SERIE C - GIRONE B
DICIOTTESIMA GIORNATA
DOM. 8 DICEMBRE 2024
STADIO FELICE CHINETTI
SOLBIATE ARNO - VARESE
ORE 12:30

MILAN FUTURO

1

GUBBIO

0

DICIANNOVESIMA GIORN.
DOM. 15 DICEMBRE 2024
STADIO PIETRO BARBETTI
ORE 17:30

GUBBIO-SPAL

> Calendario completo: (vedi)

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CLASSIFICA
GIRONE B SERIE C
2024-2025

Pescara
Ternana (-2)
Entella
Torres
Vis Pesaro
Rimini
Arezzo
Campobasso
Pianese
Pineto
Ascoli
Carpi
Gubbio
Perugia
Spal (-3)
Lucchese
Pontedera
Milan Futuro
Sestri Levante
Legnago

39
39
37
32
32
27
26
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19
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16
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Risultati Calcio...

DICIOTTESIMA GIORNATA
DOM. 8 DICEMBRE 2024

Ascoli
Sestri Levante

4
1

Carpi
Torres

1
2

Lucchese
Arezzo lunedi

-
-

Perugia
Campobasso 
lunedi

-
-

Pescara
Legnago

0
1

Pianese
Ternana

1
3

Rimini
Pontedera

5
1

Spal
Vis Pesaro

0
1

Virtus Entella
Pineto

4
1

Marcatori 2024-2025
Serie C - Girone B

Cicerelli Ternana
Corazza Ascoli
Cianci Ternana
Bruzzaniti Pineto

12
11
9
8

Vedi lo stadio Barbetti!

Marcatori Gubbio
2024-2025

D'Ursi
Tommasini
Rosaia
Corsinelli
Fossati
Rovaglia
Tozzuolo
Rocchi

2
2
2
2
2
1
1
1

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DICIANNOVESIMA GIORN.
DOM. 15 DICEMBRE 2024

Gubbio-Spal

Arezzo-Pianese

Campobasso-Pescara

Legnago-Ascoli

Pineto-Rimini

Pontedera-Perugia

Sestri Levante-Carpi

Ternana-V.Entella

Torres-Lucchese

Vis Pesaro-Milan Futuro

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31 MARZO 2020
Giammarioli: "Ora sacrifici per tutti. Prima la salute e gli stipendi...". Caccavallo: "Pagliacci"

In questa situazione davvero difficile, parla Stefano Giammarioli. Alcuni concetti del suo pensiero. Di seguito: "In questa situazione i presidenti sono chiamati a fare dei sacrifici enormi. Ma credo sia giusto che i sacrifici li facciano prima per le loro aziende e poi per le loro squadre di calcio. Se riusciranno a risollevarsi continueranno a gestire i propri club, magari con budget minori ma con la stessa passione di prima". Così si è espresso il direttore sportivo ai microfoni del portale web che segue il calcio di serie C - ovvero il sito Tuttoc.com - dove lo stesso Giammarioli ha aggiunto: "È la più grossa emergenza dopo la seconda guerra mondiale, adesso dobbiamo solo tutelare i nostri anziani. È difficile prevedere quando si rigiocherà, i numeri cambiano in continuazione, in alcune parti d'Italia il virus è appena arrivato, in altre non ancora e speriamo non arrivi. Se tutto si risolverà entro maggio, l'idea di terminare il campionato entro l'estate e poi ripartire dopo 15 giorni credo sia la soluzione migliore. Sarà stancante, direte voi, ma adesso bisogna fare dei sacrifici tutti insieme". Invece su una possibile riduzione di stipendi, Giammarioli ha precisato: "In Serie A credo che sia doveroso valutare attentamente quanto fatto dalla Juventus, per quanto riguarda la serie B e C bisognerà valutare con attenzione il taglio degli stipendi perché quest'ultimi hanno cifre normali". Intanto l'ex attaccante rossoblù Giuseppe Caccavallo, ora alla Carrarese, si sfoga con la politica tramite il suo profilo instagram. "Non fatemi il paragone con calciatori di A con quelli di C, in questo periodo di crisi mondiale, i calciatori di C molto probabilmente non potranno garantire un qualcosa ai propri figli, non potranno pagare un mutuo. Non pensate che in C si guadagnano soldi, c'è anche chi guadagna 1300 euro al mese. Ci ritroveremo senza una società, senza una squadra, senza un posto di lavoro. Chi dovrebbe tutelare le serie minori non l'ha mai fatto. I pagliacci che dovrebbero tutelarci raccontano solo chiacchiere. Dovremmo essere noi calciatori a fare rivolta contro i politici". Come pubblicato dal sito web 'La Voce Apuana.

30 MARZO 2020
L'editoriale. Niente sarà come prima. Un addio alla normalità. Ma che brutta roba, ahinoi...

É subentrata l'ora legale. Spostando in avanti le lancette di un'ora in avanti, si consuma meno a livello di elettricità, si fa buio più tardi e il sole invita alle belle camminate o a qualche gita fuori abitazione. Ma per il 2020 non è così, è un anno finora nefasto. Con l'emergenza del Coronavirus tutto cambia: è come se questa luce si fosse spenta. Come se il mondo si fosse fermato e si cominciasse una nuova era. Perchè è inutile fare giri di parole. Perchè è inutile dire che tutto tornerà come prima. É illogico dire pure che andrà tutto bene. Più che altro bisogna vivere tutti quanti nella speranza che tutto non andrà "a cianfo", detto all'eugubina. La speranza è che, passata la tempesta sanitaria, economica e finanziaria scatenatasi dal diffondersi del Covid-19, le cose cambino per il meglio. Eppure, in Italia, ma anche a livello globale, ci sono alcuni segnali di certo non incoraggianti. A livello italiano si dovrebbe tornare ad un maggiore intervento dello Stato, ad un rafforzamento dei settori della sanità, supportata dalla medicina e dalla ricerca, ma soprattutto va rinnovata una classe dirigente che ha mostrato il suo fallimento. Con l'Italia pure gli altri paesi guida dell'Europa. Perchè l'Europa, proprio in questa fase di emergenza, ha dimostrato di non esistere. Siamo di fronte alla constatazione della debolezza di una Europa che dimostra neanche una minima solidarietà tra i paesi che finora si potevano ritenere 'amici' nell'unione continentale. Per questo motivo sarà necessario avviare nuovi processi di riflessione. Man mano che passa il tempo sempre più persone si dicono convinte che questa pandemia cambierà in maniera radicale il nostro modo di vivere. Probabilmente ci ha insegnato che la società nella quale viviamo forse non si è evoluta come l'abbiamo creduta. C'è la tecnologia, c'è internet, ci sono mezzi immani e avveniristici, ci sono privilegi e democrazie, ma di fronte alla pandemia è come se fossimo piombati in un attimo nel Medioevo: come successe per la peste, l'unica via di uscita è mettersi in quarantena per evitare il contagio e la mattanza di un virus subdolo e invisibile. L'assurda corsa verso consumi sfrenati, sprechi, inquinamento, con molti che hanno pensato solo al Dio Denaro, invece di pensare a trovare soluzioni per risolvere i problemi di tutti. Ora i nodi vengono tutti al pettine. Un mondo che si è arroccato su posizioni individualistiche, egocentriche ed egoistiche. Ma poi a rimetterci sono sempre i più deboli. La gente comune. La gente che ha voglia di respirare un po' di aria buona, che vuole scambiare quattro chiacchiere tra persone a noi care, che vuole fare vivere le piazze di una bellissima Italia, che vuole rilassarsi al mare o in montagna. Ora questa luce e questa vivacità si sono spente in un attimo. Chiaro che cambieranno le nostre abitudini, probabilmente dobbiamo dire addio a quella che finora chiamavamo normalità. Probabilmente dovremo abituarci al distanziamento sociale. Tutti quanti a parlarci a distanza di sicurezza. Che brutta roba, solo a pensarci. Niente sarà più come prima. Forse è l'effetto della reclusione domestica. Ma le emozioni, i pensieri e i sentimenti che ci accompagnavano nella vita normale ci mancano, eccome. Adesso si capisce meglio quanta stupidità, superficialità e quanta saccenza è esistita tra certe persone. Niente sarà più come prima neanche nel calcio. Già si parla che i calciatori guadagneranno di meno e durerà per qualche anno (e questo è un dato di fatto). Probabilmente si riscriveranno le regole nei rapporti tra club e calciatori, soprattutto in serie C perchè molte società rischiano di sparire. Cambierà probabilmente il mercato inevitabilmente più povero, fatto più di scambi e con prezzi senz'altro ribassati. L'emergenza Coronavirus non miete solo vittime. Rende pari tutti quanti. Una crisi irreversibile che toccherà tutti.

28 MARZO 2020
Torrente: "Il virus ci cambierà. Difficile dire quando si riprenderà e come. Quel gol di Crema..."

Tutto categoricamente via etere. Parla tramite Skype l'allenatore Vincenzo Torrente in questo periodo difficile per tutti e dice: "Lavoro in casa. Mi aggiorno. Cerco di documentarmi a livello calcistico. Sto studiando. Sto guardando quello di positivo che è stato fatto in questa stagione. Guardo partite. Poi guardo quei calciatori che non conosco. Sono sempre in contatto con lo staff tecnico nell'intento di poter migliorare sempre quello che si va facendo. Noi vogliamo sempre la crescita dei ragazzi. Negli scorsi mesi siamo riusciti a dare una identità vera alla squadra, la squadra è assoluamente cresciuta. É stato fatto un lavoro lungo e difficile all'inizio, con scelte delicate che andavano fatte. Ora stiamo monitorando i ragazzi a distanza, non lasciamo nulla al caso e non vogliamo che si lasciano andare. Curiamo tutto anche a livello di alimentazione grazie al dottore Corbucci. Tutti i ragazzi sono rimasti a Gubbio, è stata una decisione ferrea ma giusta. D'altronde il governo è stato chiaro, non si va altrove". Se si dovesse riprendere? "Non credo che sarà facile. Poi non so veramente se si riprenderà davvero. Se si dovesse ripartire è come ripartire in estate con un nuovo mini-campionato. Ma ribadisco, non può essere facile. Sia per la condizione da ritrovare ma soprattutto per le paure. Soprattutto a livello mentale questa situazione ha toccato parecchio tutti. La priorità è la salute, parlare di calcio a luglio o ad agosto è superfluo. Con tutti questi decessi e con tanta gente che perderà il lavoro, come si può parlare ancora di calcio? Bisogna avere rispetto soprattutto per i morti e mi resta difficile parlarne. Non comandiamo noi, purtroppo adesso comanda il virus. Questa epidemia cambierà le abitudini, inoltre ci sarà un ridimensionamento economico anche per il calcio. Toccherà tutti: allenatori, calciatori, ma pure le tv e i mezzi di informazione. Probabilmente ci saranno anche dei biglietti meno cari". Il trainer manda un saluto ai tifosi: "Mi raccomando, restate a casa: così facendo mi auguro che torneremo ad abbracciarci tutti insieme e sperare di dare nuove gioie sul campo". Infine il tecnico Vincenzo Torrente ha voluto ringraziare il nostro sito web (il tutto tramite il responsabile della comunicazione Massimo Francioni), affermando quanto segue: "Vorrei congratularmi con il sito web Gubbiofans.it perchè ha ricordato quel gol di Crema di undici anni fa. Ma dico questo perchè quel gol di Gomez rappresenta l'essenza del calcio che piace a me. In pratica quell'azione sintetizza in maniera perfetta il tipo di calcio che intendo io: un calcio basato su tocchi di prima, con verticalizzazioni che arrivano in area molto velocemente con la palla al piede. Dal punto di vista estetico è la sintesi perfetta: un tocco, o al massimo due, tra sei calciatori, senza poi fare toccare mai la palla agli avversari".

27 MARZO 2020
Rewind. A Crema undici anni fa... un gol con tanti tocchi. Gomez gol e quell'azione perfetta

Tempo di ricordi. Era il 27 marzo 2011, precisamente undici anni fa. Il Gubbio di Torrente si appresta a giocare a Crema contro il Pergocrema. Uno stadio originale, stile inglese, con tribuna bassa attaccata al campo e coperta. Con tanti eugubini al seguito che improvvisarono una tavolata prima del fischio d'inizio davanti allo stadio lombardo, dove si offrivano panini con porchetta e vino. Un'atmosfera di certo inusuale che sorprese le forze dell'ordine locali in tenuta anti-sommossa e qualcuno di loro si tolse il casco di protezione invitati dai tifosi eugubini a mangiare qualcosa. Tra i sorrisi generali e un clima di vera festa. Un calcio genuino e reale. Scene che adesso, nei tempi del coronavirus, sono improponibili. Ogni aggregazione è vietata. Ogni situazione di festa è stata soppressa. Ogni weekend non esiste più. Grazie ad un virus importato: ricordiamocelo sempre - questo - per degli errori evitabili che si potevano evitare. Per una politica (chiamarli politici è parola grossa) che ha pensato ai soli interessi personali e non per il bene di una nazione, dei suoi cittadini e della salute pubblica. Non scordiamocelo mai, in particolare modo per chi ha perso un caro e per i tanti decessi che hanno colpito il popolo, i più deboli. Tornando a quella partita ricordavamo il numeroso gruppo di tifosi eugubini (in 300). Andò in vantaggio la squadra cremasca con Galli. Poi, però, fu protagonista Gomez che segnò il gol del pareggio tramite un'azione corale tutta in velocità con sei tocchi volanti, poi capitalizzata con un tiro all'incrocio proprio dall'argentino. Come si può vedere da questo video ripescato su 'you tube' postato da 'Mirko Loche Produzioni Video' e a partire dal primo minuto si vede l'azione descritta. Ma quella annata è stata magica. Scrutando sempre 'you tube' si nota un altro video antecedente, datato il 13 marzo 2011, quando il Gubbio vinse per 1-0 a Reggio Emilia contro la Reggiana davanti a 630 tifosi eugubini al seguito. Il gol risolutore fu realizzato da Donnarumma (ora ad Empoli in serie A). Un video completo che racconta un momento toccante per i cuori rossoblù.

25 MARZO 2020
Zanoni: "La vedo molto dura che si tornerà a giocare. La situazione è critica, in Lombardia..."

Si vive ormai tutto in un mondo virtuale. Senza incontri, senza approcci, senza un rapporto personale. Parla in video chat il terzino Enrico Zanoni, nativo di Treviglio, nella provincia bergamasca, ma la sua famiglia vive ora ad Agnadello nel cremonese. Il terzino sinistro racconta così come sta vivendo il momento: "La vita di tutti noi è cambiata. Mi adatto nelle mura domestiche facendo delle faccende casalinghe e nel pomeriggio mi guardo un film. Dopo di chè, dopo le cinque del pomeriggio circa, intraprendo a fare degli esercizi atletici che ci mandano lo staff tecnico del Gubbio. Così per un'oretta tutti i giorni, esercizi accompagnati da un po' di musica. Dopo cena vedo che cosa mi offre la tv e poi si va a dormire. Questa adesso è la giornata tipo". Uno stile di vita che è cambiato un po' per tutti. Ma quando si torna a parlare di calcio, il difensore lombardo dice: "Se si tornerà a giocare sono dell'idea che sarà molto difficile trovare la giusta condizione. Questa la considero come se fosse una seconda preparazione. Come se tutti quanti fossimo tornati ad agosto. Se si dovesse ripartire diventerebbe un campionato a sè. Come se fosse un altro campionato. Un peccato fermarsi perchè avevamo trovato la quadratura del cerchio in squadra, riuscivamo inoltre ad esprimere un buon gioco e quindi tutto questo non ci voleva perchè provenivamo da una lunga serie di risultati utili consecutivi". Un pensiero va alla sua gente in terra lombarda che sta attraversando davvero un periodo molto doloroso: "Parlare di calcio è difficile. Il mio pensiero è sempre rivolto ai miei cari e ai miei parenti che si trovano là. Penso anche ai miei nonni, nella speranza che non succeda nulla. Mi riferisco soprattutto a mio nonno che a livello di salute è il più debole. Un contagio al virus potrebbe diventare compromettente. Ma voglio restare e pensare sempre positivo. Ad Agnadello per fortuna per ora ci sono pochi contagi. Purtroppo invece, un paese vicino, Pandino, è stato molto colpito: con tanto dispiacere è deceduto pure il presidente della squadra di questo paese che conoscevo, in una formazione dove sono cresciuto prima che andassi all'Atalanta. Un mio amico di famiglia lavora nell'ospedale di Crema dove è stato costruito anche lì un ospedale da campo e mi ha raccontato che la situazione è critica. Si parla addirittura che ad un certo punto si deve scegliere chi fare vivere e chi viene lascialo andare al suo destino verso la morte. Tra un trentenne ed un anziano, la priorità viene concessa al più giovane per le cure in ospedale, mentre l'altro torna a casa. Veramente in Lombardia la situazione è piuttosto critica". Ma si ripartirà? "Credo che bisogna pensare alla salute delle persone, parlare di calcio adesso è molto superficiale. La priorità è la sanità perchè siamo in emergenza nazionale. Dico la mia, tornare in campo? Ma io la vedo molto dura". Ancora messaggi di cordoglio per la scomparsa di Fausto Coppari. Massimo Vispi, un portiere del Gubbio dal 1971 al 1978, lo ricorda così scrivendo sul muro di Gubbiofans.it: "Ho conosciuto mister Coppari, quando era allenatore delle giovanili del Gubbio, in una situazione molto particolare. Mentre mi recavo agli allenamenti in bici vengo fermato da mister Coppari che mi dice che avrei fatto meglio a mettere da parte la bici perchè non era una attività consigliata per un calciatore. Praticamente per diversi minuti mi fece una lezione di anatomia e fisiologia sulla muscolatura delle gambe con una tale competenza e passione che mi convinse a tal punto che misi subito da parte la bici. Da quel giorno ci siamo risentiti e spesso gli chiedevo consigli sia calcistici che non. Un maestro".

24 MARZO 2020
Se n'è andato Fausto Coppari, una gloria rossoblù. Il ricordo di Mengoni: "Fu un maestro"

Un altro lutto in casa rossoblù, ma questa volta non ha niente a che fare con il coronavirus come nel caso di Vincenzo Pasqua. Se n'è andato dopo una lunga malattia Fausto Coppari, all'età di 87 anni, ex attaccante dei rossoblù di fine anni '50 e inizio anni '60, con il Gubbio aveva giocato in Quarta Serie. Una volta terminata la carriera calcistica da calciatore Coppari ha intrapreso il ruolo di allenatore nel settore giovanile. In particolar modo a Gubbio, ma anche con l'Edilcemento (di cui fu fondatore insieme a Fernando Barbetti ed Enrico Nicchi) e nel Perugia con Francioni e Cerafischi ai tempi del presidente Silvestrini. Esordio in maglia rossoblù il 28 settembre 1958 condito con una rete nel derby vinto contro il Foligno per 4-0. Nella stagione 1958-1959 ci fu anche il derby contro il Perugia. Si giocava allora sugli spalti del 'Santa Giuliana' e la gara di andata fini 1-1: reti di Serlupini e Nofri. Al ritorno, nel 1959, in casa eugubina nella 'Fossa dei Leoni' del San Benedetto uscì fuori un 2-2. In quella stagione inoltre si ricorda pure il derby contro la Ternana: vittoria in casa per 2-0 con le reti di Santonocito e Minelli. Al ritorno invece fu sconfitta con i rossoverdi per 1-0. Come allenatore nelle giovanili viene ricordato come un sergente di ferro, molto pignolo e dedito al lavoro, pure quando in estate andava in vacanza con la sua famiglia nella casa di Pontesasso nei pressi di Marotta di Fano. Un ricordo, un pensiero, verso Fausto Coppari lo dedica un ex calciatore del Gubbio, Lele Mengoni, che sul muro di Gubbiofans.it ha scritto un messaggio che racconta il personaggio. Una lettera a cuore aperto, eccola di seguito: "Caro Fausto te ne sei andato in silenzio e con riservatezza: doti che avevavo da sempre contraddistinto il tuo essere. Sei stato per Noi giovani della classe 60 - 61 - 62, cui si aggiungevano "Rimpi" Migliarini e Giorgetto Vantaggi, un esempio, un maestro, un padre. Ci hai insegnato i valori veri del calcio e della vita. Ci hai permesso di essere "gruppo", amici, uomini . Oggi ci rammarichiamo per non poter essere lì a tributarti il Nostro rispetto, il Nostro attaccamento e la Nostra ammirazione. Ciao Mister Coppari e grazie di tutto! Gli Allievi della Gubbio Calcio". Intanto sul quotidiano sportivo 'Corriere dello Sport' di martedì 24 marzo, ampio risalto al Gubbio con un articolo intitolato: «il Gubbio si fida di Torrente e Gomez». All'interno dell'articolo si spazia dall'emergenza coronavirus all'importanza dell'attaccante argentino e del tecnico di Cetara che con i numeri hanno cambiato il Gubbio facendo reagire quella squadra che si trovava in evidente difficoltà di inizio stagione. Ecco nel link l'articolo completo.

23 MARZO 2020
Gubbio, ex calciatore vittima del Covid-19: Vincenzo Pasqua ci lascia. Il ricordo di Ferrari

Un virus che non risparmia, nessuno. Lutto pure nel calcio eugubino. É deceduto all'Ospedale 'Santa Maria della Misericordia' di Perugia infatti un ex calciatore rossoblù: si tratta di Vincenzo Pasqua, lo storico centravanti a cavallo dal 1969 a 1971, soprannominato 'Fucilino'. Aveva 76 anni, era ricoverato da giorni nell'ospedale del capoluogo umbro e gli era stato diagnosticato il virus Covid-19. Viveva a Perugia ma quando si è sentito male si trovava nei pressi di Bastia Umbra, - scrive così il portale web Bastiaoggi.it - stava male da giorni e aveva la polmonite. Così fu trasportato lo scorso 17 marzo in ospedale con una ambulanza (con infermieri ricoperti con tute bianche, come è prassi ora), ricoverato in terapia intensiva. Tutti lo ricordano, perchè era una bocca di fuoco insieme a Claudio Cagnazzo: con la maglia eugubina segnò 16 reti nella prima stagione (in 22 partite) e otto reti nella seguente. Proprio nella stagione 1969-1970 esordì a Gubbio con i rossoblù freschi della promozione in serie D. Lo ricorda Antonio Ferrari, che all'epoca era centrocampista, raccontando un aneddoto che riguardava la partita tra Pietrasanta e Gubbio (21 dicembre 1969) dove lo stesso Pasqua realizzò una personale doppietta con i rossoblù che vinsero fuori casa con un rotondo poker (per 4-1): "Negli anni ci siamo rivisti e ogni volta che ci incontravamo ricordava con tanta gioia l'episodio di Pietrasanta. Lui fece davvero due bellissimi gol in quella partita. Poi si mise a prendere in giro il terzino che lo marcava. Irritato, venne espulso l'avversario. Ma poco dopo l'arbitro cacciò dal campo pure Pasqua. Quando rientrarono negli spogliatoi voleva un confronto con lo spogliatoio degli altri, ci fu un fuggi fuggi generale tra dirigenti e calciatori. É una storia che è sempre rimasta di Fucilino. Lo chiamavano così perchè lui era capace di fare tutti i gol di rapina". Ecco una foto dell'epoca che ci ha girato proprio Antonio Ferrari, immagine di Gianfranco Gavirati. Lo stesso Vincenzo Pasqua tra l'altro faceva parte di quei calciatori che affrontarono a Coverciano, nell'amichevole del 28 ottobre 1970, la Nazionale Azzurra guidata da Ferruccio Valcareggi, vice campione del Mondo del 1970 (dopo la finale di Città del Messico contro il grande Brasile di Pelè). In questo momento non c'è altro da aggiungere.

22 MARZO 2020
Focus. Dal comitato Covid-19 ad un paese in rovina. Un virus che scoperchia tante pecche...

In un paese totalmente in declino, che proprio in un momento di emergenza dimostra tutte le fragilità e le nefandezze fatte in passato (delle quali parleremo dopo), intanto la Lega Pro comunica che è stato istituito un Comitato Covid-19. Di che cosa si tratta? Nasce per trovare delle soluzioni per il paese e la comunità. In pratica consiste nel valutare l'impatto economico, sociale e occupazionale di questo coronavirus sull'ecosistema della Lega Pro e dei suoi 60 clubs. Si scrive - in una nota della Lega Pro - che il tutto potrebbe comportare dei danni economici e sociali sul calcio di serie C per alcuni milioni di euro. Con una nota, lo stesso presidente Ghirelli dice: «Questo comitato non gioca in difesa, limitandosi a quantificare il danno, ma intende trovare possibili soluzioni». Come si può leggere in toto in questo comunicato. Ma torniamo al discorso di apertura. Un discorso netto va fatto. Pure nel calcio si è litigato mentre il paese combatte contro un virus invisibile. Mentre un paese combatte un contagio limitando la vita delle persone, chiudendo scuole e potenziando il sistema sanitario della nazione, il mondo professionistico litiga sui calendari delle partite che ha subito inevitabilmente delle variazioni visto che ormai è una emergenza a livello mondiale. C'è chi vuole iniziare prima, chi dopo, chi concludere a giugno, ognuno muove il suo orticello. Crediamo che per tutti oggi questo virus è un vero ammonimento: ci insegna quanto siamo fragili. Anche il calcio professionistico dovrebbe imparare da questa lezione. Ma d'altronde è un paese fragile e lo dimostra in uno stato di emergenza. Prima già del virus l'economia italiana stava attraversando un periodo infelice. Figuriamoci adesso con le strade vuote, negozi chiusi, lavoratori a casa senza stipendio, altri che devono riceverlo e non si sa quando. L'economia è ferma. Solo alcuni fortunati (e sono sempre i soliti) possono godere ancora di quello stipendio fisso. Ma qualcuno ancora non lo capisce (o fa finta di non capirlo). Come del resto è giusto stare a casa. Ma bisogna distinguere chi è in casa chiuso in 70 metri quadrati (se va bene talvolta) e chi ha la villa con giardino o piscina, quindi con più aria di sfogo. Una quarantena dorata, diremmo noi. Il resto della popolazione invece è come se fosse agli arresti domiciliari. Nessuno lo dice, ma lo è. Ci auguriamo che possa servire per debellare questo virus. Siamo i primi a dire che queste regole vanno rispettate. Ma ci auguriamo poi, quando finisce tutto, che ci sia la stessa fermezza nel rispetto della legalità di fermare e punire gli spacciatori, i ladri o coloro che fanno accattonaggio molesto senza fissa dimora (punibile con il codice penale art. 663 bis). Lo diciamo ai politicanti, non di certo alle forze dell'ordine che fanno il loro lavoro fino in fondo e in questi giorni sono in prima linea per fronteggiare una emergenza senza precedenti. Come sono in trincea tutti quelli che si trovano nell'apparato sanitario a fronteggiare una malattia senza precedenti. Tutti vittime di una sanità italiana definanziata da dieci anni dove sono stati tagliati migliaia di dipendenti e i posti letto sono calati (sotto la media Ue). Non lo scriviamo noi, ma i giornali più titolati. Come si può vedere in questo articolo. Perchè è chiaro che il primo pensiero della gente adesso è il seguente: c'è rabbia perchè questo contagio poteva (e doveva) essere evitato o quanto meno poteva essere arginato prima. Poteva e non doveva accadere questo. Già quando c'erano le prime avvisaglie lontano dalle mura della penisola. Non si è garantita la sicurezza dei suoi confini e dei suoi cittadini. Lo recita pure la Costituzione, eppure si è violata anche quella. Da tempo non si è più pensato ai cittadini, alla patria, a coloro che trainano sul campo il paese realmente. Che tutto questo serva da lezione. Serve un esame di coscienza, per tutti.

19 MARZO 2020
Gomez: "Un bacione a tutti quanti, andrà tutto bene". Intanto i big del calcio e della politica...

Tempo di quarantena per tutti i papà. Una festa del babbo (la chiamamo noi) diversa dal solito. Un saluto particolare viene dal calciatore argentino di spicco del Gubbio. Juanito Gomez, chiuso come tutti nelle mura domestiche, lancia un saluto virtuale a tutta Gubbio. Ecco il messaggio della punta argentina: "Voglio approfittarne per salutare tutti i papà di Gubbio. Tutti i papà del mondo in questo giorno speciale. Approfitto di salutare mio padre che si trova in Argentina. Un bacione a tutti quanti, un abbraccio e andrà tutto bene". Un messaggio tramite i canali social ufficiale. Anche la più logica e scontata comunicazione ormai è ridotta ai minimi in tempo di coronavirus. Una fase difficile per tutti. Intanto il ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, parla di una possibile riapertura del campionato su Rai Tre: "Pensiamo alla data del 3 maggio. Una data che auspichiamo. La situazione medico-sanitaria cambia di giorno in giorno. Sarei molto cauto prima che si ritorni alla normalità. In tal caso, se sarà possibile ripartire dal 3 maggio, le partite saranno giocate tutte a porte chiuse. Riprenderemo infatti la normalità solo quando non ci saranno più pericoli negli stadi". D'altronde è molto chiaro il presidente della Libera Associazione Medici Italiani del Calcio, Enrico Castellacci (ex responsabile dello staff medico della Nazionale), che spiega secondo quanto riporta Calciomercato.com: "Esprimiamo tutto il nostro dissenso sull'idea di alcuni club calcistici di iniziare gli allenamenti precocemente, cioè anche prima del 3 aprile. Crediamo che la data per iniziare gli allenamenti dovrebbe essere concordata per tutte le squadre e quindi deve essere uguale. Esiste adesso solo una priorità: la tutela della salute a prescindere da qualsiasi altra valutazione politica, sportiva o economica". Sul tavolo anche il possibile taglio degli ingaggi ai calciatori e si parla anche di cassa integrazione. Ne ha parlato pure il presidente dell'Aic, Damiano Tommasi, che ha specificato all'Ansa: "Il tema della sostenibilità del sistema calcio durante e dopo questa crisi globale è ovviamente di estremo interesse per tutti quelli che vivono in questo sistema, calciatori compresi. Perciò tutti abbiamo l'interesse che l'equilibrio economico venga preservato e proprio per questo dobbiamo valutare tutti gli elementi del momento. Mancati introiti, rinvio delle competizioni, cancellazione di eventi, contributi governativi, aiuti federali, sostegno delle istituzioni internazionali. Tutti questi elementi ci diranno quale sarà il ruolo dei calciatori".

18 MARZO 2020
L'editoriale: calcio in stallo e virus, il nostro parere spassionato. L'ex Galderisi dice la sua

Un calcio fermo, ipnotizzato. Ognuno a casa sua, come chiuso in una botte di ferro. Un mondo che si è involuto in un'era moderna. Inimmaginabile e sotto certi aspetti incomprensibile. Perchè qualcuno un giorno dovrà spiegare (a tutti) come è nato questo virus che sta fermando l'intero globo. Ci deve essere una spiegazione. E a tempo debito qualcuno dovrà spiegarlo alla popolazione. Se veramente siamo in uno stato democratico. Altrimenti ci sarebbero da fare altre supposizioni. Che non stiamo di certo qui a parlarne. Già se ne dicono tante. Anche tra i politicanti che sfornano solo parole e pochi fatti. Mentre dobbiamo pensare a chi sta fisicamente in trincea. Dagli ammalati a tutto l'apparato sanitario, senza escludere nessuno. Perchè qui siamo in guerra. Ormai ce lo dicono in molti, ormai in tutte le testate, ormai in tutte le salse. Una guerra che non si capisce da chi sia stata scatenata. Una guerra che poi come al solito colpisce i più deboli. Coloro che reggono l'Italia. Coloro che devono subire pure quei tagli scellerati alla sanità e quelle scelte passate aberranti che stanno portando un intero paese al declino. Perchè qualcuno ha pensato solo al suo orticino e non al paese, nemmeno al popolo italiano. Questa è la realtà e noi non usiamo giri di parole. Perchè è giunta l'ora di dire basta. Perchè è vero che qua si parla solo di calcio. Ma è anche vero che siamo tutti italiani. Tutti rappresentiamo lo stivale, un popolo. É giusto esprimere il proprio pensiero. Ma soprattutto metterci sempre la faccia. Perchè in Italia ogni volta si pensa a fuggire dalle proprie responsabilità. D'altronde di calcio in questi giorni c'è da scrivere ben poco. Si vive di ricordi. Un ricordo che sta a cuore al trainer Vincenzo Torrente è di sicuro quella vittoria dell'Anfield Road. Accadde proprio oggi: il 18 marzo 1992. Di cosa stiamo parlando? Di quel Genoa famoso targato Osvaldo Bagnoli. Quel Genoa riuscì a vincere contro il Liverpool per 2-1 con una doppietta di Aguilera. Fu la prima squadra italiana che riuscì nell'impresa. Così il grifone si aggiudicò l'accesso alle semifinali della Coppa Uefa. In campo c'era Vincenzo Torrente, con la maglia rossoblù (del Genoa), insieme ai vari campioni del tempo come il brasiliano Branco (segnò un eurogol nella gara di andata al Marassi) oppure Eranio, Collovati e Skuhravy. Sappiamo che a Torrente sta a cuore questo evento. Un evento che viene ricordato dal portale web Calcissimo.com. In questo momento di stop, c'è chi dice la sua opinione a riguardo. Il trainer Giuseppe Galderisi, ex del Gubbio, ora tecnico della Vis Pesaro, ha dichiarato il suo parere sulle colonne del Corriere di Padova: "Bisogna ritrovare la forza di guardare avanti e pensare al nostro lavoro. Quando si può ripartire? Non spetta a me dirlo o a decidere, ma sarebbe meglio terminare tutto".

17 MARZO 2020
Fine delle attività fino al 3 aprile. Ma poi chissà se si riprenderà davvero. Il calcio è fermo

Prima riunione non fisica (in call conference) tra la Lega Pro e l'Asso Calciatori. La riunione si è aperta con il comune impegno a portare a termine il Campionato Serie C auspicando che le condizioni sanitarie lo consentano, pur nella consapevolezza di trovarsi di fronte ad uno scenario da monitorare con attenzione giorno dopo giorno in attesa delle indicazioni e dei provvedimenti delle Autorità. Il tavolo si è già attivato per valutare e quantificare l’entità dei danni subiti e di quelli che nel prossimo futuro i club si troveranno ad affrontare. Preso atto delle raccomandazioni delle Autorità e della Federazione Medico Sportiva Italiana, che individuano nei giorni a venire il periodo del possibile “picco massimo” dei contagi da Coronavirus Covid-19, Lega Pro ed Aic hanno ritenuto doveroso e prudente per la tutela della salute di tutti gli addetti ai lavori dei club, posticipare alla data del 3 aprile, il termine fino al quale dovrà essere osservata la sosta delle attività. Con alcune precise precauzioni. Evitare gli spostamenti in entrata e in uscita dal luogo di dimora o domicilio nel comune dove ha sede l'attività lavorativa, ovvero dal differente luogo dove gli stessi effettivamente abitano, salvo le ipotesi legate a situazioni di necessità o motivi di salute. Rimanere nella propria abitazione, in caso di febbre superiore a 37,5 gradi, limitando al massimo i contatti sociali, nonché di contattare il proprio medico curante. Non uscire dalla propria abitazione per chi è sottoposto alla quarantena o è risultato positivo al virus. Chiaro che il futuro sembra molto incerto. Difficile ipotizzare anche la ripresa del campionato in una situazione di totale emergenza sanitaria che non solo interessa l'intera nazione, ma praticamente sta interessando quasi tutto il globo. Tant'è che gli Europei di calcio sono stati rinviati all'anno prossimo, ovvero inizieranno a partire da giugno 2021. Il calcio si è fermato dappertutto. In tutto il continente europeo e pure in Argentina, Brasile, Bolivia e Cile. Il campionato potrebbe anche non finire. Questo rischio resta. D'altronde il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ai microfoni di Radio Anch'io Sport (su Radio 1 Rai), è stato esplicito: "Non posso escludere nulla. Dobbiamo cercare di programmare con l'idea che è quella di portare i campionati a termine. Fra le ipotesi preannuncio anche la possibilità di non assegnazione del titolo, di congelamento della graduatoria o del ricorso a playoff e playout. Se non sarà possibile portare a termini i campionati, adotteremo altre decisioni. Non è escluso che il campionato di oggi possa essere bilanciato su due stagioni diverse".

16 MARZO 2020
Accadde oggi: quella gara dopo l'impensabile nevicata con la Fiorentina. Con foto ricordo

Era il 16 marzo 2003. Esattamente 17 anni fa. Una partita che è rimasta nella storia perchè poi è stata rievocata in più occasioni. Stiamo parlando di Gubbio contro Fiorentina, che a quei tempi si chiamava Florentia Viola perchè in quella stagione ci fu il punto di ripartenza dalla serie C2. Una gara che riempì lo stadio Barbetti. Sugli spalti presenti 5.413 spettatori con esattezza, con la partecipazione piuttosto cospicua dei tifosi viola (in 2.510 sugli spalti), per un incasso da record di 56.400 euro. Una partita piuttosto combattuta che finì 0-0 e il Gubbio sfiorò l'impresa ma il sogno si era infranto sulla traversa dagli undici metri allo scadere. Possiamo mostrare un articolo dell'epoca che abbiamo trovato sul web. Ma si ricorda soprattutto perchè fu un giorno di marzo dove all'improvviso scese la neve e la gara era a forte rischio rinvio. Tutto faceva presagire che la partita venisse rinviata per impraticabilità del campo. Ma è grazie ad alcuni tifosi eroici del Gubbio (insieme ad alcuni sostenitori viola), che si misero a spalare la neve a tempi di record prima del match, si arrivò all'impensabile: la partita si giocò regolarmente senza problemi. Una scena che fu ricordata a Firenze negli anni successivi, come ad esempio viene scritto in questo articolo da Firenzeviola.it. Una partita nella quale il Gubbio allenato allora da Alessandrini dimostrò di giocarsela alla pari contro Di Livio & company, con un certo Giovanni Cipolla superstar che aveva dribblato praticamente tutti anche se nel momento più bello il suo penalty (che fu causato da Marinelli) non ebbe l'esito sperato e la palla scheggiò la parte bassa della traversa. Un segno del destino: quel gol poteva portare quel Gubbio a ridosso della vetta. Ma il destino vuole che quella partita viene spesso ricordata dal popolo del capoluogo toscano. Come quando si scrive che quel campo di Gubbio «possiede qualcosa di mitologico e nostalgico». Come del resto si può leggere in questo articolo di Violanews.com. Ma come viene descritto, è stato anche un momento populista, di unione e divisione. E di condivisione, aggiungiamo noi. Un momento di sport di aggregazione unica, che ricorda belli momenti, soprattutto in questa fase storica che sta attraversando il nostro paese. Una cosa impensata anche questa: il coprifuoco sull'Italia intera.

15 MARZO 2020
Focus: in un attimo, la frontiera è la porta di casa. Il messaggio virtuale del tecnico Torrente

Una vita da reclusi. Ora la frontiera è la propria porta di casa. Come in un film fantascientifico, ma è la pura realtà. Il mondo che cambia in un battibaleno. Un mondo che nel ventunesimo secolo non c'è abituato. Con il suo stile di vita, talvolta frenetico, fatto di approcci sociali e sentimenti, fatto di gioie quotidiane: andare al bar, leggere un giornale, quattro chiacchiere con chi ti sta a cuore, camminare liberamente tra i monti o al mare. All'improvviso tutto si ferma. Tutto cambia. Come se ad un certo punto qualcuno avesse deciso di pigiare un bottone e fermare il mondo per farci vivere un incubo. Un incubo che in un paese democratico è difficile sopportare. Improvvisamente c'è una dilatazione dei tempi e degli spazi. Ci confrontiamo con una dimensione differente. Pure un pallone, che rotola, che finisce in rete, che regala emozioni, che raggruppa tante persone nel tempio del calcio in uno stadio ribollente, non può essere praticabile. Tutto si ferma. Tutto si è fermato. Tutto questo è peggio di una guerra sotto certi aspetti: mai avremmo immaginato di poter essere obbligati a non uscire di casa, a tenerci a distanza di sicurezza non solo dagli sconosciuti, ma talvolta addirittura dai nostri cari. Ovvio che è arrivato il momento di riflettere. E quando passerà tutto probabilmente troveremo un mondo cambiato perchè quanto sta succedendo di sicuro cambierà di certo l'essere di ogni persona e il suo modo di pensare. Vedremo come ne usciremo fuori nel futuro. Intanto il presente è come vivere in un bunker. Nessun contatto umano, nessun confronto sano. Messaggi a distanza, solo quelli. Il trainer Vincenzo Torrente manda un messaggio virtuale: "È un momento difficile per tutti e anche io voglio sottolineare che è fondamentale restare in casa, non uscire, rispettare alla lettera le direttive che abbiamo ricevuto. Non c'è altro da fare. Voglio esprimere inoltre un sentimento di grande vicinanza e di sostegno a medici, infermieri, personale ospedaliero ed in generale a tutte quelle persone che combattono in prima linea questo virus e che impegnano ogni momento della loro vita per farci tornare a vivere normalmente". Intanto gli allenamenti sono stati sospesi fino a domenica 22 marzo. Inoltre lo staff tecnico e atletico ha recapitato a tutti i calciatori un programma di lavoro personalizzato, ognuno nel proprio domicilio. D'altronde in periodo di quarantena, di isolamento, o di semplice rispetto delle nuove norme, si è passati allo 'smart training' o alle chat di gruppo. Tutto racchiuso in una stanza virtuale. Per rispettare una serie di esercizi quotidiani. Per non arrivare appesantiti alla ripresa. Quando ci sarà, ammesso che riprenderanno i campionati. Per davvero.

13 MARZO 2020
Lo striscione, l'evento inaspettato e tutte le incertezze del momento. Tutto ormai è un rebus

Uno striscione, nei pressi dell'Ospedale di Branca, nello svincolo tra Gubbio che poi porta a Gualdo Tadino. Con questa scritta: «In questo momento di difficoltà, fieri della nostra nostra sanità. Non mollate». Il tutto a firma degli Ultras Gubbio. Una foto che da subito è diventata virale ed è stata girata tramite Whatsapp a chiunque. Come si può vedere qua nel link. Un altro gesto non di poco conto proviene dalla tifoseria del Modena. Tramite un comunicato degli ultras gialloblù viene precisato che «non chiederanno il rimborso degli abbonamenti per le partite a porte chiuse o che non si giocheranno chiedendo alla società di devolvere quei soldi agli ospedali della provincia». Come si può vedere in questo articolo pubblicato da Tuttomercatoweb.com. Mentre il proseguo del campionato è una incognita in virtù di un evento inaspettato come questo che sarà ricordato alla storia e che al momento si racchiude in un contesto tutt'altro che prevedibile. Il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, tuttavia fa sentire la sua voce dicendo: "Non ci sarà alcun azzeramento dei risultati sportivi, i tifosi possono stare tranquilli. Spero che non si arrivi a misure drastiche (sospensione del campionato, ndr), ma il merito comunque andrà rispettato", così si è confessato a «La Gazzetta del Sud». D'altronde una sospensione del campionato con questa variabile non ha precedenti. Almeno a livello sanitario con la propagazione di una epidemia. Non è avvenuto per altre pandemie: l'influenza spagnola (del 1918 e 1919), l'influenza asiatica (1957-1958), per l'influenza di Hong-Kong (1968-1969), neanche per le più recenti Sars (2002-2004) e l'influenza Ah1n1 (2009-2010). Il calcio si fermò solo in coincidenza con le grandi guerre mondiali del ventesimo secolo. Un articolo interessante a riguardo viene pubblicato da «Il Fatto Quotidiano» che si può vedere in questo link.

12 MARZO 2020
Malaccari: "Momento difficile, vinciamo la partita più difficile". Da Fano, che duro attacco!

Ognuno a casa sua, come da protocollo, allenamenti sospesi prolungati fino al 20 marzo come da ordini della Lega Pro. Un momento difficile per tutti, situazione che non ha precedenti, con limitazioni alla libertà personale, ma secondo la Costituzione il diritto alla salute prevale, come quello della sicurezza. Anche se è vero che, scorrendo il decreto che riguarda le zone rosse che interessa tutto il paese nazionale, sembra di ritrovarsi in uno stato di guerra. Da dopo la seconda guerra mondiale non erano mai state messe in atto delle restrizioni così accentuate. Vuol dire che la situazione è seria. Forse presa sottogamba. Non si capisce se il problema è stato sottovalutato dall'inizio o non ci sono state le giuste precauzioni prima. Ovviamente questo scenario potrebbe cambiare il parere di molta gente, anche a livello ideologico ed esistenziale. In questa situazione c'è chi non le manda a dire. Il presidente dell'Alma Juventus Fano 1906, ovvero Claudio Gabellini, tramite il canale ufficiale web della società non ha usato giri di parole contro l'esecutivo italiano: "Il Covid-19 ha scoperto quanto sia fragile l’organizzazione dello Stato Italiano. Questa sanità si scopre oggi totalmente insufficiente a garantire standard medici adeguati alle criticità che si stanno prepotentemente manifestandosi. Una Protezione Civile praticamente devastata da anni di tagli ed incuria, incapace di decidere con lungimiranza ed appropriatezza. Ma ricordate la Protezione Civile di Zamberletti? Era stato creato un sistema che il mondo ci invidiava e anche più recentemente, inoltre Bertolaso gestì eventi catastrofici con grande professionalità, interpretando correttamente il ruolo di decisore delle crisi. Ed è proprio in questo clima che oggi viviamo, dove regnano confusione ed incertezza, che si cova e cresce un grande disagio per tutti noi. Credo che difficilmente i campionati di serie C potranno riprendere. Molti sono i quesiti che rimangono in sospeso: chi pagherà i costi delle strutture fino a giugno? E quelli organizzativi? Come dobbiamo comportarci con gli atleti e tutti i dipendenti? Ci sarà da chiedersi chi rimarrà “vivo” dopo questa ennesima battuta d’arresto. Voglio sottolineare che l’economia e, dunque, gli imprenditori usciranno a pezzi da questo disastro". L'intera intervista in questo link. Il Gubbio intanto resta a casa, con messaggi blindati che arrivano solo dai canali della società. Soprattutto il capitano Nicola Malaccari dice: "Sappiamo tutti che il momento che stiamo vivendo è difficile. A noi ci è stato detto solo una cosa: restate a casa. Solo così si può limitare il contagio. Solo così siamo in grado di vincere questa difficilissima partita. Contro questo maledetto virus". Intanto in Umbria, il patron della Ternana, Stefano Bandecchi, acquisterà sei respiratori da donare all'ospedale Spallanzani in questa fase di assoluta emergenza sanitaria. Ecco la notizia di Fere Live.

10 MARZO 2020
Gubbio, ora scatta il rompete le righe. Torneo sospeso. Futuro, un contesto non prevedibile

Il Gubbio si ferma del tutto. Niente più allenamenti. Lo ha deciso il presidente Sauro Notari con una nota della società. Scatta il rompete le righe fino a fine settimana. Ecco cosa recita il comunicato: «La società nella persona del presidente Sauro Notari comunica che dalla data odierna fino a domenica 15 marzo compreso ha deciso di sospendere l'attività di allenamento della prima squadra. Pertanto - alla luce del Dpcm del presidente del Consiglio dei ministri del 9 marzo - invita tutti i suoi tesserati a non muoversi assolutamente dalla città di Gubbio per nessun motivo e semmai dando comunicazione preventiva alla società se dovessero verificarsi situazioni di particolare emergenza». In definitiva lo stesso provvedimento è stato preso anche dalla Vis Pesaro, che doveva scendere in campo sabato contro il Gubbio (come scrive il portale web Solovispesaro.it). Nella giornata di martedì tra l'altro è arrivato un comunicato della Lega Pro che recita in sintesi quanto segue: «Sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici e privati. In tutti i casi le società sportive a mezzo del proprio personale medico sono tenute ad effettuare controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus Covid-19 tra atleti, tecnici, dirigenti e accompagnatori che vi partecipano. Pertanto la Lega Pro dispone di rinviare a data da destinarsi tutte le gare che sono in programma fino al 3 aprile». Il comunicato completo. Adesso sono emerse alcune ipotesi al vaglio per finire il campionato dopo questo periodo di sospensione. Come la conclusione del campionato a giugno. Ma vista la situazione di emergenza, che si evolve giorno per giorno, tutte le ipotesi saranno valutate non prima del 23 marzo, nel momento in cui è previsto un nuovo Consiglio Federale.

09 MARZO 2020
Verso il blocco totale fino al 3 aprile. Un'Italia blindata. Le parole di Ghirelli e di Corbucci

Adesso tutto è possibile. Compreso il fermo di tutti i campionati fino al 3 aprile. Si parla addirittura che si fermerà tutto lo sport fino a quella data. Il tutto è emerso dopo una riunione a Roma dove il Coni e le federazioni hanno chiesto di sospendere tutte le attività sportive ad ogni livello e hanno chiesto ora al Governo di emanare un apposito decreto. D'altronde a livello governativo è stata allargata l'estensione della zona rossa in tutta Italia. Lo ha dichiarato lo stesso presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: "Stop pure al campionato di calcio e non consentiremo di utilizzare le palestre per lo svolgimento di attività sportive". Intanto il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, ha parlato con il portale web Tuttoc.com dicendo: "Ci sarà un consiglio federale previsto per martedì con l'ipotesi di sospensione del campionato. Qualche presidente sta pensando anche allo stop degli stipendi? Pure questo sarà oggetto di discussione. Monza, Vicenza e Reggina al momento prime, in caso di stop del campionato in maniera definitiva non c'è una regola scritta, perciò va valutata anche questa eventuale ipotesi. Ma chiederò se sarà possibile prolungare il campionato fino a giungo inoltrato, se ci sarà la necessità". Intanto la Reggiana, dopo la positività al coronavirus di un giocatore granata, ha deciso di mettere in autoisolamento calciatori, staff e collaboratori fino a fine settimana. Vedi. Pertanto, la partita di sabato, tra Gubbio e Vis Pesaro, che era stata anticipata alle ore 17, non si disputerà. D'altronde in casa Gubbio c'erano forti dubbi se proseguire il campionato in queste attuali condizioni. Un intervento netto da parte del dottor Giangiacomo Corbucci, intervistato telefonicamente da Tef Channel durante la trasmissione 'Campo Aperto' di domenica sera, ha precisato: "Non è il caso di giocare. Lo dico ormai da tempo. Non ci sono le condizioni. Il calcio è uno sport di contatto. Rispetto ad altri sport il contatto è alla base del gioco. Se poi penso che sabato può venire a Gubbio la Vis Pesaro, cioè una squadra che si trova in una zona rossa, vedo la situazione inverosimile. Pertanto è giusto fermarsi. Ma se dovessimo giocare in ogni caso sabato? Ah, deciderà la società. Tuttavia da parte mia c'è un parere categorico e non mi prendo le responsabilità". Durante la trasmissione viene trasmesso un video dove il presidente Ghirelli viene intervistato prima della gara di Avellino contro la Ternana, qui ripreso dal sito web Calciofere.it, in cui dice che è «giusto giocare perchè è un momento di svago». Viene chiesto un parere proprio al dottor Corbucci che ha risposto così: "Che dire, da incoscienti. Questa è una patologia, seria, reale, molto contagiosa, per alcune persone è una malattia letale mentre per altri può lasciare strascichi". Per dovere di cronaca. Il dottor Corbucci è stato docente all'Università di Cagliari, all'Università Federico II di Napoli e reserch fellow (ricercatore) all'University College di Londra, oltre che medico sociale della nazionale italiana di atletica leggera negli anni ottanta.

08 MARZO 2020
Calcio al bivio. Calciatore positivo al coronavirus nel girone. Ed ora tutto può succedere...

L'allarme si allarga e questa volta è veramente a rischio il campionato. Per forza superiore. Ci sono altre priorità al momento della situazione, il calcio passa in secondo piano, anzi il calcio stesso in primis dovrebbe portare il primo esempio. Ma viste le polemiche che ci sono state nelle ultime ore, con il solito modo di fare all'italiana che ognuno scarica le responsabilità sugli altri, sarà improbabile che il mondo pallonaro nostrano ne uscirà indenne. Intanto perchè c'è una notizia inaspettata. Ovvero che un calciatore di una squadra che gioca nel girone del Gubbio è risultato positivo al Coronavirus. Si tratta in pratica di un tesserato della Reggiana e curiosamente è l'ultima avversaria tra l'altro incontrata dal Gubbio in campionato lo scorso 23 febbraio. Si tratta del primo caso nel girone B in serie C, prima aveva toccato alcuni tesserati della Pianese che milita nel raggruppamento A. Non è un caso che ha subito preso posizione il presidente dell'Assocalciatori, Damiano Tommasi, che ha specificato: "Situazione grave, non si può più giocare. Non è il momento che i calciatori si abbraccino sul campo ed esultino. Il mondo del calcio adesso sta dando un pessimo esempio. Abbiamo già squadre con positività con il Coronavirus, in queste condizioni non si può più continuare". Parole secche di Tommasi durante la trasmissione '90°minuto' su Raisport. Sempre sullo stesso canale è intervenuto il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, che ha detto: "La situazione si evolve ora per ora. La situazione è seria. Credo che sia un gesto irresponsabile continuare a giocare come del resto ha voluto la Lega di serie A. Ci sono restringimenti per i cittadini che devono restare a casa, ma qua girano troppi interessi a livello economico. Qualcuno credo che si trovi fuori dalla realtà. Il mondo del calcio si sente immune da regole e sacrifici". E subito è arrivata la risposta seccata del presidente della Lega di serie A, Paolo Dal Pino: "Invece di fare demagogia, qua ci sono norme, perciò se si vuole cambiare orientamento si faccia un decreto ad hoc senza scaricare le responsabilità sugli altri". Insomma, qua non c'è una unità di intenti. Cosa succederà? Adesso il campionato verrà fermato del tutto? Ancora non si sa. L'unica cosa certa (e questo è un dato puramente storico) è che la serie C (la terza serie) nella sua storia si è dovuta fermare solo nel periodo della Seconda Guerra Mondiale (due campionati saltati dal 1943 al 1945). Una terza serie che ebbe le sue origini nel 1926. Idem, il discorso per la serie B.

07 MARZO 2020
Torrente: "Nello stop curiamo i dettagli e chi ha la rosa ampia...". Gubbio-Pesaro alle ore 17

Nel bunker del Barbetti parla solo soletto il trainer Vincenzo Torrente, senza la presenza attiva dei giornalisti, senza il gruppo della carta stampa autorizzata che porgono domande al tesserato di turno. Questo è il clima surreale che ci aspettiamo a vivere da questo momento fino al 1 aprile, fino ad ordine contrario. Parla solo tramite i canali social del club rossoblù. L'allenatore Vincenzo Torrente dice: "Con questa pausa forzata stiamo cercando di lavorare per migliorare sotto il punto di vista tattico. Senza mettere in secondo piano pure l'aspetto fisico. Cambieranno le abitudini perchè abbiamo visto che in diciotto giorni ci saranno sei partite. In questo senso dobbiamo essere in grado di affrontare questa situazione che si è venuta a creare sperimentando allenamenti ad hoc e non trascuriamo nulla perchè curiamo anche l'alimentazione. Sicuramente le squadre che possiedono delle rose più ampie avranno dei vantaggi. Si gioca, si riposa e poi si gioca subito di nuovo: perciò va fatto un lavoro particolare di equipe da parte di tutti. La striscia positiva? Sì, provenivamo da un buon momento, sia a livello di prestazioni che a livello di risultati. Ma adesso conta di più la salute della gente. Siamo consapevoli che adesso andremo ad affrontare un ambiente diverso dal solito. Mancheranno i tifosi, cosa non di poco conto per noi. Ma noi faremo di tutto per ottenere al massimo i risultati. Ci tengo poi a fare un appunto". Prego, dica? "Volevo ringraziare i calciatori. Si sono allenati sempre al massimo in una situazione insolita". E questo girone di ritorno? "Ora cambia tutto con le porte chiuse. Senza tifosi è un peccato. Proprio in una fase del campionato dove tutto diventa più concreto. Tuttavia mi auguro che nella prossima settimana Maini rientri nel gruppo, recuperiamo Munoz, ma per Cinaglia bisognerà valutarlo ancora una settimana. L'obiettivo è preparare la partita contro il Pesaro e sarà uno scontro diretto". Appunto, il prossimo impegno da calendario sarà la partita prevista per sabato 14 marzo tra Gubbio e Vis Pesaro, con orario fissato per le ore 20:45. In queste ultime ore però si sta pensando di anticipare la partita nel primo pomeriggio. La società eugubina era propensa a giocarla alle ore 15, ma con ogni probabilità potrebbe essere disputata alle ore 17 (perchè in tal caso devono essere d'accordo entrambe le società). Ne sapremo di più. Ovviamente la partita si giocherà a porte chiuse.

05 MARZO 2020
Allenamenti blindati e gare a porte chiuse fino al 1 aprile. Niente conferenze e mix-zone

Situazione estrema, estremi rimedi. Intanto l'A.S. Gubbio 1910 comunica che a partire da subito e fino al 3 aprile tutte le sedute di allenamento della prima squadra si terranno rigorosamente a porte chiuse. Un ulteriore provvedimento che si aggiunge al fatto che qualsiasi tesserato non si può muovere dalla città per almeno due settimane, nemmeno si può recare nei comuni limitrofi, vietati tutti i locali al chiuso (bar, ristoranti, pub, discoteche, eccetera), per evitare qualsiasi forma di indesiderato contatto esterno. Queste le prerogative messe in atto dal dottor Giangiacomo Corbucci (come viene specificato in un'intervista al nostro portale che si può trovare nelle news a scorrere). Che si aggiungono alla sanificazione quotidiana con amuchina e alcool etilico nei luoghi al chiuso (dicasi spogliatoi). Intanto però la Lega pro ha ufficializzato il prossimo calendario con le partite che si disputeranno in maniera categorica a porte chiuse. A porte chiuse si intende che non sono ammessi tifosi all'interno dello stadio, nè ospiti, nè accreditati della società. Sono ammessi solamente gli arbitri, i calciatori con lo staff tecnico, medico e dirigenziale delle due squadre nel recinto di gioco. Non ammesse sfilate e gli eventuali cerimoniali con la presenza di bambini o accompagnatori al momento dell'ingresso nel rettangolo di gioco. Autorizzato il personale tecnico connessi all'organizzazione della gara come raccattapalle, manutentori, gli operatori fuizionali in tal senso, compresi gli steward, i vigili del fuoco e le autorità di pronto soccorso. Sono ammessi inoltre solamente gli operatori televisivi e i giornalisti preventivamente autorizzati. Ma sarà necessariamente vietato fare interviste in area mix-zone e nella conferenza stampa. In pratica ecco le partite che si giocheranno completamente con cancelli chiusi al pubblico. Sabato 14 marzo (ore 20:45) Gubbio-Vis Pesaro. Mercoledì 18 marzo (ore 18:30) invece c'è Carpi-Gubbio. Domenica 20 marzo (ore 15) Modena-Gubbio. Mercoledì 25 marzo (ore 18:30) prevista Gubbio-Piacenza. Domenica 29 marzo (ore 15) Cesena-Gubbio. Infine mercoledì 1 aprile (ore 18:30) Gubbio-Sudtirol. In pratica sono ben sei le partite senza pubblico. Con regole restrittive per arginare il problema in uno stato di emergenza. Ecco il calendario completo e le regole.

04 MARZO 2020
Konate: "Con questo stop lavorare sodo. Ora una striscia positiva. Ho tanto da recriminare..."

In questa situazione di stasi e di incertezza, parla il difensore Dramane Konate. Ormai non si gioca da due settimane in un clima surreale. Il calciatore ivoriano dice: "Credo che in questo momento difficile e delicato bisogna essere bravi noi stessi a mantenere alta sempre la concentrazione. Pertanto bisogna prepararsi sempre al massimo negli allenamenti. Quando ci sarà l'ordine di poter rigiocare dobbiamo farci trovare pronti. Non è semplice per nessuno non potendo giocare delle partite adesso. Per questo motivo bisogna lavorare sodo perchè il campionato andrà poi lottato fino alla fine". Si potrebbe giocare prossimamente anche a porte chiuse in zone considerate in allerta rossa, il suo commento? "Credo che prima di tutto viene la salute. Penseremo lo stesso a giocare anche senza pubblico per vincere". Ma Konate ha un rammarico e questo sassolino se lo toglie dalle scarpe. Ecco cosa afferma: "Ho tanto da recriminare. Perchè? Devo dimostrare quello che riesco a fare. Spero che in queste ultime undici partite riesco a dimostrarlo. Tuttavia ultimamente sto andando meglio anche per merito dei miei compagni di squadra". Un girone di ritorno importante dove il Gubbio è decollato rispetto ad un girone di andata annaspante. Cosa pensa? "Credo che il segreto sia stato il lavoro. Ci siamo preparati al meglio consapevoli del fatto che dovevamo incontrare avversarie organizzate e di un certo rango. D'altronde sapevamo che dovevamo fare punti per rincorrere la salvezza". Pare che sia cresciuta la solidità nello spogliatoio e anche in campo si nota. Konate risponde così: "Vero che abbiamo avuto dei momenti di certo non positivi all'inizio di campionato. Poi è chiaro che ogni allenatore ha il suo modo di lavorare. Abbiamo ottenuto una buona striscia positiva e adesso siamo tenuti a mantenerla. Pertanto dobbiamo mantenere la concentrazione sempre al massimo. Poi chissà, si può fare qualche altro pensiero. Ovvero i playoff? Magari, ben vengano. Intanto però pensiamo alla salvezza che è meglio, per il resto si vedrà e in caso sarebbe una grande gioia. Il mio ruolo preferito? Gioco dove il mister mi fa giocare e cerco di dare sempre il massimo. Per giocare farei di tutto, pure se mi chiedessero di fare il centravanti. Mentre per il mio ruolo ho sempre apprezzato un campione come Nesta". Un torneo così livellato, in tanti lo dicono, ma è davvero così? "Assolutamente sì. Credo che rispetto agli altri gironi, questo è un campionato molto combattuto. Per cui ribadisco che serve lavorare sodo".

03 MARZO 2020
Gubbio e Coronavirus: ecco il vademecum per gli atleti. Corbucci: "Precauzioni drastiche"

Emergenza Coronavirus. Il calcio si ferma. Esiste un diktat per come comportarsi nella vita quotidiana. Di conseguenza pure lo sport si è dovuto allineare a certi comportamenti e sono cambiate anche le abitudini quotidiane. Come si comporta in questo senso una squadra di calcio? Nello specifico, come si è adeguato il lavoro nella A.S. Gubbio 1910 in vista di questa situazione improvvisa? Ne parliamo allora con il medico della squadra, Giangiacomo Corbucci, che specifica: "Tutta la situazione è stata affrontata in maniera drastica. In primo luogo ai calciatori è stato vietato in maniera categorica, fino ad ordine contrario, di allontanarsi dalla città di Gubbio. Neanche a Perugia oppure a Fabriano. In questo contesto vengono compresi sia i calciatori che lo staff tecnico. Pertanto nessun allontanamento da Gubbio. Stiamo monitorando e abbiamo monitorato un po' tutti dal punto di vista di qualche accenno di sintomo. Per adesso nessun sintomo. Abbiamo predisposto diciamo un decalogo di cose da fare e quelle non da fare. Su questo ci allineiamo seguendo le norme che sono state emanate dalla stessa federazione. Nello specifico un calciatore che abita al nord, che è stato assente, da parte nostra è stato invitato a rimanere dove si trova: ovviamente, se vuole rientrare, occorrerà che faccia prima un tampone. Chiarisco che il calciatore è asintomatico, però esistono anche quelli portatori del virus che a tutti effetti sono asintomatici, quindi riteniamo opportuno che il giocatore stesso al momento resti al nord. Per il resto del gruppo seguiamo le norme, quindi niente di particolare, ma abbiamo adoperato un comportamento molto stringente. Come dicevamo non è stato permesso a nessuno di andare via, questa osservanza sarà replicata anche per tutta la prossima settimana. Dispiace per loro, capisco che qualcuno potrebbe anche non accettare questa situazione. Ma l'ho spiegato chiaramente: questa cosa si fa per tutti o per nessuno. Capisco che in alcune zone d'Italia il problema Coronavirus è meno rilevante rispetto alle zone rosse, però purtroppo il virus c'è. Nessuno si muove. Abbiamo cercato di evitare i contatti il più possibile: niente cinema, niente pub e niente luoghi chiusi". Per quanto riguarda invece lo spogliatoio e negli allenamenti, che predisposizioni avete intrapreso? "Gli spogliatoi vengono sanificati dal personale praticamente tutti i giorni. Con l'uso di amuchina, alcool etilico, eccetera. Con la sanificazione delle panche. Sul pavimento varechina e amuchina. Ci siamo poi prodigati a sanificare pure lo spogliatoio che era stato occupato dall'ultima avversaria in casa, la Reggiana, pertanto non abbiamo lasciato nulla al caso. C'è un odore di alcool nello spogliatoio che non potete immaginare, ma in certe circostanze vanno prese tutte le giuste precauzioni ed ora non ci resta che Dio ci aiuti". Che dire. Il Gubbio ha preso subito le giuste misure, drastiche ma opportunamente doverose.

02 MARZO 2020
Nuovo rinvio. Ora quattro gare infrasettimanali. Ad aprile tour di force con 6 gare in 26 giorni

Nuovo rinvio in serie C. Rinviata anche la partita di domenica prossima che si doveva disputare contro l'Imolese. Salvo ulteriori slittamenti si dovrebbe tornare a giocare sabato 14 aprile 2020 e si presenterà a Gubbio la Vis Pesaro. Quando nel frattempo proprio nella provincia di Pesaro-Urbino scatta l'allerta gialla com misure restrittive dalla giornata di oggi (lunedì 2 marzo), con la decisione di bloccare tutte le scuole, partite, eventi e manifestazioni di varia natura, con leggi feree pure nei bar e ristoranti. Una situazione inverosimile che sta condizionando anche lo sport. Un contagio che inevitabilmente lascia ricadute sul calcio e sul calendario. In pratica Imolese-Gubbio sarà rinviata a mercoledì 15 aprile (alle ore 20:45). Confermato invece il recupero per mercoledì 18 marzo per Carpi-Gubbio (fischio d'inizio dalle ore 18,30). Mentre Gubbio-Sudtirol sarà giocata mercoledì 1 aprile (ore 18:30). Tutti i recuperi in questo comunicato nel link. La situazione d'altronde si è complicata con le condizioni di una manciata di calciatori della Pianese risultati positivi al Coronavirus e l'intera squadra della Juventus Under 23 che è stata l'ultima avversaria è finita in quarantena (compreso l'eugubino Ettore Marchi che milita adesso con la formazione bianconera). In pratica nel dettaglio il Gubbio dovrà giocare diverse gare infrasettimanali: oltre a quelle citate con Carpi, Sudtirol e Imolese, ci sarà sempre da calendario l'impegno di mercoledì 25 marzo con il Piacenza che farà visita alla città umbra. Nel mese di aprile previsti sei incontri in soli 26 giorni. Quando il campionato sarà nella fase cruciale. Intanto ha preso la parola proprio il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, che come riporta Italpress.com, ha specificato: "Abbiamo preservato la regolarità della serie C. Alcune gare che potevano anche essere disputate le abbiamo rinviate, assieme a quelle delle squadre delle zone rosse. Con la speranza che si ricominci". In attesa che la situazione si normalizzi. Intanto però si blocca tutto.

01 MARZO 2020
Gubbio come a Bari: Torrente tra la gente per le vie della città e va in bici come Don Matteo

Iniziative che fanno bene al calcio, alla città e ai tifosi. É stato un sabato speciale voluto dal trainer Vincenzo Torrente che ha guidato la squadra in un tour cittadino con una corsa e un allenamento spontaneo per le vie della città. In particolare si sono toccate le vie del centro storico, dal quartiere di San Martino, poi in via dei Consoli e tappa doverosa in Piazza della Signoria ai piedi del maestoso Palazzo dei Consoli. Con tutti i calciatori in tuta rappresentativa e lo staff tecnico (in bicicletta Torrente e Mengoni; a guidare il gruppo a piedi Barilari e più dietro Pascolini) che hanno sfitato tra i passanti incuriositi. Come si può vedere in questo video dell'A.S. Gubbio 1910. Esercizi in piazza con tanto di stretching finale e senza pallone. Un Vincenzo Torrente inedito in bicicletta come Don Matteo tra le vie di Gubbio: come il celebre parroco interpretato da Terence Hill nella famosa fiction che anni fa veniva girata nella città eugubina (ora traslocata a Spoleto). Vincenzo Torrente non è nuovo a questa iniziativa. Già ai tempi del Bari nella sua avventura in serie B con i galletti biancorossi fece allenare i calciatori nel capoluogo pugliese sul lungomare e tra le vie del centro, compresa la Bari vecchia. Come si può vedere in questo video. Il tutto avvenne nell'estate 2012. Una iniziativa singolare che ha conquistato il web e i social, pure tanti rinomati portali nazionali hanno mostrato la notizia, con un eco fino a Bari (come si può leggere sul sito web Tuttobari.it). Una iniziativa originale per riavvicinare la gente e tutta la tifoseria eugubina in un momento nel quale c'è stato un calo vistoso di presenze sugli spalti negli ultimi anni. Operazione simpatia, come del resto ha sempre caldeggiato il trainer Vincenzo Torrente parlandone nel suo primo giorno a Gubbio quando disse: "Da ricreare la genuinità perduta. Riportare allo stadio quella gente che non c'è più. Bisogna riportare i calciatori a contatto con la gente, parlare con loro, fare gli allenamenti con la gente, vivere con la città, soprattutto a Gubbio". Lo disse il 16 ottobre 2019, basta scrutare il nostro archivio news. Il trainer Torrente è stato di parola. Lo ha fatto. Serve genuinità, autentica. Quella autenticità perduta negli ultimi anni. Come non dirlo. Fino a qualche tempo fa i calciatori erano tenuti in silenzio, talvolta con silenzi stampa senza motivazione. Addirittura i calciatori venivano intimati di non parlare nemmeno con la stampa. Tutti chiusi in una campana di vetro. Come avviene in un sistema totalitario. Nemmeno dare consigli per qualsiasi situazione, sempre rimandati al mittente. Servi di scena piegati verso un dispotismo mediatico. Per creare entusiasmo il consiglio più corretto è quello di provare di creare empatia verso il destinatario, bisogna cercare di vedere il problema dal suo punto di vista (e non dal nostro). Famosa citazione di Francois de La Rochefoucauld, scrittore e filosofo francese, recitava: «Si danno i consigli ma non si dà la saggezza di seguirli; le menti mediocri condannano abitualmente tutto ciò che è oltre la loro portata». Ora pare che sia cambiato un po' il vento. Era ora. Che non sia cancellato tutto con un colpo di spugna. Le buone intenzioni e i desideri positivi siano accompagnati da conoscenza ed etica professionale.

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Anno 2011-2012 Serie B:

MATCH CLOU:

1 ottobre 2011:

Gubbio-Verona 1-1
Spettatori: 3911

24 ottobre 2011:
Gubbio-Torino 1-0
Spettatori: 4173

6 gennaio 2012:
Gubbio-Bari 2-2
Spettatori: 3821

28 gennaio 2012:
Gubbio-Sampdoria 0-0
Spettatori: 3977

28 aprile 2012:
Gubbio-Pescara 0-2
Spettatori: 4434

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