico Roselli a questo punto della stagione
deve trovare la bacchetta magica (e chissà
che non la troverà davvero). Nel frattempo
il nostro "Pesce d'Aprile" ha ottenuto
un grande successo. Il nostro attore persuasivo
Stefano Stocchi (tramutato in Commendatore Stefano
Van Bladel Stocchi), nell'intervista inventata del
1 aprile, ha creato un certo stupore. Non sono mancati
i commenti sul muro del tipo: "Ma è
un comico o parla sul serio?"; "Se quello
è il commenda, ma 'sti titoli se comprano!",
ma c'è chi anche che ha scritto:
"nelle news un buon pesce d'aprile, e pensare
che quest'anno sono successe situazioni più
comiche". Si prende sempre tutto troppo
sul serio. Ogni tanto serve sdrammatizzare.
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