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• 31
MARZO 2020 Giammarioli:
"Ora sacrifici per tutti. Prima la salute
e gli stipendi...". Caccavallo: "Pagliacci"
In
questa situazione davvero difficile, parla Stefano
Giammarioli. Alcuni concetti del suo pensiero. Di
seguito: "In questa situazione i presidenti sono chiamati a fare dei
sacrifici enormi. Ma credo sia giusto che i sacrifici li facciano prima
per le loro aziende e poi per le loro squadre di calcio. Se riusciranno a
risollevarsi continueranno a gestire i propri club, magari con budget
minori ma con la stessa passione di prima".
Così si è espresso il direttore sportivo
ai microfoni del portale web che segue il calcio
di serie C - ovvero il sito Tuttoc.com - dove lo
stesso Giammarioli ha aggiunto: "È la più grossa emergenza dopo la seconda guerra mondiale, adesso
dobbiamo solo tutelare i nostri anziani. È difficile prevedere quando si
rigiocherà, i numeri cambiano in continuazione, in alcune parti
d'Italia il virus è appena arrivato, in altre non ancora e speriamo non
arrivi. Se tutto si risolverà entro maggio, l'idea di terminare il
campionato entro l'estate e poi ripartire dopo 15 giorni credo sia la
soluzione migliore. Sarà stancante, direte voi, ma adesso bisogna fare
dei sacrifici tutti insieme".
Invece su una possibile riduzione di stipendi, Giammarioli
ha precisato: "In Serie A credo che sia doveroso valutare attentamente quanto
fatto dalla Juventus, per quanto riguarda la serie B e C bisognerà valutare
con attenzione il taglio degli stipendi perché quest'ultimi hanno cifre
normali".
Intanto l'ex attaccante rossoblù Giuseppe
Caccavallo, ora alla Carrarese, si sfoga con la
politica tramite il suo profilo instagram. "Non fatemi il paragone con calciatori di A con quelli di C, in
questo periodo di crisi mondiale, i calciatori di C molto probabilmente
non potranno garantire un qualcosa ai propri figli, non potranno pagare
un mutuo. Non pensate che in C si guadagnano soldi, c'è anche chi guadagna 1300
euro al mese. Ci ritroveremo senza una società, senza una squadra, senza un posto
di lavoro. Chi dovrebbe tutelare le serie minori non
l'ha mai fatto. I pagliacci che dovrebbero tutelarci raccontano solo chiacchiere.
Dovremmo essere noi calciatori a fare rivolta
contro i politici".
Come pubblicato dal sito web 'La Voce Apuana.
• 30
MARZO 2020 L'editoriale.
Niente sarà come prima. Un addio alla normalità.
Ma che brutta roba, ahinoi...
É
subentrata l'ora legale. Spostando in avanti le
lancette di un'ora in avanti, si consuma meno a
livello di elettricità, si fa buio più
tardi e il sole invita alle belle camminate o a
qualche gita fuori abitazione. Ma per il 2020 non
è così, è un anno finora nefasto.
Con l'emergenza del Coronavirus tutto cambia: è
come se questa luce si fosse spenta. Come se il
mondo si fosse fermato e si cominciasse una nuova
era. Perchè è inutile fare giri di
parole. Perchè è inutile dire che
tutto tornerà come prima. É illogico
dire pure che andrà tutto bene. Più
che altro bisogna vivere tutti quanti nella speranza
che tutto non andrà "a cianfo",
detto all'eugubina. La speranza è che, passata
la tempesta sanitaria, economica e finanziaria scatenatasi
dal diffondersi del Covid-19, le cose cambino per
il meglio. Eppure, in Italia, ma anche a livello
globale, ci sono alcuni segnali di certo non incoraggianti.
A livello italiano si dovrebbe tornare ad un maggiore
intervento dello Stato, ad un rafforzamento dei
settori della sanità, supportata dalla medicina
e dalla ricerca, ma soprattutto va rinnovata una
classe dirigente che ha mostrato il suo fallimento.
Con l'Italia pure gli altri paesi guida dell'Europa.
Perchè l'Europa, proprio in questa fase di
emergenza, ha dimostrato di non esistere. Siamo
di fronte alla constatazione della debolezza di
una Europa che dimostra neanche una minima solidarietà
tra i paesi che finora si potevano ritenere 'amici'
nell'unione continentale. Per questo motivo sarà
necessario avviare nuovi processi di riflessione.
Man mano che passa il tempo sempre più persone
si dicono convinte che questa pandemia cambierà
in maniera radicale il nostro modo di vivere. Probabilmente
ci ha insegnato che la società nella quale
viviamo forse non si è evoluta come l'abbiamo
creduta. C'è la tecnologia, c'è internet,
ci sono mezzi immani e avveniristici, ci sono privilegi
e democrazie, ma di fronte alla pandemia è
come se fossimo piombati in un attimo nel Medioevo:
come successe per la peste, l'unica via di uscita
è mettersi in quarantena per evitare il contagio
e la mattanza di un virus subdolo e invisibile.
L'assurda corsa verso consumi sfrenati, sprechi,
inquinamento, con molti che hanno pensato solo al
Dio Denaro, invece di pensare a trovare soluzioni
per risolvere i problemi di tutti. Ora i nodi vengono
tutti al pettine. Un mondo che si è arroccato
su posizioni individualistiche, egocentriche ed
egoistiche. Ma poi a rimetterci sono sempre i più
deboli. La gente comune. La gente che ha voglia
di respirare un po' di aria buona, che vuole scambiare
quattro chiacchiere tra persone a noi care, che
vuole fare vivere le piazze di una bellissima Italia,
che vuole rilassarsi al mare o in montagna. Ora
questa luce e questa vivacità si sono spente
in un attimo. Chiaro che cambieranno le nostre abitudini,
probabilmente dobbiamo dire addio a quella che finora
chiamavamo normalità. Probabilmente dovremo
abituarci al distanziamento sociale. Tutti quanti
a parlarci a distanza di sicurezza. Che brutta roba,
solo a pensarci. Niente sarà più come
prima. Forse è l'effetto della reclusione
domestica. Ma le emozioni, i pensieri e i sentimenti
che ci accompagnavano nella vita normale ci mancano,
eccome. Adesso si capisce meglio quanta stupidità,
superficialità e quanta saccenza è
esistita tra certe persone. Niente sarà più
come prima neanche nel calcio. Già si parla
che i calciatori guadagneranno di meno e durerà
per qualche anno (e questo è un dato di fatto).
Probabilmente si riscriveranno le regole nei rapporti
tra club e calciatori, soprattutto in serie C perchè
molte società rischiano di sparire. Cambierà
probabilmente il mercato inevitabilmente più
povero, fatto più di scambi e con prezzi
senz'altro ribassati. L'emergenza Coronavirus non
miete solo vittime. Rende pari tutti quanti. Una
crisi irreversibile che toccherà tutti.
• 28
MARZO 2020 Torrente:
"Il virus ci cambierà. Difficile dire
quando si riprenderà e come. Quel gol di
Crema..."
Tutto
categoricamente via etere. Parla tramite Skype l'allenatore
Vincenzo Torrente in questo periodo difficile per
tutti e dice: "Lavoro in casa. Mi aggiorno.
Cerco di documentarmi a livello calcistico. Sto
studiando. Sto guardando quello di positivo che
è stato fatto in questa stagione. Guardo
partite. Poi guardo quei calciatori che non conosco.
Sono sempre in contatto con lo staff tecnico nell'intento
di poter migliorare sempre quello che si va facendo.
Noi vogliamo sempre la crescita dei ragazzi. Negli
scorsi mesi siamo riusciti a dare una identità
vera alla squadra, la squadra è assoluamente
cresciuta. É stato fatto un lavoro lungo
e difficile all'inizio, con scelte delicate che
andavano fatte. Ora stiamo monitorando i ragazzi
a distanza, non lasciamo nulla al caso e non vogliamo
che si lasciano andare. Curiamo tutto anche a livello
di alimentazione grazie al dottore Corbucci. Tutti
i ragazzi sono rimasti a Gubbio, è stata
una decisione ferrea ma giusta. D'altronde il governo
è stato chiaro, non si va altrove".
Se si dovesse riprendere? "Non credo che
sarà facile. Poi non so veramente se si riprenderà
davvero. Se si dovesse ripartire è come ripartire
in estate con un nuovo mini-campionato. Ma ribadisco,
non può essere facile. Sia per la condizione
da ritrovare ma soprattutto per le paure. Soprattutto
a livello mentale questa situazione ha toccato parecchio
tutti. La priorità è la salute, parlare
di calcio a luglio o ad agosto è superfluo.
Con tutti questi decessi e con tanta gente che perderà
il lavoro, come si può parlare ancora di
calcio? Bisogna avere rispetto soprattutto per i
morti e mi resta difficile parlarne. Non comandiamo
noi, purtroppo adesso comanda il virus. Questa epidemia
cambierà le abitudini, inoltre ci sarà
un ridimensionamento economico anche per il calcio.
Toccherà tutti: allenatori, calciatori, ma
pure le tv e i mezzi di informazione. Probabilmente
ci saranno anche dei biglietti meno cari". Il trainer manda un saluto
ai tifosi: "Mi raccomando, restate a casa:
così facendo mi auguro che torneremo ad abbracciarci
tutti insieme e sperare di dare nuove gioie sul
campo". Infine il tecnico Vincenzo Torrente
ha voluto ringraziare il nostro sito web (il tutto
tramite
il responsabile della comunicazione Massimo Francioni),
affermando quanto segue: "Vorrei congratularmi
con il sito web Gubbiofans.it perchè ha ricordato
quel gol di Crema di undici anni fa. Ma dico questo perchè
quel gol di Gomez rappresenta l'essenza del calcio
che piace a me. In pratica quell'azione sintetizza
in maniera perfetta il tipo di calcio che intendo
io: un calcio basato su tocchi di prima, con verticalizzazioni
che arrivano in area molto velocemente con la palla
al piede. Dal punto
di vista estetico è la sintesi perfetta:
un tocco, o al massimo due, tra sei calciatori, senza
poi fare toccare mai la palla agli avversari".
• 27
MARZO 2020 Rewind.
A Crema undici anni fa... un gol con tanti tocchi.
Gomez gol e quell'azione perfetta
Tempo
di ricordi. Era il 27 marzo 2011, precisamente undici
anni fa. Il Gubbio di Torrente si appresta a giocare
a Crema contro il Pergocrema. Uno stadio originale,
stile inglese, con tribuna bassa attaccata al campo
e coperta. Con tanti eugubini al seguito che improvvisarono
una tavolata prima del fischio d'inizio davanti
allo stadio lombardo, dove si offrivano panini con
porchetta e vino. Un'atmosfera di certo inusuale
che sorprese le forze dell'ordine locali in tenuta
anti-sommossa e qualcuno di loro si tolse il casco
di protezione invitati dai tifosi eugubini a mangiare
qualcosa. Tra i sorrisi generali e un clima di vera
festa. Un calcio genuino e reale. Scene che adesso,
nei tempi del coronavirus, sono improponibili. Ogni
aggregazione è vietata. Ogni situazione di
festa è stata soppressa. Ogni weekend non
esiste più. Grazie ad un virus importato:
ricordiamocelo sempre - questo - per degli errori
evitabili che si potevano evitare. Per una politica
(chiamarli politici è parola grossa)
che ha pensato ai soli interessi personali e non
per il bene di una nazione, dei suoi cittadini e
della salute pubblica. Non scordiamocelo mai, in
particolare modo per chi ha perso un caro e per
i tanti decessi che hanno colpito il popolo, i più deboli.
Tornando a quella partita ricordavamo il numeroso
gruppo di tifosi eugubini (in 300). Andò
in vantaggio la squadra cremasca con Galli. Poi,
però, fu protagonista Gomez che segnò
il gol del pareggio tramite un'azione corale tutta
in velocità con sei tocchi volanti, poi capitalizzata
con un tiro all'incrocio proprio dall'argentino.
Come si può vedere da questo video ripescato
su 'you tube' postato da 'Mirko Loche Produzioni
Video' e a partire dal primo minuto si vede l'azione
descritta.
Ma quella annata è stata magica. Scrutando
sempre 'you tube' si nota un altro video antecedente,
datato il 13 marzo 2011, quando il Gubbio vinse
per 1-0 a Reggio Emilia contro la Reggiana davanti
a 630 tifosi eugubini al seguito. Il gol risolutore
fu realizzato da Donnarumma (ora ad Empoli in serie
A). Un video completo che racconta un momento toccante
per i cuori rossoblù.
• 25
MARZO 2020 Zanoni:
"La vedo molto dura che si tornerà
a giocare. La situazione è critica, in Lombardia..."
Si
vive ormai tutto in un mondo virtuale. Senza incontri,
senza approcci, senza un rapporto personale. Parla
in video chat il terzino Enrico Zanoni, nativo di
Treviglio, nella provincia bergamasca, ma la sua
famiglia vive ora ad Agnadello nel cremonese. Il
terzino sinistro racconta così come sta vivendo
il momento: "La vita di tutti noi è
cambiata. Mi adatto nelle mura domestiche facendo
delle faccende casalinghe e nel pomeriggio mi guardo
un film. Dopo di chè, dopo le cinque del
pomeriggio circa, intraprendo a fare degli esercizi
atletici che ci mandano lo staff tecnico del Gubbio.
Così per un'oretta tutti i giorni, esercizi
accompagnati da un po' di musica. Dopo cena vedo
che cosa mi offre la tv e poi si va a dormire. Questa
adesso è la giornata tipo". Uno
stile di vita che è cambiato un po' per tutti.
Ma quando si torna a parlare di calcio, il difensore
lombardo dice: "Se si tornerà a giocare
sono dell'idea che sarà molto difficile trovare
la giusta condizione. Questa la considero come se
fosse una seconda preparazione. Come se tutti quanti
fossimo tornati ad agosto. Se si dovesse ripartire
diventerebbe un campionato a sè. Come se
fosse un altro campionato. Un peccato fermarsi perchè
avevamo trovato la quadratura del cerchio in squadra,
riuscivamo inoltre ad esprimere un buon gioco e
quindi tutto questo non ci voleva perchè
provenivamo da una lunga serie di risultati utili
consecutivi". Un pensiero va alla sua gente in
terra lombarda che sta attraversando davvero un
periodo molto doloroso: "Parlare di calcio
è difficile. Il mio pensiero è sempre
rivolto ai miei cari e ai miei parenti che si trovano
là. Penso anche ai miei nonni, nella speranza
che non succeda nulla. Mi riferisco soprattutto a
mio nonno che a livello di salute è il più
debole. Un contagio al virus potrebbe diventare
compromettente. Ma voglio restare e pensare sempre
positivo. Ad Agnadello per fortuna per ora ci sono
pochi contagi. Purtroppo invece, un paese vicino,
Pandino, è stato molto colpito: con tanto
dispiacere
è deceduto pure il presidente della squadra
di questo paese che conoscevo, in una formazione
dove sono cresciuto prima che andassi all'Atalanta.
Un mio amico di famiglia lavora nell'ospedale di
Crema dove è stato costruito anche lì
un ospedale da campo e mi ha raccontato che la situazione
è critica. Si parla addirittura che ad un
certo punto si deve scegliere chi fare vivere e
chi viene lascialo andare al suo destino verso la
morte. Tra un trentenne ed
un anziano, la priorità viene concessa al
più giovane per le cure in ospedale, mentre
l'altro torna a casa. Veramente in Lombardia
la situazione è piuttosto critica".
Ma si ripartirà? "Credo che bisogna pensare
alla salute delle persone, parlare di calcio adesso
è molto superficiale. La priorità
è la sanità perchè siamo in
emergenza nazionale. Dico la mia, tornare
in campo? Ma io la vedo molto dura". Ancora
messaggi di cordoglio per la scomparsa di Fausto
Coppari. Massimo Vispi, un portiere del Gubbio dal
1971 al 1978, lo ricorda così scrivendo sul
muro di Gubbiofans.it: "Ho conosciuto mister Coppari, quando
era allenatore delle giovanili del Gubbio, in
una situazione molto particolare. Mentre mi recavo agli allenamenti in
bici vengo fermato da mister Coppari che mi dice che avrei fatto meglio a
mettere da parte la bici perchè non era una attività consigliata per un
calciatore. Praticamente per diversi minuti mi fece una lezione di
anatomia e fisiologia sulla muscolatura delle gambe con una tale competenza e
passione che mi convinse a tal punto che misi subito da parte la bici.
Da quel giorno ci siamo risentiti e spesso gli chiedevo consigli sia
calcistici che non. Un maestro".
• 24
MARZO 2020 Se
n'è andato Fausto Coppari, una gloria rossoblù.
Il ricordo di Mengoni: "Fu un maestro"
Un
altro lutto in casa rossoblù, ma questa volta
non ha niente a che fare con il coronavirus come
nel caso di Vincenzo Pasqua. Se n'è andato
dopo una lunga malattia Fausto Coppari, all'età
di 87 anni, ex attaccante dei rossoblù di
fine anni '50 e inizio anni '60, con il Gubbio aveva
giocato in Quarta Serie. Una volta terminata la
carriera calcistica da calciatore Coppari ha intrapreso
il ruolo di allenatore nel settore giovanile. In
particolar modo a Gubbio, ma anche con l'Edilcemento
(di cui fu fondatore insieme a Fernando Barbetti
ed Enrico Nicchi) e nel Perugia con Francioni e
Cerafischi ai tempi del presidente Silvestrini. Esordio
in maglia rossoblù il 28 settembre 1958 condito
con una rete nel derby vinto contro il Foligno per
4-0. Nella stagione 1958-1959 ci fu anche il derby
contro il Perugia. Si giocava allora sugli spalti
del 'Santa Giuliana' e la gara di andata fini 1-1:
reti di Serlupini e Nofri. Al ritorno, nel 1959,
in casa eugubina nella 'Fossa dei Leoni' del San
Benedetto uscì fuori un 2-2. In quella stagione
inoltre si ricorda pure il derby contro la Ternana:
vittoria in casa per 2-0 con le reti di Santonocito
e Minelli. Al ritorno invece fu sconfitta con i
rossoverdi per 1-0. Come allenatore nelle giovanili
viene ricordato come un sergente di ferro, molto
pignolo e dedito al lavoro, pure quando in estate
andava in vacanza con la sua famiglia nella casa
di Pontesasso nei pressi di Marotta di Fano. Un
ricordo, un pensiero, verso Fausto Coppari lo dedica
un ex calciatore del Gubbio, Lele Mengoni, che sul
muro di Gubbiofans.it ha scritto un messaggio che
racconta il personaggio. Una lettera a cuore aperto,
eccola di seguito: "Caro Fausto te ne sei andato in silenzio e con riservatezza: doti che avevavo da sempre contraddistinto il tuo essere.
Sei stato per Noi giovani della classe 60 - 61 - 62,
cui si aggiungevano
"Rimpi" Migliarini e Giorgetto Vantaggi, un esempio, un maestro, un
padre. Ci hai insegnato i valori veri del calcio e della vita. Ci hai
permesso di essere "gruppo", amici, uomini . Oggi ci rammarichiamo
per non poter essere lì a tributarti il Nostro rispetto, il Nostro
attaccamento e la Nostra ammirazione. Ciao Mister Coppari e grazie di tutto! Gli Allievi della Gubbio Calcio".
Intanto sul quotidiano sportivo 'Corriere dello
Sport' di martedì 24 marzo, ampio risalto
al Gubbio con un articolo intitolato: «il
Gubbio si fida di Torrente e Gomez». All'interno
dell'articolo si spazia dall'emergenza coronavirus
all'importanza dell'attaccante argentino e del tecnico
di Cetara che con i numeri hanno cambiato il Gubbio
facendo reagire quella squadra che si trovava in
evidente difficoltà di inizio
stagione. Ecco nel link l'articolo completo.
• 23
MARZO 2020 Gubbio,
ex calciatore vittima del Covid-19: Vincenzo Pasqua
ci lascia. Il ricordo di Ferrari
Un
virus che non risparmia, nessuno. Lutto pure nel
calcio eugubino. É deceduto all'Ospedale
'Santa Maria della Misericordia' di Perugia infatti
un ex calciatore rossoblù: si tratta di Vincenzo
Pasqua, lo storico centravanti a cavallo dal 1969
a 1971, soprannominato 'Fucilino'. Aveva 76 anni,
era ricoverato da giorni nell'ospedale del capoluogo
umbro e gli era stato diagnosticato il virus Covid-19.
Viveva a Perugia ma quando si è sentito male
si trovava nei pressi di Bastia Umbra, - scrive
così il portale web Bastiaoggi.it - stava
male da giorni e aveva la polmonite. Così
fu trasportato lo scorso 17 marzo in ospedale con
una ambulanza (con infermieri ricoperti con tute
bianche, come è prassi ora), ricoverato in
terapia intensiva. Tutti lo ricordano, perchè era
una bocca di fuoco insieme a Claudio Cagnazzo: con
la maglia eugubina segnò 16 reti nella prima
stagione (in 22 partite) e otto reti nella seguente.
Proprio nella stagione 1969-1970 esordì a
Gubbio con i rossoblù freschi della promozione
in serie D. Lo ricorda Antonio Ferrari, che all'epoca
era centrocampista, raccontando un aneddoto che
riguardava la partita tra Pietrasanta e Gubbio (21
dicembre 1969) dove lo stesso Pasqua realizzò
una personale doppietta con i rossoblù che
vinsero fuori casa con un rotondo poker (per 4-1):
"Negli anni ci siamo rivisti e ogni volta
che ci incontravamo ricordava con tanta gioia l'episodio
di Pietrasanta. Lui fece davvero due bellissimi
gol in quella partita. Poi si mise a prendere in
giro il terzino che lo marcava. Irritato, venne
espulso l'avversario. Ma poco dopo l'arbitro cacciò
dal campo pure Pasqua. Quando rientrarono negli
spogliatoi voleva un confronto con lo spogliatoio
degli altri, ci fu un fuggi fuggi generale tra dirigenti
e calciatori. É una storia che è sempre
rimasta di Fucilino. Lo chiamavano così perchè
lui era capace di fare tutti i gol di rapina".
Ecco una foto dell'epoca che ci ha girato proprio
Antonio Ferrari, immagine di Gianfranco Gavirati.
Lo stesso Vincenzo Pasqua tra l'altro faceva parte
di quei calciatori che affrontarono a Coverciano,
nell'amichevole del 28 ottobre 1970, la Nazionale
Azzurra guidata da Ferruccio Valcareggi, vice campione
del Mondo del 1970 (dopo la finale di Città
del Messico contro il grande Brasile di Pelè).
In questo momento non c'è altro da aggiungere.
• 22
MARZO 2020 Focus.
Dal comitato Covid-19 ad un paese in rovina. Un
virus che scoperchia tante pecche...
In
un paese totalmente in declino, che proprio in un
momento di emergenza dimostra tutte le fragilità
e le nefandezze fatte in passato (delle quali parleremo
dopo), intanto la Lega Pro comunica che è
stato istituito un Comitato Covid-19. Di che cosa
si tratta? Nasce per trovare delle soluzioni per
il paese e la comunità. In pratica consiste
nel valutare l'impatto economico, sociale e occupazionale
di questo coronavirus sull'ecosistema della
Lega Pro e dei suoi 60 clubs. Si scrive - in una
nota della Lega Pro - che il tutto potrebbe comportare
dei danni economici e sociali sul calcio di serie
C per alcuni milioni di euro. Con una nota, lo stesso
presidente Ghirelli dice: «Questo comitato
non gioca in difesa, limitandosi a quantificare
il danno, ma intende trovare possibili soluzioni».
Come si può leggere in toto in questo comunicato.
Ma torniamo al discorso di apertura. Un discorso
netto va fatto. Pure nel calcio si è litigato
mentre il paese combatte contro un virus invisibile.
Mentre un paese combatte un contagio limitando la
vita delle persone, chiudendo scuole e potenziando
il sistema sanitario della nazione, il mondo professionistico
litiga sui calendari delle partite che ha subito
inevitabilmente delle variazioni visto che ormai
è una emergenza a livello mondiale. C'è
chi vuole iniziare prima, chi dopo, chi concludere
a giugno, ognuno muove il suo orticello. Crediamo
che per tutti oggi questo virus è un vero
ammonimento: ci insegna quanto siamo fragili. Anche
il calcio professionistico dovrebbe imparare da
questa lezione. Ma d'altronde è un paese
fragile e lo dimostra in uno stato di emergenza.
Prima già del virus l'economia italiana stava
attraversando un periodo infelice. Figuriamoci adesso
con le strade vuote, negozi chiusi, lavoratori a
casa senza stipendio, altri che devono riceverlo
e non si sa quando. L'economia è ferma. Solo
alcuni fortunati (e sono sempre i soliti) possono
godere ancora di quello stipendio fisso. Ma qualcuno
ancora non lo capisce (o fa finta di non capirlo).
Come del resto è giusto stare a casa. Ma
bisogna distinguere chi è in casa chiuso
in 70 metri quadrati (se va bene talvolta) e chi
ha la villa con giardino o piscina, quindi con più
aria di sfogo. Una quarantena dorata, diremmo noi.
Il resto della popolazione invece è come
se fosse agli arresti domiciliari. Nessuno lo dice,
ma lo è. Ci auguriamo che possa servire per
debellare questo virus. Siamo i primi a dire che
queste regole vanno rispettate. Ma ci auguriamo
poi, quando finisce tutto, che ci sia la stessa
fermezza nel rispetto della legalità di fermare
e punire gli spacciatori, i ladri o coloro che fanno
accattonaggio molesto senza fissa dimora (punibile con
il codice penale art. 663 bis). Lo diciamo ai politicanti,
non di certo alle forze dell'ordine che fanno il
loro lavoro fino in fondo e in questi giorni sono
in prima linea per fronteggiare una emergenza senza
precedenti. Come sono in trincea tutti quelli che
si trovano nell'apparato sanitario a fronteggiare
una malattia senza precedenti. Tutti vittime di
una sanità italiana definanziata da dieci
anni dove sono stati tagliati migliaia di dipendenti
e i posti letto sono calati (sotto la media Ue).
Non lo scriviamo noi, ma i giornali più titolati.
Come si può vedere in questo articolo.
Perchè è chiaro che il primo pensiero
della gente adesso è il seguente: c'è
rabbia perchè questo contagio poteva (e doveva)
essere evitato o quanto meno poteva essere arginato
prima. Poteva e non doveva accadere questo. Già
quando c'erano le prime avvisaglie lontano dalle
mura della penisola. Non si è garantita la
sicurezza dei suoi confini e dei suoi cittadini.
Lo recita pure la Costituzione, eppure si è
violata anche quella. Da tempo non si è più
pensato ai cittadini, alla patria, a coloro che
trainano sul campo il paese realmente. Che tutto
questo serva da lezione. Serve un esame di coscienza,
per tutti.
• 19
MARZO 2020 Gomez:
"Un bacione a tutti quanti, andrà
tutto bene". Intanto i big del calcio e
della politica...
Tempo
di quarantena per tutti i papà. Una festa
del babbo (la chiamamo noi) diversa dal solito.
Un saluto particolare viene dal calciatore argentino
di spicco del Gubbio. Juanito Gomez, chiuso come
tutti nelle mura domestiche, lancia un saluto virtuale
a tutta Gubbio. Ecco il messaggio della punta argentina:
"Voglio approfittarne per salutare tutti
i papà di Gubbio. Tutti i papà del
mondo in questo giorno speciale. Approfitto di salutare
mio padre che si trova in Argentina. Un bacione
a tutti quanti, un abbraccio e andrà tutto
bene". Un messaggio tramite i canali social
ufficiale. Anche la più logica e scontata
comunicazione ormai è ridotta ai minimi in
tempo di coronavirus. Una fase difficile per tutti.
Intanto il ministro dello sport, Vincenzo Spadafora,
parla di una possibile riapertura del campionato
su Rai Tre: "Pensiamo alla data del 3 maggio.
Una data che auspichiamo. La situazione medico-sanitaria
cambia di giorno in giorno. Sarei molto cauto prima
che si ritorni alla normalità. In tal caso,
se sarà possibile ripartire dal 3 maggio,
le partite saranno giocate tutte a porte chiuse.
Riprenderemo infatti la normalità solo quando
non ci saranno più pericoli negli stadi".
D'altronde è molto chiaro il presidente della
Libera Associazione Medici Italiani del Calcio,
Enrico Castellacci (ex responsabile dello staff
medico della Nazionale), che spiega secondo quanto
riporta Calciomercato.com: "Esprimiamo tutto
il nostro dissenso sull'idea di alcuni club calcistici
di iniziare gli allenamenti precocemente, cioè
anche prima del 3 aprile. Crediamo che la data per
iniziare gli allenamenti dovrebbe essere concordata
per tutte le squadre e quindi deve essere uguale.
Esiste adesso solo una priorità: la tutela
della salute a prescindere da qualsiasi altra valutazione
politica, sportiva o economica". Sul tavolo
anche il possibile taglio degli ingaggi ai calciatori
e si parla anche di cassa integrazione. Ne ha parlato
pure il presidente dell'Aic, Damiano Tommasi, che
ha specificato all'Ansa: "Il tema della sostenibilità del sistema calcio durante e dopo questa
crisi globale è ovviamente di estremo interesse per tutti quelli che
vivono in questo sistema, calciatori compresi. Perciò tutti abbiamo l'interesse
che l'equilibrio economico venga preservato e proprio per questo
dobbiamo valutare tutti gli elementi del momento. Mancati introiti,
rinvio delle competizioni, cancellazione di eventi, contributi
governativi, aiuti federali, sostegno delle istituzioni internazionali.
Tutti questi elementi ci diranno quale sarà il ruolo dei calciatori".
• 18
MARZO 2020 L'editoriale:
calcio
in stallo e virus, il nostro parere spassionato.
L'ex Galderisi dice la sua
Un
calcio fermo, ipnotizzato. Ognuno a casa sua, come
chiuso in una botte di ferro. Un mondo che si è
involuto in un'era moderna. Inimmaginabile e sotto
certi aspetti incomprensibile. Perchè qualcuno
un giorno dovrà spiegare (a tutti) come è
nato questo virus che sta fermando l'intero globo.
Ci deve essere una spiegazione. E a tempo debito
qualcuno dovrà spiegarlo alla popolazione.
Se veramente siamo in uno stato democratico. Altrimenti
ci sarebbero da fare altre supposizioni. Che non
stiamo di certo qui a parlarne. Già se ne
dicono tante. Anche tra i politicanti che sfornano
solo parole e pochi fatti. Mentre dobbiamo pensare
a chi sta fisicamente in trincea. Dagli ammalati
a tutto l'apparato sanitario, senza escludere nessuno.
Perchè qui siamo in guerra. Ormai ce lo dicono
in molti, ormai in tutte le testate, ormai in tutte
le salse. Una guerra che non si capisce da chi sia
stata scatenata. Una guerra che poi come al solito
colpisce i più deboli. Coloro che reggono
l'Italia. Coloro che devono subire pure quei tagli
scellerati alla sanità e quelle scelte passate
aberranti che stanno portando un intero paese al
declino. Perchè qualcuno ha pensato solo
al suo orticino e non al paese, nemmeno al popolo
italiano. Questa è la realtà e noi
non usiamo giri di parole. Perchè è
giunta l'ora di dire basta. Perchè è
vero che qua si parla solo di calcio. Ma è
anche vero che siamo tutti italiani. Tutti rappresentiamo
lo stivale, un popolo. É giusto esprimere
il proprio pensiero. Ma soprattutto metterci sempre
la faccia. Perchè in Italia ogni volta si
pensa a fuggire dalle proprie responsabilità.
D'altronde di calcio in questi giorni c'è
da scrivere ben poco. Si vive di ricordi. Un ricordo
che sta a cuore al trainer Vincenzo Torrente è
di sicuro quella vittoria dell'Anfield Road. Accadde
proprio oggi: il 18 marzo 1992. Di cosa stiamo parlando?
Di quel Genoa famoso targato Osvaldo Bagnoli. Quel
Genoa riuscì a vincere contro il Liverpool
per 2-1 con una doppietta di Aguilera. Fu la prima
squadra italiana che riuscì nell'impresa.
Così il grifone si aggiudicò l'accesso
alle semifinali della Coppa Uefa. In campo c'era
Vincenzo Torrente, con la maglia rossoblù
(del Genoa), insieme ai vari campioni del tempo
come il brasiliano Branco (segnò un eurogol
nella gara di andata al Marassi) oppure Eranio,
Collovati e Skuhravy. Sappiamo che a Torrente sta
a cuore questo evento. Un evento che viene ricordato
dal portale web Calcissimo.com.
In questo momento di stop, c'è chi dice la
sua opinione a riguardo. Il trainer Giuseppe Galderisi,
ex del Gubbio, ora tecnico della Vis Pesaro, ha
dichiarato il suo parere sulle colonne del Corriere
di Padova: "Bisogna ritrovare la forza di
guardare avanti e pensare al nostro lavoro. Quando
si può ripartire? Non spetta a me dirlo o
a decidere, ma sarebbe meglio terminare tutto".
• 17
MARZO 2020 Fine
delle attività fino al 3 aprile. Ma poi chissà
se si riprenderà davvero. Il calcio è
fermo
Prima
riunione non fisica (in call conference) tra la
Lega Pro e l'Asso Calciatori. La riunione si è aperta con il comune impegno a portare a termine
il Campionato Serie C auspicando che le condizioni sanitarie lo
consentano, pur nella consapevolezza di trovarsi di fronte ad uno
scenario da monitorare con attenzione giorno dopo giorno in attesa delle
indicazioni e dei provvedimenti delle Autorità. Il tavolo si è già attivato per valutare e quantificare l’entità dei
danni subiti e di quelli che nel prossimo futuro i club si troveranno ad
affrontare. Preso atto delle raccomandazioni delle Autorità e
della Federazione Medico Sportiva Italiana, che individuano nei giorni a
venire il periodo del possibile “picco massimo” dei contagi da
Coronavirus Covid-19, Lega Pro ed Aic hanno ritenuto doveroso e prudente
per la tutela della salute di tutti gli addetti ai lavori dei club,
posticipare alla data del 3 aprile, il termine fino al quale dovrà
essere osservata la sosta delle attività. Con alcune precise precauzioni.
Evitare gli spostamenti in entrata e in uscita dal luogo di dimora o
domicilio nel comune dove ha sede l'attività lavorativa, ovvero dal
differente luogo dove gli stessi effettivamente abitano, salvo le
ipotesi legate a situazioni di necessità o motivi di salute. Rimanere nella propria abitazione, in caso di febbre superiore a 37,5
gradi, limitando al massimo i contatti sociali, nonché di contattare il
proprio medico curante. Non uscire dalla propria abitazione per chi è sottoposto alla quarantena o è risultato positivo al virus.
Chiaro che il futuro sembra molto incerto. Difficile
ipotizzare anche la ripresa del campionato in una
situazione di totale emergenza sanitaria che non
solo interessa l'intera nazione, ma praticamente
sta interessando quasi tutto il globo. Tant'è
che gli Europei di calcio sono stati rinviati all'anno
prossimo, ovvero inizieranno a partire da giugno
2021. Il calcio si è fermato dappertutto.
In tutto il continente europeo e pure in Argentina,
Brasile, Bolivia e Cile. Il campionato potrebbe
anche non finire. Questo rischio resta. D'altronde
il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ai microfoni
di Radio Anch'io Sport (su Radio 1 Rai), è
stato esplicito: "Non posso escludere nulla. Dobbiamo cercare di programmare con l'idea
che è quella di portare i campionati a termine. Fra le
ipotesi preannuncio anche la possibilità di non
assegnazione del titolo, di congelamento della graduatoria o del ricorso
a playoff e playout. Se non sarà possibile portare a termini i
campionati, adotteremo altre decisioni. Non è escluso che il
campionato di oggi possa essere bilanciato su due stagioni diverse".
• 16
MARZO 2020 Accadde
oggi: quella gara dopo l'impensabile nevicata con
la Fiorentina. Con foto ricordo
Era
il 16 marzo 2003. Esattamente 17 anni fa. Una partita
che è rimasta nella storia perchè
poi è stata rievocata in più occasioni.
Stiamo parlando di Gubbio contro Fiorentina, che
a quei tempi si chiamava Florentia Viola perchè
in quella stagione ci fu il punto di ripartenza
dalla serie C2. Una gara che riempì lo stadio
Barbetti. Sugli spalti presenti 5.413 spettatori
con esattezza, con la partecipazione piuttosto cospicua
dei tifosi viola (in 2.510 sugli spalti), per un
incasso da record di 56.400 euro. Una partita piuttosto
combattuta che finì 0-0 e il Gubbio sfiorò
l'impresa ma il sogno si era infranto sulla traversa
dagli undici metri allo scadere. Possiamo mostrare
un articolo dell'epoca che abbiamo trovato sul web.
Ma si ricorda soprattutto perchè fu un giorno
di marzo dove all'improvviso scese la neve e la
gara era a forte rischio rinvio. Tutto faceva presagire
che la partita venisse rinviata per impraticabilità
del campo. Ma è grazie ad alcuni tifosi eroici del
Gubbio (insieme ad alcuni sostenitori viola),
che si misero a spalare la neve a tempi di record
prima del match, si arrivò all'impensabile:
la partita si giocò regolarmente senza problemi.
Una scena che fu ricordata a Firenze negli anni
successivi, come ad esempio viene scritto in questo
articolo da Firenzeviola.it.
Una partita nella quale il Gubbio allenato allora
da Alessandrini dimostrò di giocarsela alla
pari contro Di Livio & company, con un certo
Giovanni Cipolla superstar che aveva dribblato praticamente
tutti anche se nel momento più bello il suo
penalty (che fu causato da Marinelli) non ebbe l'esito
sperato e la palla scheggiò la parte bassa
della
traversa. Un segno del destino: quel
gol poteva portare quel Gubbio a ridosso della vetta.
Ma il destino vuole che quella partita viene spesso
ricordata dal popolo del capoluogo toscano.
Come quando si scrive che quel campo di Gubbio «possiede
qualcosa di mitologico e nostalgico». Come
del resto si può leggere in questo articolo
di Violanews.com.
Ma come viene descritto, è stato anche un
momento populista, di unione e divisione. E di condivisione,
aggiungiamo noi. Un momento di sport di aggregazione
unica, che ricorda belli momenti, soprattutto in questa
fase storica che sta attraversando il nostro paese. Una
cosa impensata anche questa: il coprifuoco sull'Italia
intera.
• 15
MARZO 2020 Focus:
in un attimo, la frontiera è la porta di
casa. Il messaggio virtuale del tecnico Torrente
Una
vita da reclusi. Ora la frontiera è la propria
porta di casa. Come in un film fantascientifico,
ma è la pura realtà. Il mondo che
cambia in un battibaleno. Un mondo che nel ventunesimo
secolo non c'è abituato. Con il suo stile
di vita, talvolta frenetico, fatto di approcci sociali
e sentimenti, fatto di gioie quotidiane: andare
al bar, leggere un giornale, quattro chiacchiere
con chi ti sta a cuore, camminare liberamente tra
i monti o al mare. All'improvviso tutto si ferma.
Tutto cambia. Come se ad un certo punto qualcuno
avesse deciso di pigiare un bottone e fermare il
mondo per farci vivere un incubo. Un incubo che
in un paese democratico è difficile sopportare.
Improvvisamente c'è una dilatazione dei tempi
e degli spazi. Ci confrontiamo con una dimensione
differente. Pure un pallone, che rotola, che finisce
in rete, che regala emozioni, che raggruppa tante
persone nel tempio del calcio in uno stadio ribollente,
non può essere praticabile. Tutto si ferma.
Tutto si è fermato. Tutto questo è
peggio di una guerra sotto certi aspetti: mai avremmo
immaginato di poter essere obbligati a non uscire
di casa, a tenerci a distanza di sicurezza non solo
dagli sconosciuti, ma talvolta addirittura dai nostri
cari. Ovvio che è arrivato il momento di
riflettere. E quando passerà tutto probabilmente
troveremo un mondo cambiato perchè quanto
sta succedendo di sicuro cambierà di certo
l'essere di ogni persona e il suo modo di pensare.
Vedremo come ne usciremo fuori nel futuro. Intanto
il presente è come vivere in un bunker. Nessun
contatto umano, nessun confronto sano. Messaggi
a distanza, solo quelli. Il trainer Vincenzo Torrente
manda un messaggio virtuale: "È un momento difficile per tutti e anche io voglio sottolineare che è
fondamentale restare in casa, non uscire, rispettare alla lettera le
direttive che abbiamo ricevuto. Non c'è altro da fare. Voglio esprimere
inoltre un sentimento di grande vicinanza e di sostegno a medici,
infermieri, personale ospedaliero ed in generale a tutte quelle persone che
combattono in prima linea questo virus e che impegnano ogni momento
della loro vita per farci tornare a vivere normalmente".
Intanto gli allenamenti sono stati sospesi fino
a domenica 22 marzo. Inoltre lo staff tecnico e
atletico ha recapitato a tutti i calciatori un programma
di lavoro personalizzato, ognuno nel proprio domicilio.
D'altronde in periodo di quarantena, di isolamento,
o di semplice rispetto delle nuove norme, si è
passati allo 'smart training' o alle chat di gruppo.
Tutto racchiuso in una stanza virtuale. Per rispettare
una serie di esercizi quotidiani. Per non arrivare
appesantiti alla ripresa. Quando ci sarà,
ammesso che riprenderanno i campionati. Per davvero.
• 13
MARZO 2020 Lo
striscione, l'evento inaspettato e tutte le incertezze
del momento. Tutto ormai è un rebus
Uno
striscione, nei pressi dell'Ospedale di Branca,
nello svincolo tra Gubbio che poi porta a Gualdo
Tadino. Con questa scritta: «In questo momento
di difficoltà, fieri della nostra nostra
sanità. Non mollate». Il tutto a firma
degli Ultras Gubbio. Una foto che da subito è
diventata virale ed è stata girata tramite
Whatsapp a chiunque. Come si può vedere qua
nel link.
Un altro gesto non di poco conto proviene dalla
tifoseria del Modena. Tramite un comunicato degli
ultras gialloblù viene precisato che «non chiederanno il rimborso degli abbonamenti per le partite a porte
chiuse o che non si giocheranno chiedendo alla società di devolvere quei
soldi agli ospedali della provincia». Come si può vedere in questo
articolo pubblicato da Tuttomercatoweb.com.
Mentre il proseguo del campionato è una incognita
in virtù di un evento inaspettato come questo
che sarà ricordato alla storia e che al momento
si racchiude in un contesto tutt'altro che prevedibile.
Il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli,
tuttavia fa sentire la sua voce dicendo: "Non ci sarà alcun azzeramento dei risultati sportivi, i tifosi possono
stare tranquilli. Spero che non si arrivi a misure drastiche
(sospensione del campionato, ndr), ma il merito comunque andrà
rispettato",
così si è confessato a «La Gazzetta
del Sud». D'altronde una sospensione del campionato
con questa variabile non ha precedenti. Almeno a
livello sanitario con la propagazione di una epidemia.
Non è avvenuto per altre pandemie: l'influenza spagnola (del
1918 e 1919), l'influenza asiatica (1957-1958),
per l'influenza di Hong-Kong (1968-1969), neanche
per le più recenti Sars (2002-2004) e l'influenza
Ah1n1 (2009-2010). Il calcio si fermò solo
in coincidenza con le grandi guerre mondiali del
ventesimo secolo. Un articolo interessante a riguardo
viene pubblicato da «Il Fatto Quotidiano»
che si può vedere in questo link.
• 12
MARZO 2020 Malaccari:
"Momento difficile, vinciamo la partita
più difficile". Da Fano, che duro
attacco!
Ognuno
a casa sua, come da protocollo, allenamenti sospesi
prolungati fino al 20 marzo come da ordini della
Lega Pro. Un momento difficile per tutti, situazione
che non ha precedenti, con limitazioni alla libertà
personale, ma secondo la Costituzione il diritto
alla salute prevale, come quello della sicurezza.
Anche se è vero che, scorrendo il decreto
che riguarda le zone rosse che interessa tutto il
paese nazionale, sembra di ritrovarsi in uno stato
di guerra. Da dopo la seconda guerra mondiale non
erano mai state messe in atto delle restrizioni
così accentuate. Vuol dire che la situazione
è seria. Forse presa sottogamba. Non si capisce
se il problema è stato sottovalutato dall'inizio
o non ci sono state le giuste precauzioni prima.
Ovviamente questo scenario potrebbe cambiare il
parere di molta gente, anche a livello ideologico
ed esistenziale. In questa situazione c'è
chi non le manda a dire. Il presidente dell'Alma
Juventus Fano 1906, ovvero Claudio Gabellini, tramite
il canale ufficiale web della società non
ha usato giri di parole contro l'esecutivo italiano:
"Il Covid-19 ha scoperto quanto sia fragile l’organizzazione dello Stato
Italiano. Questa sanità si scopre oggi totalmente insufficiente a garantire
standard medici adeguati alle criticità che si stanno prepotentemente
manifestandosi. Una Protezione Civile praticamente devastata da
anni di tagli ed incuria, incapace di decidere con lungimiranza ed
appropriatezza. Ma ricordate la Protezione Civile di Zamberletti? Era stato
creato un sistema che il mondo ci invidiava e anche più recentemente, inoltre
Bertolaso gestì eventi catastrofici con grande professionalità,
interpretando correttamente il ruolo di decisore delle crisi. Ed è
proprio in questo clima che oggi viviamo, dove regnano confusione ed
incertezza, che si cova e cresce un grande disagio per tutti noi. Credo che difficilmente i campionati di serie
C potranno riprendere. Molti sono i quesiti che rimangono in sospeso: chi pagherà i costi delle
strutture fino a giugno? E quelli organizzativi? Come dobbiamo
comportarci con gli atleti e tutti i dipendenti? Ci sarà da chiedersi
chi rimarrà “vivo” dopo questa ennesima battuta d’arresto. Voglio sottolineare che l’economia e, dunque, gli imprenditori usciranno a pezzi da questo disastro".
L'intera intervista in questo link.
Il Gubbio intanto resta a casa, con messaggi blindati
che arrivano solo dai canali della società.
Soprattutto il capitano Nicola Malaccari dice: "Sappiamo
tutti che il momento che stiamo vivendo è
difficile. A noi ci è stato detto solo una
cosa: restate a casa. Solo così si può
limitare il contagio. Solo così siamo in
grado di vincere questa difficilissima partita.
Contro questo maledetto virus". Intanto
in Umbria, il patron della Ternana, Stefano Bandecchi,
acquisterà sei respiratori da donare all'ospedale
Spallanzani in questa fase di assoluta emergenza
sanitaria. Ecco la notizia di Fere Live.
• 10
MARZO 2020 Gubbio,
ora scatta il rompete le righe. Torneo sospeso.
Futuro, un contesto non prevedibile
Il
Gubbio si ferma del tutto. Niente più allenamenti.
Lo ha deciso il presidente Sauro Notari con una
nota della società. Scatta il rompete le
righe fino a fine settimana. Ecco cosa recita il
comunicato: «La società nella persona
del presidente Sauro Notari comunica che dalla data
odierna fino a domenica 15 marzo compreso ha deciso
di sospendere l'attività di allenamento della
prima squadra. Pertanto - alla luce del Dpcm del
presidente del Consiglio dei ministri del 9 marzo
- invita tutti i suoi tesserati a non muoversi
assolutamente dalla città di Gubbio per
nessun motivo e semmai dando comunicazione preventiva
alla società se dovessero verificarsi situazioni
di particolare emergenza». In definitiva lo
stesso provvedimento è stato preso anche
dalla Vis Pesaro, che doveva scendere in campo sabato
contro il Gubbio (come scrive il portale web Solovispesaro.it).
Nella giornata
di martedì tra l'altro è arrivato
un comunicato della Lega Pro che recita in sintesi
quanto segue: «Sono sospesi gli eventi e le
competizioni sportive di ogni ordine e disciplina,
in luoghi pubblici e privati. In tutti i casi le
società sportive a mezzo del proprio personale
medico sono tenute ad effettuare controlli idonei
a contenere il rischio di diffusione del virus Covid-19
tra atleti, tecnici, dirigenti e accompagnatori
che vi partecipano. Pertanto la Lega Pro dispone
di rinviare a data da destinarsi tutte le gare che
sono in programma fino al 3 aprile». Il comunicato
completo.
Adesso sono emerse alcune ipotesi al vaglio per
finire il campionato dopo questo periodo di sospensione.
Come la conclusione del campionato a giugno. Ma
vista la situazione di emergenza, che si evolve
giorno per giorno, tutte le ipotesi saranno valutate
non prima del 23 marzo, nel momento in cui è
previsto un nuovo Consiglio Federale.
• 09
MARZO 2020 Verso
il blocco totale fino al 3 aprile. Un'Italia blindata.
Le parole di Ghirelli e di Corbucci
Adesso
tutto è possibile. Compreso il fermo di tutti
i campionati fino al 3 aprile. Si parla addirittura
che si fermerà tutto lo sport fino a quella
data. Il tutto è emerso dopo una riunione
a Roma dove il Coni e le federazioni hanno chiesto
di sospendere tutte le attività sportive
ad ogni livello e hanno chiesto ora al Governo di
emanare un apposito decreto. D'altronde a livello
governativo è stata allargata l'estensione
della zona rossa in tutta Italia. Lo ha dichiarato
lo stesso presidente del Consiglio, Giuseppe Conte:
"Stop pure al campionato di calcio e non
consentiremo di utilizzare le palestre per lo svolgimento
di attività sportive". Intanto il
presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, ha
parlato con il portale web Tuttoc.com dicendo: "Ci
sarà un consiglio federale previsto per martedì
con l'ipotesi di sospensione del campionato. Qualche
presidente sta pensando anche allo stop degli stipendi?
Pure questo sarà oggetto di discussione. Monza,
Vicenza e Reggina al momento prime, in caso di stop
del campionato in maniera definitiva non c'è
una regola scritta, perciò va valutata anche
questa eventuale ipotesi. Ma chiederò se
sarà possibile prolungare il campionato fino
a giungo inoltrato, se ci sarà la necessità".
Intanto la Reggiana, dopo la positività al
coronavirus di un giocatore granata, ha deciso
di mettere in autoisolamento calciatori, staff e
collaboratori fino a fine settimana. Vedi.
Pertanto, la partita di sabato, tra Gubbio e Vis
Pesaro, che era stata anticipata alle ore 17, non
si disputerà. D'altronde in casa Gubbio c'erano
forti dubbi se proseguire il campionato in queste
attuali condizioni. Un intervento netto da parte
del dottor Giangiacomo Corbucci, intervistato telefonicamente
da Tef Channel durante la trasmissione 'Campo Aperto'
di domenica sera, ha precisato: "Non è
il caso di giocare. Lo dico ormai da tempo. Non
ci sono le condizioni. Il calcio è uno sport
di contatto. Rispetto ad altri sport il contatto
è alla base del gioco. Se poi penso che sabato
può venire a Gubbio la Vis Pesaro, cioè
una squadra che si trova in una zona rossa, vedo
la situazione inverosimile. Pertanto è giusto
fermarsi. Ma se dovessimo giocare in ogni caso sabato?
Ah, deciderà la società. Tuttavia
da parte mia c'è un parere categorico e non
mi prendo le responsabilità". Durante
la trasmissione viene trasmesso un video dove il
presidente Ghirelli viene intervistato prima della
gara di Avellino contro la Ternana, qui ripreso
dal sito web Calciofere.it,
in cui dice che è «giusto giocare perchè
è un momento di svago». Viene chiesto
un parere proprio al dottor Corbucci che ha risposto
così: "Che dire, da incoscienti.
Questa è una patologia, seria, reale, molto
contagiosa, per alcune persone è una malattia
letale mentre per altri può lasciare strascichi".
Per dovere di cronaca. Il dottor Corbucci è
stato docente all'Università di Cagliari,
all'Università Federico II di Napoli e reserch
fellow (ricercatore) all'University College di Londra,
oltre che medico sociale della nazionale italiana
di atletica leggera negli anni ottanta.
• 08
MARZO 2020 Calcio
al bivio. Calciatore positivo al coronavirus nel
girone. Ed ora tutto può succedere...
L'allarme
si allarga e questa volta è veramente a rischio
il campionato. Per forza superiore. Ci sono altre
priorità al momento della situazione, il
calcio passa in secondo piano, anzi il calcio stesso
in primis dovrebbe portare il primo esempio. Ma
viste le polemiche che ci sono state nelle ultime
ore, con il solito modo di fare all'italiana che
ognuno scarica le responsabilità sugli altri,
sarà improbabile che il mondo pallonaro nostrano
ne uscirà indenne. Intanto perchè
c'è una notizia inaspettata. Ovvero che un
calciatore di una squadra che gioca nel girone del
Gubbio è risultato positivo al Coronavirus.
Si tratta in pratica di un tesserato della Reggiana e curiosamente
è l'ultima avversaria tra l'altro incontrata
dal Gubbio in campionato lo scorso 23 febbraio.
Si tratta del primo caso nel girone B in serie C,
prima aveva toccato alcuni tesserati della Pianese
che milita nel raggruppamento A. Non è un
caso che ha subito preso posizione il presidente
dell'Assocalciatori, Damiano Tommasi, che ha specificato:
"Situazione grave, non si può più
giocare. Non è il momento che i calciatori
si abbraccino sul campo ed esultino. Il mondo del
calcio adesso sta dando un pessimo esempio. Abbiamo
già squadre con positività con il
Coronavirus, in queste condizioni non si può
più continuare". Parole secche di
Tommasi durante la trasmissione '90°minuto'
su Raisport. Sempre sullo stesso canale è
intervenuto il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora,
che ha detto: "La situazione si evolve ora
per ora. La situazione è seria. Credo che
sia un gesto irresponsabile continuare a giocare
come del resto ha voluto la Lega di serie A. Ci
sono restringimenti per i cittadini che devono restare
a casa, ma qua girano troppi interessi a livello
economico. Qualcuno credo che si trovi fuori dalla
realtà. Il mondo del calcio si sente immune
da regole e sacrifici". E subito è
arrivata la risposta seccata del presidente della
Lega di serie A, Paolo Dal Pino: "Invece
di fare demagogia, qua ci sono norme, perciò
se si vuole cambiare orientamento si faccia un decreto
ad hoc senza scaricare le responsabilità
sugli altri". Insomma, qua non c'è
una unità di intenti. Cosa succederà?
Adesso il campionato verrà fermato del tutto?
Ancora non si sa. L'unica cosa certa (e questo è
un dato puramente storico) è che la serie
C (la terza serie) nella sua storia si è
dovuta fermare solo nel periodo della Seconda Guerra
Mondiale (due campionati saltati dal 1943 al 1945).
Una terza serie che ebbe le sue origini nel 1926.
Idem, il discorso per la serie B.
• 07
MARZO 2020 Torrente:
"Nello stop curiamo i dettagli e chi ha
la rosa ampia...". Gubbio-Pesaro alle ore
17
Nel
bunker del Barbetti parla solo soletto il trainer
Vincenzo Torrente, senza la presenza attiva dei
giornalisti, senza il gruppo della carta stampa
autorizzata che porgono domande al tesserato di
turno. Questo è il clima surreale che ci
aspettiamo a vivere da questo momento fino al 1
aprile, fino ad ordine contrario. Parla solo tramite
i canali social del club rossoblù. L'allenatore
Vincenzo Torrente dice: "Con questa pausa
forzata stiamo cercando di lavorare per migliorare
sotto il punto di vista tattico. Senza mettere in
secondo piano pure l'aspetto fisico. Cambieranno
le abitudini perchè abbiamo visto che in
diciotto giorni ci saranno sei partite. In questo
senso dobbiamo essere in grado di affrontare questa
situazione che si è venuta a creare sperimentando
allenamenti ad hoc e non trascuriamo nulla perchè
curiamo anche l'alimentazione. Sicuramente le squadre
che possiedono delle rose più ampie avranno
dei vantaggi. Si gioca, si riposa e poi si gioca
subito di nuovo: perciò va fatto un lavoro
particolare di equipe da parte di tutti. La striscia
positiva? Sì, provenivamo da un buon momento,
sia a livello di prestazioni che a livello di risultati.
Ma adesso conta di più la salute della gente.
Siamo consapevoli che adesso andremo ad affrontare
un ambiente diverso dal solito. Mancheranno i tifosi,
cosa non di poco conto per noi. Ma noi faremo di
tutto per ottenere al massimo i risultati. Ci tengo
poi a fare un appunto". Prego, dica? "Volevo
ringraziare i calciatori. Si sono allenati sempre
al massimo in una situazione insolita".
E questo girone di ritorno? "Ora cambia
tutto con le porte chiuse. Senza tifosi è
un peccato. Proprio in una fase del campionato dove
tutto diventa più concreto. Tuttavia mi auguro
che nella prossima settimana Maini rientri nel gruppo,
recuperiamo Munoz, ma per Cinaglia bisognerà
valutarlo ancora una settimana. L'obiettivo è
preparare la partita contro il Pesaro e sarà
uno scontro diretto". Appunto, il prossimo
impegno da calendario sarà la partita prevista
per sabato 14 marzo tra Gubbio e Vis Pesaro, con
orario fissato per le ore 20:45. In queste ultime
ore però si sta pensando di anticipare la
partita nel primo pomeriggio. La società
eugubina era propensa a giocarla alle ore 15, ma
con ogni probabilità potrebbe essere disputata
alle ore 17 (perchè in tal caso devono essere
d'accordo entrambe le società). Ne sapremo
di più. Ovviamente la partita si giocherà
a porte chiuse.
• 05
MARZO 2020 Allenamenti
blindati e gare a porte chiuse fino al 1 aprile.
Niente conferenze e mix-zone
Situazione
estrema, estremi rimedi. Intanto l'A.S. Gubbio 1910
comunica che a partire da subito e fino al 3 aprile
tutte le sedute di allenamento della prima squadra
si terranno rigorosamente a porte chiuse. Un ulteriore
provvedimento che si aggiunge al fatto che qualsiasi
tesserato non si può muovere dalla città
per almeno due settimane, nemmeno si può
recare nei comuni limitrofi, vietati tutti i locali
al chiuso (bar, ristoranti, pub, discoteche, eccetera),
per evitare qualsiasi forma di indesiderato contatto
esterno. Queste le prerogative messe in atto dal
dottor Giangiacomo Corbucci (come viene specificato
in un'intervista al nostro portale che si può
trovare nelle news a scorrere). Che si aggiungono
alla sanificazione quotidiana con amuchina e alcool
etilico nei luoghi al chiuso (dicasi spogliatoi).
Intanto però la Lega pro ha ufficializzato
il prossimo calendario con le partite che si disputeranno
in maniera categorica a porte chiuse. A porte chiuse
si intende che non sono ammessi tifosi all'interno
dello stadio, nè ospiti, nè accreditati
della società. Sono ammessi solamente gli
arbitri, i calciatori con lo staff tecnico, medico
e dirigenziale delle due squadre nel recinto di
gioco. Non ammesse sfilate e gli eventuali cerimoniali
con la presenza di bambini o accompagnatori al momento
dell'ingresso nel rettangolo di gioco. Autorizzato
il personale tecnico connessi all'organizzazione
della gara come raccattapalle, manutentori, gli
operatori fuizionali in tal senso, compresi gli
steward, i vigili del fuoco e le autorità
di pronto soccorso. Sono ammessi inoltre solamente
gli operatori televisivi e i giornalisti preventivamente
autorizzati. Ma sarà necessariamente vietato
fare interviste in area mix-zone e nella conferenza
stampa. In pratica ecco le partite che si giocheranno
completamente con cancelli chiusi al pubblico. Sabato
14 marzo (ore 20:45) Gubbio-Vis Pesaro. Mercoledì
18 marzo (ore 18:30) invece c'è Carpi-Gubbio.
Domenica 20 marzo (ore 15) Modena-Gubbio. Mercoledì
25 marzo (ore 18:30) prevista Gubbio-Piacenza. Domenica
29 marzo (ore 15) Cesena-Gubbio. Infine mercoledì
1 aprile (ore 18:30) Gubbio-Sudtirol. In pratica
sono ben sei le partite senza pubblico. Con regole
restrittive per arginare il problema in uno stato
di emergenza. Ecco il calendario completo e le regole.
• 04
MARZO 2020 Konate:
"Con questo stop lavorare sodo. Ora una
striscia positiva. Ho tanto da recriminare..."
In
questa situazione di stasi e di incertezza, parla
il difensore Dramane Konate. Ormai non si gioca
da due settimane in un clima surreale. Il calciatore
ivoriano dice: "Credo che in questo momento
difficile e delicato bisogna essere bravi noi stessi
a mantenere alta sempre la concentrazione. Pertanto
bisogna prepararsi sempre al massimo negli allenamenti.
Quando ci sarà l'ordine di poter rigiocare
dobbiamo farci trovare pronti. Non è semplice
per nessuno non potendo giocare delle partite adesso.
Per questo motivo bisogna lavorare sodo perchè
il campionato andrà poi lottato fino alla
fine". Si potrebbe giocare prossimamente
anche a porte chiuse in zone considerate in allerta
rossa, il suo commento? "Credo che prima
di tutto viene la salute. Penseremo lo stesso a
giocare anche senza pubblico per vincere".
Ma Konate ha un rammarico e questo sassolino se
lo toglie dalle scarpe. Ecco cosa afferma: "Ho
tanto da recriminare. Perchè? Devo dimostrare
quello che riesco a fare. Spero che in queste ultime
undici partite riesco a dimostrarlo. Tuttavia ultimamente
sto andando meglio anche per merito dei miei compagni
di squadra". Un girone di ritorno importante
dove il Gubbio è decollato rispetto ad un
girone di andata annaspante. Cosa pensa? "Credo
che il segreto sia stato il lavoro. Ci siamo preparati
al meglio consapevoli del fatto che dovevamo incontrare
avversarie organizzate e di un certo rango. D'altronde
sapevamo che dovevamo fare punti per rincorrere
la salvezza". Pare che sia cresciuta la
solidità nello spogliatoio e anche in campo
si nota. Konate risponde così: "Vero
che abbiamo avuto dei momenti di certo non positivi
all'inizio di campionato. Poi è chiaro che
ogni allenatore ha il suo modo di lavorare. Abbiamo
ottenuto una buona striscia positiva e adesso siamo
tenuti a mantenerla. Pertanto dobbiamo mantenere la concentrazione
sempre al massimo. Poi chissà, si può
fare qualche altro pensiero. Ovvero i playoff? Magari,
ben vengano. Intanto però pensiamo alla salvezza
che è meglio, per il resto si vedrà
e in caso sarebbe una grande gioia. Il mio ruolo
preferito? Gioco dove il mister mi fa giocare e
cerco di dare sempre il massimo. Per giocare farei
di tutto, pure se mi chiedessero di fare il centravanti.
Mentre per il mio ruolo ho sempre apprezzato un
campione come Nesta". Un torneo così
livellato, in tanti lo dicono, ma è davvero
così? "Assolutamente sì. Credo
che rispetto agli altri gironi, questo è
un campionato molto combattuto. Per cui ribadisco
che serve lavorare sodo".
• 03
MARZO 2020 Gubbio
e Coronavirus: ecco il vademecum per gli atleti.
Corbucci: "Precauzioni drastiche"
Emergenza
Coronavirus. Il calcio si ferma. Esiste un diktat
per come comportarsi nella vita quotidiana. Di conseguenza
pure lo sport si è dovuto allineare a certi
comportamenti e sono cambiate anche le abitudini
quotidiane. Come si comporta in questo senso una
squadra di calcio? Nello specifico, come si è
adeguato il lavoro nella A.S. Gubbio 1910 in vista
di questa situazione improvvisa? Ne parliamo allora
con il medico della squadra, Giangiacomo Corbucci,
che specifica: "Tutta la situazione è
stata affrontata in maniera drastica. In primo luogo
ai calciatori è stato vietato in maniera
categorica, fino ad ordine contrario, di allontanarsi
dalla città di Gubbio. Neanche a Perugia
oppure a Fabriano. In questo contesto vengono compresi
sia i calciatori che lo staff tecnico. Pertanto
nessun allontanamento da Gubbio. Stiamo monitorando
e abbiamo monitorato un po' tutti dal punto di vista
di qualche accenno di sintomo. Per adesso nessun
sintomo. Abbiamo predisposto diciamo un decalogo
di cose da fare e quelle non da fare. Su questo
ci allineiamo seguendo le norme che sono state emanate
dalla stessa federazione. Nello specifico un calciatore
che abita al nord, che è stato assente, da
parte nostra è stato invitato a rimanere
dove si trova: ovviamente, se vuole rientrare, occorrerà
che faccia prima un tampone. Chiarisco che il calciatore
è asintomatico, però esistono anche
quelli portatori del virus che a tutti effetti sono
asintomatici, quindi riteniamo opportuno che il
giocatore stesso al momento resti al nord. Per il
resto del gruppo seguiamo le norme, quindi niente
di particolare, ma abbiamo adoperato un comportamento
molto stringente. Come dicevamo non è stato
permesso a nessuno di andare via, questa osservanza
sarà replicata anche per tutta la prossima
settimana. Dispiace per loro, capisco che qualcuno
potrebbe anche non accettare questa situazione.
Ma l'ho spiegato chiaramente: questa cosa si fa
per tutti o per nessuno. Capisco che in alcune zone
d'Italia il problema Coronavirus è meno rilevante
rispetto alle zone rosse, però purtroppo
il virus c'è. Nessuno si muove. Abbiamo cercato
di evitare i contatti il più possibile: niente
cinema, niente pub e niente luoghi chiusi".
Per quanto riguarda invece lo spogliatoio e negli
allenamenti, che predisposizioni avete intrapreso?
"Gli spogliatoi vengono sanificati dal personale
praticamente tutti i giorni. Con l'uso di amuchina,
alcool etilico, eccetera. Con la sanificazione delle
panche. Sul pavimento varechina e amuchina. Ci siamo
poi prodigati a sanificare pure lo spogliatoio che
era stato occupato dall'ultima avversaria in casa,
la Reggiana, pertanto non abbiamo lasciato nulla
al caso. C'è un odore di alcool nello spogliatoio
che non potete immaginare, ma in certe circostanze
vanno prese tutte le giuste precauzioni ed ora non ci
resta che Dio ci aiuti". Che dire. Il Gubbio
ha preso subito le giuste misure, drastiche ma opportunamente
doverose.
• 02
MARZO 2020 Nuovo
rinvio. Ora quattro gare infrasettimanali. Ad aprile
tour di force con 6 gare in 26 giorni
Nuovo
rinvio in serie C. Rinviata anche la partita di
domenica prossima che si doveva disputare contro
l'Imolese. Salvo ulteriori slittamenti si dovrebbe
tornare a giocare sabato 14 aprile 2020 e si presenterà
a Gubbio la Vis Pesaro. Quando nel frattempo proprio
nella provincia di Pesaro-Urbino scatta l'allerta
gialla com misure restrittive dalla giornata di
oggi (lunedì 2 marzo), con la decisione di
bloccare tutte le scuole, partite, eventi e manifestazioni
di varia natura, con leggi feree pure nei bar e
ristoranti. Una situazione inverosimile che sta
condizionando anche lo sport. Un contagio che inevitabilmente
lascia ricadute sul calcio e sul calendario. In
pratica Imolese-Gubbio sarà rinviata a mercoledì
15 aprile (alle ore 20:45). Confermato invece il
recupero per mercoledì 18 marzo per Carpi-Gubbio
(fischio d'inizio dalle ore 18,30). Mentre Gubbio-Sudtirol
sarà giocata mercoledì 1 aprile (ore
18:30). Tutti i recuperi in questo comunicato nel
link.
La situazione d'altronde si è complicata
con le condizioni di una manciata di calciatori
della Pianese risultati positivi al Coronavirus
e l'intera squadra della Juventus Under 23 che è
stata l'ultima avversaria è finita in quarantena
(compreso l'eugubino Ettore Marchi che milita adesso
con la formazione bianconera). In pratica nel dettaglio
il Gubbio dovrà giocare diverse gare infrasettimanali:
oltre a quelle citate con Carpi, Sudtirol e Imolese,
ci sarà sempre da calendario l'impegno di
mercoledì 25 marzo con il Piacenza che farà
visita alla città umbra. Nel mese di aprile
previsti sei incontri in soli 26 giorni. Quando
il campionato sarà nella fase cruciale. Intanto
ha preso la parola proprio il presidente della Lega
Pro, Francesco Ghirelli, che come riporta Italpress.com,
ha specificato: "Abbiamo preservato la regolarità
della serie C. Alcune gare che potevano anche essere
disputate le abbiamo rinviate, assieme a quelle
delle squadre delle zone rosse. Con la speranza
che si ricominci". In attesa che la situazione
si normalizzi. Intanto però si blocca tutto.
• 01
MARZO 2020 Gubbio
come a Bari: Torrente tra la gente per le vie della
città e va in bici come Don Matteo
Iniziative
che fanno bene al calcio, alla città e ai
tifosi. É stato un sabato speciale voluto
dal trainer Vincenzo Torrente che ha guidato la
squadra in un tour cittadino con una corsa e un
allenamento spontaneo per le vie della città.
In particolare si sono toccate le vie del centro
storico, dal quartiere di San Martino, poi in
via dei Consoli e tappa doverosa in Piazza della
Signoria
ai piedi del maestoso Palazzo dei Consoli. Con tutti
i calciatori in tuta rappresentativa e lo staff tecnico
(in bicicletta Torrente e Mengoni; a guidare il
gruppo a piedi Barilari e più dietro Pascolini) che hanno sfitato tra i
passanti incuriositi. Come si può vedere
in questo video dell'A.S. Gubbio 1910.
Esercizi in piazza con tanto di stretching finale
e senza pallone. Un Vincenzo Torrente inedito in
bicicletta come Don Matteo tra le vie di Gubbio:
come il celebre parroco interpretato da Terence
Hill nella famosa fiction che anni fa veniva girata
nella città eugubina (ora traslocata a Spoleto).
Vincenzo Torrente non è nuovo a questa
iniziativa. Già ai tempi del Bari nella sua
avventura in serie B con i galletti biancorossi fece allenare
i calciatori nel capoluogo pugliese sul lungomare
e tra le vie del centro, compresa la Bari vecchia.
Come si può vedere in questo video.
Il tutto avvenne nell'estate 2012. Una iniziativa
singolare che ha conquistato il web e i social, pure tanti
rinomati portali nazionali hanno mostrato la notizia,
con un eco fino a Bari (come si può leggere
sul sito web Tuttobari.it). Una iniziativa originale
per riavvicinare la gente e tutta la tifoseria eugubina
in un momento nel quale c'è stato un calo
vistoso di presenze sugli spalti negli ultimi anni.
Operazione simpatia, come del resto ha sempre
caldeggiato il trainer Vincenzo Torrente parlandone
nel suo primo giorno a Gubbio quando disse: "Da
ricreare la genuinità
perduta. Riportare allo stadio quella gente che
non c'è più. Bisogna riportare i calciatori
a contatto con la gente, parlare con loro, fare
gli allenamenti con la gente, vivere con la città,
soprattutto a Gubbio". Lo disse il 16 ottobre
2019, basta scrutare il nostro archivio news. Il
trainer Torrente è stato di parola. Lo ha
fatto. Serve genuinità, autentica. Quella
autenticità perduta negli ultimi anni. Come
non dirlo. Fino
a qualche tempo fa i calciatori erano tenuti in
silenzio, talvolta con silenzi stampa senza motivazione.
Addirittura i calciatori venivano intimati di
non parlare nemmeno con la stampa. Tutti chiusi
in una campana di vetro. Come avviene in un sistema totalitario.
Nemmeno dare consigli per qualsiasi situazione,
sempre rimandati al mittente. Servi di scena piegati
verso un dispotismo mediatico. Per creare
entusiasmo il consiglio più corretto è
quello di provare di creare empatia verso il destinatario,
bisogna cercare di vedere il problema dal
suo punto di vista (e non dal nostro). Famosa
citazione di Francois de La Rochefoucauld, scrittore
e filosofo francese, recitava: «Si danno i
consigli ma non si dà la saggezza di seguirli;
le menti mediocri condannano abitualmente tutto
ciò che è oltre la loro portata». Ora
pare che sia cambiato un po' il vento. Era ora.
Che non
sia cancellato tutto con un colpo di spugna. Le buone intenzioni e
i desideri
positivi siano accompagnati da conoscenza ed etica
professionale.
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