SERIE C - GIRONE B
36ESIMA GIORNATA
DOM. 14 APRILE 2024
STADIO PIETRO BARBETTI
ORE 18:30

GUBBIO

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PONTEDERA

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37ESIMA GIORNATA
DOM. 21 APRILE 2024
STADIO NICOLA UBALDI
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RECANATESE-GUBBIO

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CLASSIFICA
GIRONE B SERIE C
2023-2024

Cesena
Torres
Carrarese
Perugia
Gubbio
Pescara
Pontedera
Juventus Ng

Arezzo
Rimini
Pineto
Lucchese
Spal
Entella
Sestri Levante
Ancona
Recanatese
Vis Pesaro
Fermana
Olbia

92
73
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55
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38
37
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36ESIMA GIORNATA
DOM. 14 APRILE 2024

Ancona
Sestri Levante

3
1

Arezzo
Torres

1
1

Carrarese
Rimini

3
0

Cesena
Recanatese

3
0

Fermana
Lucchese

2
1

Olbia
Pescara

0
3

Pineto
Juventus Ng

1
2

Virtus Entella
Spal

1
2

Vis Pesaro
Perugia

1
0

Marcatori 2023-2024
Serie C - Girone B

Shpendi Cesena
Morra Rimini
Merola Pescara
Guerra Juventus Ng

20
19
16
14

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Marcatori Gubbio
2023-2024

Udoh
Di Massimo
Spina
Bernardotto
Mercati
Montevago
Bulevardi
Bumbu
Chierico
Corsinelli
Desogus
Di Gianni
Morelli
Galeandro
Pirrello
Rosaia
Tozzuolo

10
9
5
3
2
2
1
1
1
1
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37ESIMA GIORNATA
DOM. 21 APRILE 2024

Recanatese-Gubbio

Juventus Ng-Fermana

Lucchese-Carrarese

Perugia-Arezzo

Pescara-Ancona

Pontedera-Olbia

Rimini-Entella

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30 GIUGNO 2015
Intrigo panchina: Magi in pole. Per la Lega Pro la società spera. Bucchi, verso Macerata

Un vero e proprio intrigo per la panchina rossoblù. Si viaggia nel più totale silenzio, non trapela nulla dalla stanza dei bottoni. Un silenzio talvolta assordante perchè la comunicazione è stata sempre un po' limitata nella stagione appena conclusa, ma dopo la retrocessione avvenuta il 30 maggio scorso si parla molto poco o per niente. Un dato di fatto che preoccupa e non poco il popolo eugubino. Finora ci sono state poche parole, che oltretutto non hanno fatto per niente chiarezza (dopo la retrocessione c'è stato solo un rimpallo di colpe, ma nessuno si è preso la briga di prendere le proprie responsabilità) e soprattutto ancora niente fatti. Perciò andiamo avanti solo con le voci di corridoio. Il candidato numero uno per sedersi sulla panchina del Gubbio è Giuseppe Magi, 44 anni, vincitore del campionato di serie D con la Maceratese. Curiosità: la squadra marchigiana ha concluso il campionato imbattuta. Inoltre viene fuori un'altra curiosità. Un ex rossoblù, Christian Bucchi, sarà l'allenatore della Maceratese in Lega Pro: prenderà il posto proprio di Giuseppe Magi che ora sta facendo il corso di Coverciano per Allenatore Professionista. Tuttavia Magi - come spiega il sito web Cronachemaceratesi.it - è seguito in maniera assidua dalla Sambenedettese. Insomma, come dicevamo, per l'allenatore è un vero intrigo e non sono escluse sorprese. In quanto c'è un dato di fatto. La società eugubina spera ancora di tornare in Lega Pro attraverso la "riammissione" perchè molte società sono a rischio per non iscriversi al prossimo torneo. Perciò un lumicino di speranza potrebbe aprirsi. Tuttavia ci sono diverse società di serie D che sperano nel ripescaggio in Lega Pro perchè effettueranno la domanda di iscrizione con il versamento della fatidica cifra di 500 mila euro: sono il Seregno, Taranto, Altovicentino e si parla del Fondi. Ma per saperne di più bisogna aspettare il 30 giugno (oggi), data conclusiva per l'iscrizione.

29 GIUGNO 2015
Ingoiato il rospo: dopo la retrocessione in serie D, la mancata domanda di ripescaggio...

Si è ingoiato il rospo. Dopo la bruciante e inaspettata retrocessione in serie D, il Gubbio deve anche rinunciare al ripescaggio. In molti ci speravano, ma noi in questo portale siamo stati sempre cauti e realisti. La tassa di 500 mila euro imposta dalla Lega Pro (più la fideiussione di 600 mila euro) per fare la domanda di ripescaggio è stata considerata troppo onerosa e perciò si pensa ora a costruire una squadra per la serie D. D'altronde, a tutti gli effetti, sul campo la squadra è retrocessa nei dilettanti (dopo 17 anni di professionismo) e quindi va guardata in faccia la realtà. Tuttavia sembra chiaro che la città ancora non riesce a digerire questa umiliante retrocessione, soprattutto per come è avvenuta, maturata e per dirla tutta per come si è manifestata. Ancora oggi la tifoseria è incredula e non si capacita di disputare un torneo nei dilettanti. Forse perchè c'è ancora un lumicino di speranza per tornare in Lega Pro, ma solo attraverso una "riammissione" nel caso in cui la Lega Pro deciderà di riammettere qualche team dai dilettanti. Al momento però questo discorso è superfluo perchè ci sarà da aspettare almeno un mese o addirittura due mesi per affrontarlo in modo concreto. Per questo motivo adesso la società eugubina deve darsi da fare per allestire un organico competitivo per la serie D. Punto e basta. Per il resto ci si penserà a tempo debito. In primis si deve puntare su un allenatore. Su questo argoemento viene scartata definitivamente la carta Galderisi: sarebbe venuto in rossoblù solo nel caso in cui il Gubbio fosse ripescato in Lega Pro. Adesso l'attenzione si sposta su altri elementi. In vantaggio al momento ci sarebbe Giuseppe Magi, tecnico di Pesaro, che ha appena vinto il campionato di serie D con la Maceratese (nel girone F dove c'erano pure Fano e Sambenedettese). Sempre in auge la candidatura di Federico Nofri, reduce dall'esperienza di Gavorrano, sempre in serie D. Spunta a sorpresa anche il nome di Marco Alessandrini, ex tecnico dei rossoblù, che è reduce dall'ottima stagione condotta sulla panchina del Fano, sempre in serie D. Ma era venuto fuori pure il nome di Lamberto Magrini, un ex calciatore dei rossoblù, che ha sempre manifestato il desiderio di allenare il Gubbio, però dovrebbe restare alla guida della Recanatese, sempre nei dilettanti. Malgrado ciò sono solo ipotesi, pertanto non è escluso che venga fuori un nome a sorpresa. Come del resto c'è da costruire una squadra diremmo molto competitiva per la serie D, ma non sarà semplice. Altre news. Il retrocesso Forlì (nei dilettanti) ha ingaggiato un nuovo allenatore: si tratta di Massimo Gadda (e si tratta di un ritorno). Sandro Cangini invece sarà il nuovo direttore sportivo della squadra forlivese. In casa Gualdocasacastalda invece è lotta a due: sul taccuino i nomi di Riccardo Bocchini (ex Castel Rigone) e Andrea Mosconi (ex Samb). Colpo grosso del San Giovanni Valdarno (ex Sangiovannese): ingaggiato l'allenatore Gennaro Ruotolo (ex tecnico di Treviso, Sorrento, Savona e Livorno).

27 GIUGNO 2015
Lega: tassa a 500 mila euro, ripescaggio addio! Si pensa alla serie D e la riammissione...

Come purtroppo si prevedeva. Come si era scritto e temuto in prospettiva. La tassa di iscrizione per il ripescaggio che deve essere versata alla Lega Pro a fondo perduto è pari a 500 mila euro. Cifra che è stata stabilita dal Consiglio Federale di venerdì. Da stabilire la cifra per la fideiussione che serve per fare per la stessa iscrizione, ma dovrebbe essere pari a 600 mila euro, salvo sorprese. Ma non è tutto. Il Consiglio Federale ha preso un altro provvedimento: già ora è stato stabilito che per la stagione che verrà (2016-2017) ci sarà il blocco dei ripescaggi. A questo punto per il Gubbio è piovuto addosso un macigno. La domanda di iscrizione per il ripescaggio in questi termini numerici economici diventa un peso troppo grande. Per questo motivo la domanda di ripescaggio in Lega Pro non si farà. Al momento si penserà a regolarizzare l'iscrizione entro il 10 luglio per partecipare al campionato di serie D. Ma è anche vero che la società eugubina spera in una eventuale riammissione in Lega Pro, in concomitanza con gli scandali scoppiati del calcioscommesse, nella speranza inoltre che diverse società (che sono in difficoltà) non si iscrivano al prossimo campionato. Tuttavia l'ipotesi di una riammissione avrà per dovere di cronaca i suoi tempi lunghi. Perciò al momento diventa una possibilità molto remota. Per questo motivo la società dovrà cambiare i suoi piani sul fronte dell'allenatore da scegliere. A questo punto il tandem da sogno formato da Galderisi allenatore e Sandreani vice allenatore non avrà quasi sicuramente un seguito: categorico era il vincolo di essere ripescati in Lega Pro. A questo punto si potrebbe puntare su altri nomi. In primo luogo c'è l'emergente Giuseppe Magi che ha appena vinto il campionato di serie D con la Maceratese. Ritorna in auge il nome di Pierfrancesco Battistini, che è un ex tecnico di Reggiana e Perugia. Come quello di Federico Nofri, ex Gavorrano. Ma è chiaro che per ora sono tutte voci di corridoio. La realtà è questa, nuda e cruda. Il Gubbio è retrocesso in serie D: a quanto pare al momento deve pensare solo a costruire una squadra competitiva e degna per poter disputare un campionato di dilettanti apparentemente facile mentre invece è pieno di insidie. Si deve partire a programmare fin da subito perchè è basilare la preparazione estiva. E se poi arrivasse in modo reale la riammissione? Anche se fosse bisognerà aspettare agosto o la fine di agosto. Se per davvero avvenisse questo miracolo, in quel preciso istante si potrebbero fare degli innesti mirati per il professionismo. Ma adesso questi discorsi lasciano il tempo che trovano. Il Gubbio sul campo è sceso nei dilettanti e deve pensare ai dilettanti. Non è il momento di fare voli pindarici. Ci sarà tempo.

25 GIUGNO 2015
Quel duo per riavvicinare i tifosi. Ma solo in Lega Pro. Tandem con Galderisi e Sandreani

Una ipotesi suggestiva, forse unica. Ma senz'altro sarebbe una soluzione che piacerebbe molto a tutta la tifoseria. Una probabilità di una accoppiata che potrebbe catalizzare la fantasia di molti. É quella che vorrebbe intraprendere la Gubbio Calcio. Da un lato ingaggiare come allenatore Giuseppe Galderisi che ha lasciato un ottimo ricordo nel 2004. Un tecnico che è carismatico, la sua squadra forniva un buon calcio e piaceva alla gente. Quel bel gioco tra l'altro che si è visto nella stagione appena passata a Lucca, quando la sua Lucchese pareggiò per 1-1 contro il Gubbio di Acori, e in quella gara furono determinanti le parate di Iannarilli per salvare il risultato. Inoltre Galderisi (per chi ha avuto modo di conoscerlo come noi a livello di stampa) è quella persona schietta, sincera, che sa coinvolgere e ti sa parlare di calcio. E l'accoppiata potrebbe essere fantastica se al fianco ci potrebbe essere un vice allenatore come Alessandro Sandreani. Un uomo, una bandiera, che non ha mai scordato i colori della maglia rossoblù e che farebbe di tutto per aiutare il Gubbio per risalire la china. Sandreani ha i colori rossoblù cuciti sulla pelle, tutti lo sanno, tutti lo conoscono. E lo sa pure la società. In questo preciso momento servono figure essenziali per riavvicinare la gente allo stadio. Servono persone che amano veramente i colori rossoblù. Non servono persone di facciata, ma persone vere. Ma è chiaro che c'è un importante ostacolo. Dipende dalla categoria. Questo matrimonio si potrebbe fare, o per dire meglio potrebbe essere possibile, solo se il Gubbio verrà ripescato in Lega Pro. Su questo punto è stato categorico il parere di Galderisi. Ma se il Gubbio resta in serie D? L'idea la forniamo noi, visto che ci siamo. Visto che Sandreani ha preso il patentino da allenatore, potrebbe essere lui stesso la prima scelta per dirigere la panchina del Gubbio in serie D. Facciamo questa precisazione perchè l'ex capitano dei rossoblù può allenare solo nei dilettanti (o nei campionati giovanili) mentre in Lega Pro può fare solo il secondo allenatore. Gli altri nomi circolati? Sono solamente ipotesi che sinceramente si possono definire dei sondaggi. Dino Pagliari è difficile che venga e semmai solo in Lega Pro. Spunta pure il nome dell'emergente Giuseppe Magi che ha appena vinto il campionato di serie D alla guida della Maceratese nel girone F (ben 78 punti totalizzati davanti a Fano e Sambenedettese): l'allenatore pesarese ha avuto un contatto con la società eugubina. Tuttavia per fare ogni ulteriore discorso c'è da aspettare la data del 26 giugno quando si riunirà il Consiglio Federale dove si dovrebbero definire per l'appunto i criteri di ripescaggio: da quel momento in poi si potrebbe già capire se il Gubbio potrebbe usufruire di questa ipotesi, ma è chiaro che bisognerà aspettare il 30 giugno per sapere effettivamente quante società si iscriveranno al campionato di Lega Pro. Riceviamo e pubblichiamo una iniziativa di un collega giornalista di Pisa: Luca Barboni ha redatto l'annuario (di 400 pagine) che riepiloga tutti i dati del campionato di Lega Pro 2014-2015. Tutti gli interessati possono richiedere una copia (gratis) in formato pdf inviando una richiesta all'indirizzo email: luca.barboni@tin.it (l'unica richiesta che viene fatta, affinchè venga esaudita la richiesta, è comunicare la fonte dove è stata letta questa notizia).

24 GIUGNO 2015
C'era un volta il Parma e quel "legame" con Gubbio. Da quella sinergia ad oggi: il resoconto

Era il 4 agosto 2013. Il Gubbio gioca il suo Memorial Mancini contro una squadra di lusso: si trattava del Parma allenato da Donadoni e tra le sue fila aveva un certo Cassano. Quella partita naturalmente fu vinta dagli emiliani per 3-0 con le reti di Sansone, Palladino e Okaka su rigore. Una gara che consolidò il rapporto che si era istaurato tra il Gubbio e la società ducale. In quellla stagione (2013-2014) c'era il trainer Christian Bucchi e dalla società gialloblù arrivarono in estate addirittura 16 calciatori dal Parma. Riguardando nell'archivio news del nostro portale web, questo accordo fu accolto come una manna dal cielo. In pratica il 6 giugno 2013 l'allora presidente Fioriti disse: "L'accordo con il Parma è un progetto di prospettiva e strategico: al di là dell'aspetto economico, questo accordo sarà prettamente tecnico". E in quell'occasione (curiosamente) si parlò anche delle dimissioni del vice presidente Sauro Notari (attuale presidente del Gubbio), e proprio Fioriti a riguardo affermò: "Questo è il neo peggiore: di sicuro per noi è una grande perdita". Dimissioni che poi furono smentite in realtà il 12 giugno 2013 dallo stesso Notari che disse: "Il sottoscritto non si è mai dimesso. Ma sul treno che parte, non dico che vorrei essere il macchinista della locomitiva, ma almeno vorrei stare al fianco del guidatore e non voglio salire su un vagone qualsiasi". La data fatidica: il 7 giugno 2013, l'accordo fu ufficializzato. In conferenza stampa in sede questo accordo fu definito così. Il patron Fioriti disse: "É un progetto storico". Il diesse Giammarioli disse: "É un accordo importante: la nostra collaborazione sarà molto più stretta con il Parma, invece di prelevare più calciatori da altre parti d'Italia. Ci saranno delle valorizzazioni con i calciatori che arriveranno dal Parma". Delle valorizzazioni che fruttarono un milione e 500 mila euro circa per le casse eugubine. Ma ora si arriva ai giorni nostri e la differenza è piuttosto notevole. Data 22 giugno 2015: il Parma è fallito. Non c'è alternativa, resta solo la serie D. Chi se lo sarebbe mai aspettato? In poco tempo sono cambiate tante cose. Il Parma ripartirà dai dilettanti e quindi quel filo conduttore che legava il Gubbio alla società ducale si è così completamente dissolto. Pure in casa Gubbio sono cambiate tante cose rispetto ai quei tempi. Ora il presidente è Sauro Notari. E secondo alcuni rumours, al suo fianco potrebbe entrare l'imprenditore eugubino Filippo Barbetti. Per il resto Marco Fioriti si è dimesso da amministratore delegato ma resta come consigliere. Ci si attende cosa sarà del futuro. Ma soprattutto c'è da capire ancora in quale serie giocherà il Gubbio. Intanto venerdì 26 giugno si terrà la prossima riunione del Consiglio Federale: ci pare ovvio sottolineare che è attesissima soprattutto per quanto riguarda le nuove norme da stabilire sui ripescaggi nei campionati professionistici. Questa riunione interessa in maniera diretta il Gubbio Calcio. Ex rossoblù. Alla Cremonese l'ex Dt degli eugubini Gigi Simoni è stato confermato anche per la prossima stagione come presidente. Stefano Giammarioli resta il direttore sportivo, però ricoprirà anche il ruolo di direttore generale. In grigiorosso invece è approdato come allenatore Fulvio Pea.

23 GIUGNO 2015
Contatto con Galderisi: summit con la società di lunedì. L'ex Torrente alla Salernitana in B

É un ex rossoblù. Ha allenato il Gubbio nella stagione 2004 quando subentrò a Ruggiero Cannito: in sette partite conquistò quattro vittorie (compresa la vittoria a Gualdo per 3-1 con reti di Bruni, Ferrari e Cipolla), due pareggi e una sconfitta. Quel Gubbio così raggiunse i playoff ma venne sconfitto all'epoca dalla Sangiovannese di Baiano allenata da Sarri. Nell'ultima stagione è subentrato il 14 novembre 2014 a Lucca con la squadra in piena zona playout: i rossoneri alla fine del campionato hanno centrato il decimo posto. Stiamo parlando di Giuseppe Galderisi, classe 1963. L'allenatore di Salerno ha avuto un concreto contatto lunedì con la società eugubina. C'è stato un vero e proprio summit dove Galderisi ha potuto incontrare direttamente il presidente Sauro Notari. Le due parti si sono ripromesse di risentirsi tra una settimana e anche più in là perchè sarà fondamentale la data del 30 giugno quando si potranno sapere con precisione i parametri per un possibile ripescaggio in Lega Pro e si sapranno le società che riusciranno ad iscriversi al campionato (anche se hanno poi una proroga fino al 17 luglio). Infatti Nanu Galderisi potrebbe accettare la panchina rossoblù solo nell'eventualità che il Gubbio venga subito ripescato (oppure riammesso) in Lega Pro. Qualora si trattasse di restare in serie D, allora la società eugubina sarà costretta a prendere altre strade. Questo è un punto fermo. Perciò la società eugubina sta continuando a fare dei sondaggi, ma per le notizie certe c'è ancora da aspettare. Ma per fare una statistica completa sugli allenatori, possiamo dire quanto segue. Ad esempio Leonardo Acori durante la scorsa stagione fu ingaggiato il 5 luglio 2014. Nella stagione precedente invece Christian Bucchi fu ufficializzato il 12 luglio 2013. Mentre Andrea Sottil fu tesserato già nel mese di giugno, precisamente il 22 giugno 2012. In serie B invece Fabio Pecchia fu addirittura ufficializzato il 18 giugno 2011. Mentre con Torrente si fece molto presto e combacia una data: fu ufficializzato il 17 giugno 2009 e l'anno dopo fu confermato il 17 giugno 2010. Una data, lo stesso destino, perchè in entrambi le stagioni il Gubbio ha vinto il suo campionato di appartenenza passando dalla Seconda Divisione (vecchia C2) alla serie B. Tornando all'attualità, si sta parlando che se Galderisi diventasse davvero il nuovo allenatore del Gubbio, potrebbe essere Alessandro Sandreani ad affiancarlo come vice. Secondo alcuni rumours si parla pure che Sandreani potrebbe arrivare in ogni modo. Sarebbe un bel segnale per riportare davvero una figura rappresentativa per i colori della Gubbio Calcio. Altre notizie. Adesso è ufficiale: Vincenzo Torrente è il nuovo allenatore della Salernitana in serie B. Si parla che potrebbe raggiungerlo un altro ex rossoblù, il portiere Eugenio Lamanna, ma è probabile che rimanga ancora in serie A con il Genoa.

22 GIUGNO 2015
Gubbio, per adesso tutto in stand by. Situazione complicata. Bisogna aspettare il 30 giugno

Sono passati 23 giorni dalla retrocessione in serie D. Ancora tutto tace. L'unico comunicato stampa ufficiale della società è arrivato lo scorso venerdì che riportava quanto segue. Cioè: «La Corte Sportiva d'Appello Nazionale ha discusso il ricorso del Gubbio verso le sanzioni dell'inibizione fino al 31 ottobre e dell'ammenda di 3000 euro inflitte al presidente Sauro Notari a seguito del match contro il Savona del 23 maggio scorso. Il ricorso è stato parzialmente accolto e per l'effetto la sanzione dell'inibizione è stata rideterminata al 31 luglio, mentre è stata confermata l'ammenda». Per il resto niente. In effetti prima di tutto c'è un nodo da sciogliere e prima del 30 giugno è proprio impossibile da sciogliere. In quella data infatti si radunerà il Consiglio Direttivo della Lega Pro per decidere quali saranno in maniera definitiva i parametri precisi per fare domanda di ripescaggio. Oltre alla fideiussione di 600 mila euro, bisognerà vedere se serviranno altri 600 mila euro da versare a fondo perduto alla Lega Pro (come si è paventato), oppure la cifrà rimarrà inalterata a 200 mila euro (come nella passata stagione). In quella data è prevista anche la domanda di iscrizione di tutte le società che disputeranno la Lega Pro, però anche se un club non ha i requisiti richiesti è previsto un ulteriore step che permette di presentare il ricorso alla CoViSoc entro il 14 luglio. In questo caso il termine fissato è perentorio e la decisione di concedere o meno la Licenza Nazionale verrà presa dal Consiglio Federale durante la riunione del 17 luglio. Però ci sarebbero anche 20 società che rischiano di non iscriversi, come spiega in maniera dettagliata questo articolo di Calcioweb.eu. Ma nonostante ciò, come si può notare, per sapere se c'è una concreta possibilità di ripescaggio, i tempi sono piuttosto lunghi. E forse ci vorrà diverso tempo. Eppure, secondo alcuni rumours, gli esponenti dell'A.S. Gubbio 1910 sono convinti che ci sarà un ripescaggio o addirittura una riammissione in Lega Pro. Questo è l'augurio di tutti, sia chiaro, ma noi restiamo cauti perchè in fin dei conti bisogna essere realisti e bisogna proseguire a piccoli passi perchè non vogliamo mandare del fumo negli occhi ai nostri lettori. Intanto scatta il totoallenatore. E adesso inizia il dilemma. Dopo il diniego di Tasso che è stato confermato vice allenatore (con accordo triennale) dell'Ancona al fianco del tecnico Cornacchini, il Gubbio va avanti nel silenzio più assoluto. Ma il motivo è molto semplice. Allenatori del calibro di Braglia, Pagliari (con i quali servono contratti esosi) o Torrente, non verranno mai per disputare un campionato di serie D, ma solo se si farà con certezza la Lega Pro (questo sembra scontato). Inoltre Torrente sembra molto vicino a sedersi sulla panchina della Salernitana, appena approdata in serie B. Perciò al momento gli unici allenatori papabili sono Battistini (ex Perugia) o Nofri (ex Gavorrano) per essere ingaggiati: entrambi potrebbero accettare di sedersi sulla panchina rossoblù anche in caso di un campionato di serie D. Mentre l'ipotesi di un ritorno di Galderisi è tutta da valutare, ma possibile. Inoltre per formare una rosa di calciatori in questo momento non è per niente facile. Ma il discorso è un altro: ma quanto si può ancora attendere? Ogni squadra inizia la preparazione a luglio, perciò non si può esitare tanto o troppo. Un'idea di squadra ci deve essere già in testa, anche se si capisce ampiamente che non è poi facile: non sapere in quale categoria si giocherà sta diventando un grosso ostacolo per una idea ben precisa per costruire un vero organico. In attesa di lumi, che ci auguriamo siano propositivi e positivi, è giusto camminare a fari spenti. Per non illudere nessuno. Per non illudere una tifoseria. Aspettando notizie concrete.

20 GIUGNO 2015
Acori: "É ora di chiarire, ecco tutta la verità! Poi adesso la colpa è solo mia? E nel mercato..."

Diritto di replica. Il nostro portale web è stato sempre aperto ad una informazione libera, nel rispetto dei ruoli e delle parti. Per questo accettiamo e pubblichiamo le parole del tecnico Leonardo Acori. In primo luogo replica all'articolo pubblicato nel nostro portale lo scorso 12 giugno con la relativa intervista a Simone Guerri (che si trova nell'archivio news). Acori dice: "Vorrei chiarire: dei calciatori mi ci hanno pure chiamato. C'è stata sempre educazione nel nostro spogliatoio e il rispetto delle regole. Solo una volta c'è stato un ritardo: in inverno Tutino, Caldore ed Esposito hanno trovato per strada un incidente vicino Roma e sono arrivati in ritardo, per questo motivo sono stati multati da regolamento interno. Per il resto le consegne sono state sempre rispettate: rispetto, disciplina, non hanno mai sgarrato. A fine campionato ho visto dei ragazzi un po' impauriti come dicono in molti e gli sono stato ancora più vicino. Con me c'è stato per molto tempo Tasso e quindi gli si può chiedere a lui come gestisco io lo spogliatoio. Rispetto dei ruoli sempre: staff tecnico, calciatori e società. Non sono stato permissivo, ma ero vicino ai calciatori per aiutarli". Ma Acori vuole aggiungere un altro fatto. Eccolo: "Ora sembra che la retrocessione è solo colpa di Acori. Naturalmente anche io ho sbagliato, ma mi prendo le mie responsabilità: non sono stato infallibile altrimenti non si retrocedeva. Però mi sono preso una forte avventura: sapevo le difficoltà che c'erano all'inizio, ma le sfide mi piacciono. L'allenatore dei 27 punti dell'andata era sempre il sottoscritto. Poi è vero come dice il presidente (Notari ndr) che aveva parlato con Borghese, ma non so se sarebbe venuto. Però io dissi che con il recupero di Galuppo, quattro difensori centrali potevano bastare. Volevamo una punta centrale come Plasmati, però non è potuto venire: altri non me servivano perchè Regolanti fino a gennaio aveva fatto 8 gol, ma poi è stato molto disturbato da queste chiacchiere della ricerca di un attaccante. Ma bisogna dire tutto per fare venire fuori la verità. Ad esempio Bariti aveva già firmato, l'avrei preso volentieri, ma poi non fu più preso e non certamente per colpa di Acori. Nel mercato di gennaio feci il nome di sette/otto esterni, ma non siamo riusciti a prendere nessuno di quei nomi". Acori prosegue: "Purtroppo poi la squadra è calata, ma molti non avevano fatto la preparazione e molti di quei ragazzi non hanno mai fatto un campionato intero. Quando sono arrivato c'erano Laezza e Malaccari. Dei calciatori sono arrivati grazie al direttore sportivo (Pannacci ndr), ma molti sono stati presi perchè io allenavo il Gubbio: Loviso non sarebbe mai venuto a Gubbio, idem Lasicki e tanti altri. Abbiamo pagato il fatto che abbiamo preso dei rigori sciocchi e tanti gol su calcio d'angolo. Le quattro vittorie tra novembre e dicembre forse ci hanno tolto un po' di umiltà. Dopo la Carrarese è stato destabilizzante l'attacco del presidente nei miei confronti sui giornali, senza chiamarmi in sede: semmai dovevo essere esonerato in quel istante e non a fine campionato. A San Marino abbiamo toppato la partita. Ma ho visto una partita più brutta di quella, ma non ero più l'allenatore: nei playout a Savona dove nel primo tempo poteva vincere il Savona per 5 o 6 a 0. E sono rimasto male anche delle dichiarazioni di Bonura dopo la partita di ritorno. Per non parlare del modulo: questa squadra poteva giocare solo con il 4-3-3, altrimenti Loviso andava in difficoltà e gli esterni erano adatti solo a questo modulo". E conclude: "Mi dispiace per la città di Gubbio. Era una missione difficile. Ho le mie responsabilità, ma ho la coscienza pulita perchè ho dato tutto".

18 GIUGNO 2015
L'osservazione. Quei successi... costruiti da lontano! E si scopre che non vengono a caso...

Paradossale. Ma certi fatti a distanza di tempo fanno capire che quando si programma in tempo e con serietà, si raggiungono i risultati. É bastato sbirciare nell'archivio news del nostro portale web. Prima data: 4 giugno 2009. Già nei primi giorni di giugno fu ufficializzato il neo allenatore del 2009-2010: si trattava di Vincenzo Torrente. Riportiamo le parole dette proprio in quell'occasione dal direttore sportivo dell'epoca Stefano Giammarioli: "Torrente viene a Gubbio con grande entusiamo. Era la nostra prima scelta. Già lo conoscevo, ma determinante è stata la presenza di Gigi Simoni. Lo staff tecnico così è proprio al completo". Sì, perchè in quell'occasione furono ufficializzati pure il preparatore atletico che era Mengoni e il preparatore dei portieri che era Pascolini. Sei giorni più tardi (il 10 giugno 2009) parlò lo stesso Torrente che disse: "Sono motivatissimo, l'ambiente mi piace e d'altronde mi trovo in una piazza passionale". Poi ci fu la presentazione ufficiale il giorno dopo (11 giugno 2009). Fanno un certo effetto sentire quelle parole pure oggi. Eccole. Infatti il Dt Gigi Simoni disse: "Arrivare tra le prime 5 del campionato. Budget ridimensionato? Non ci spaventa. L'importante è fare acquisti mirati e cercare dei calciatori motivati". L'allenatore Torrente aveva aggiunto: "Non nego che puntiamo a fare un torneo di vertice. La crisi (economica ndr) c'è ovunque, l'importante è centrare gli acquisti e voglio una squadra di combattenti". Quanto fanno riflettere quelle parole ad oggi! Anche perchè lo stesso Torrente disse subito: "Pratico il 4-3-3, difficile che cambio schieramento, sono gli altri che si devono adattare a noi". Insomma, c'erano idee chiare fin da subito. Non a caso a fine stagione è arrivata poi la promozione in C1 in quel fatidico spareggio datato 13 giugno 2010 davanti a 2624 tifosi eugubini al seguito allo stadio di San Marino. Ma fanno sensazione pure altre operazioni. Ad esempio il bomber Alessandro Marotta (autore poi nel torneo di 20 reti), fu ingaggiato e quindi ufficializzato già il 17 giugno 2009. Mentre il 3 luglio 2009 toccò al portiere Eugenio Lamanna (ora in serie A con il Genoa) e il giorno dopo venne l'ora della presentazione di Giacomo Casoli (fu protagonista di una stagione esaltante con il gol risolutivo ai playoff). Senza dimenticare che furono confermati delle pedine cardine come Sandreani, Briganti, poi Farina e Anania. In pratica la programmazione fu costruita da lontano, cioè in largo anticipo. In poche parole quei successi sono stati costruiti da lontano. Ma successe la stessa cosa anche nella stagione seguente (2010-2011), quella fatidica della promozione in serie B. La Triade (Simoni, Giammarioli e Torrente) fu confermata dopo appena quattro giorni dallo spareggio di San Marino: il 17 giugno 2010. Nei primi di luglio arrivarono tanti giovani promettenti: Donnarumma dal Catania (ora al Teramo), poi Galano dal Bari e fu confermato Gomez Taleb dall'Hellas Verona (adesso giocano con le squadre di appartenenza). Altra curiosità di quella stagione. Nei test estivi il Gubbio di Torrente si impose per 2-0 nel Memorial Mancini del 29 luglio 2010 contro il Torino allenato da Lerda (reti di Testardi e Bertinelli). Ironia della sorte. Poi il destino vuole che un anno dopo, in campionato, in serie B, il 22 ottobre 2011, il Gubbio riesce a sconfiggere di nuovo il Torino (allenato questa volta da Ventura) per 1-0 con quella rete decisiva di Daniel Ciofani (ora in serie A con il Frosinone). Tutto ciò serve per raccontare una pagina epica del calcio eugubino e resterà nella storia. Ma certi successi non sono mica venuti per caso!

17 GIUGNO 2015
Sandreani: "Ho sofferto pure io come un tifoso. Dagli errori saper ripartire. E i più esperti..."

Quando il malessere di una retrocessione viene trasportata fuori Gubbio. Da colui che ha vestito con vera devozione la maglia del Gubbio. Stiamo parlando di Alessandro Sandreani che nell'ultima stagione ha collaborato con il diesse Stefano Giammarioli alla Cremonese e in questo lasso di tempo ha preso il patentino di allenatore con il quale può allenare in serie D, nei settori giovanili e può fare il vice in una squadra di Lega Pro. Prima domanda. Come ha visto questa retrocessione del Gubbio? "Nonostante sono di Cantiano, nondimeno lavoravo da un'altra parte, ho vissuto questa retrocessione come un vero tifoso. Perciò ho sofferto. Una retrocessione che fa male. Ora ci deve essere la forza di ripartire". Da esterno che idea si è fatto? "Ho visto giocare la squadra alcune volte e talvolta ha giocato bene. Dico che a mio avviso è arrivata la paura che ha avuto un'escalation. La squadra era giovane ma credo che siano mancate pure delle certezze caratteriali all'interno dello spogliatoio. Di sicuro sono mancati degli uomini carismatici a livello di spogliatoio. D'altronde questo è il calcio. Quando si comincia a perdere diventa tutto più difficile perchè il campionato era così livellato: è bastato incassare alcune sconfitte che hanno portato una insicurezza che ha trascinato tutti". Parlava di figure carismatiche. Diciamo forse che sono mancate pedine come Boisfer, Bartolucci o lo stesso Sandreani, che in passato sono state delle presenze importanti nello spogliatoio? "Della squadra di quest'anno conoscevo solo Simone Guerri e posso dire che lui è una figura importante. Per il resto non so che dire. Di sicuro è mancato qualcosa. Ma adesso non serve a nulla rivangare il passato. Come ad esempio quando si rivangava la retrocessione dalla serie B. Da certi errori bisogna saper ripartire per non commetterli più". Lo stesso Guerri in una recente intervista al nostro portale web ha detto che quest'anno nello spogliatoio c'era troppo permissivismo e poche regole. Lei che ne pensa? "Le regole sono importanti, assolutamente. Le regole, il gruppo e gli allenamenti sono fondamentali. Certo: appare strano che il Gubbio aveva fatto bene con Acori nel girone di andata e poi non so capire cosa può essere successo. Purtroppo la situazione stava precipitando ma si è capito troppo tardi, e credo che i calciatori più esperti dovevano parlare prima e alzare la voce prima. Così facendo ci hanno rimesso tutti, ci ha rimesso il Gubbio". Adesso Sandreani che consiglio può dare al Gubbio? "Sinceramente non me la sento di dare consigli. Sono vicino alla gente, soprattutto ai quei 1500 che erano presenti in C2 quando giocavo fino a dieci anni fa ed erano presenti pure nella finale di ritorno dei playout contro il Savona: capisco che ci stanno male e in particolar modo saluto i ragazzi della curva. Ci hanno sofferto tanto e mi dispiace per tutto l'ambiente, per il presidente e per la società che immagino abbiano dato il massimo. Ma credo che queste batoste servano per il futuro". E il futuro di Sandreani? "É aperto a tutto, è aperto a qualsiasi evenienza. Ho preso pure il patentino di allenatore. Perciò sono disponibile a fare tutto. Mi trovo nella situazione come quando uno è chiamato alle armi: sono pronto a tutto". In poche parole, il guerriero non si arrende mai. Era una lottatore in campo. Di sicuro lo sarà anche da allenatore. Garantito.

16 GIUGNO 2015
Focus. Si prevede una lunga estate calda! Ma non è il titolo del film! E spunta un nome...

La lunga estate calda. Era il titolo di un film drammatico targato Stati Uniti d'America del 1958. Regia di Martin Ritt. Ed un cast di attori importanti: Paul Newman, Orson Welles, Joanne Woodward, poi Anthony Franciosa e Lee Remick. Ma quello che aspetterà tutti gli sportivi eugubini non sarà un film. Sarà una lunga estate calda. Il problema principale che si trova davanti ora il Gubbio è il ripescaggio. Perchè di problema si tratta. Per fare un esempio: l'Arezzo nella passata stagione fu ripescato in Lega Pro, ma dovette aspettare addirittura il 4 settembre 2014 (prese il posto del Vicenza ripescato a sua volta in serie B). E in poco tempo dovette costruire una rosa competitiva per la Lega Pro: ma la società amaranto non ha badato a spese. Vennero presi a suon di quattrini in pochi giorni calciatori del calibro di Dettori, Morga ed Erpen. Tutto ciò è per fare capire che un ripescaggio per essere operativo avrà di sicuro i suoi tempi molto lunghi e occorrono tanti quattrini (e non noccioline) poi per potenziare la squadra. Insomma, la strada non è semplice quanto si crede (tutt'altro). Le tappe sono lunghe. Infatti in primo luogo bisognerà aspettare il 30 giugno quando si terrà il consiglio direttivo della Lega Pro a Firenze. In quella data si saprà con certezza quali saranno i criteri economici ben precisi per portare avanti la domanda di ripescaggio. Si parla di oneri finanziari lievitati. Le società infatti dovranno farsi carico della fideiussione prevista per l'iscrizione fissata in 600 mila euro, contro i 400 mila euro richiesti ai club già confermati nella categoria. Inoltre sarebbe previsto un versamento a fondo perduto pari a 600 mila euro (contro i 200 mila euro della passata stagione). Si cerca di rivedere al ribasso questa cifra, ma potrebbe rimanere tale: per una risposta definitiva bisogna aspettare il 30 giugno (appunto). In materia di iscrizioni però si prevede un'estate ancora più calda del solito in rapporto sia alla delicata situazione economica finanziaria di molti club e sia allo scandalo del calcioscommesse (e qui si sta parlando pure di riammissioni). Ma visto e considerato quanto è successo in passato, difficilmente le squadre coinvolte verranno retrocesse all'ultimo posto, al massimo potrebbero essere penalizzate nel prossimo campionato di appartenenza. Infatti tutte le società coinvolte si sono costituite parte civile. Adesso non sarà semplice programmare e costruire una squadra perchè non si sa nemmeno in quale campionato potrà giocare il Gubbio. Sul campo infatti il Gubbio è retrocesso e quindi il suo campionato di appartenenza al momento è la serie D. Se ci sarà un ripescaggio, ci pare ovvio che questa macchia (quella della retrocessione) resta e questa macchia deve servire per programmare il futuro in maniera più chiara, più seria e più trasparente (altrimenti si potrebbe verificare una ulteriore retrocessione). É chiaro che non sarà semplice nemmeno individuare un allenatore che abbia le credenziali (ma anche la voglia) di poter accettare la panchina rossoblù sia in serie D che in Lega Pro. Alcuni piccoli sondaggi la società eugubina in verità già l'ha fatti. Un nome su tutti: Renzo Tasso, eugubino, reduce dall'ultima esperienza ad Ancona come vice di Cornacchini. E un primo approccio tra la società e Tasso già è avvenuto: bisognerà vedere adesso se questo contatto avrà un seguito. In verità Renzo Tasso è stato contattato anche dal Gualdo Casacastalda del patron Minelli. Ma non è escluso che potrebbe uscire fuori un nome a sorpresa. Tutto dipenderà molto dal progetto. Ogni allenatore non accetterà il tutto a scatola chiusa. Per ripartire servirà un progetto serio, per poter risalire la china quanto prima.

15 GIUGNO 2015
La ricerca dei talenti e il vivaio: l'esempio di Frosinone e Carpi. Pure a Gubbio in passato...

Parliamo di due fenomeni del calcio. Frosinone e Carpi che da quest'anno affrontano per la prima volta il campionato di serie A. Ma certi successi nascono da lontano. Lungimiranza, lucidità e umiltà nella programmazione. Ci sono delle società che non navigano a vista, ma pianificano ogni dettaglio. Con una strategia fondamentale: la valorizzazione del settore giovanile come spinta economica e i risultati ne sono la testimonianza tangibile sia sul campo che nel bilancio. Partiamo dal Frosinone. Proprio il presidente frusinate Maurizio Stirpe aveva confessato lo scorso ottobre 2014 a Repubblica.it: "Il nostro sogno è progetto sostenibile che diventi autosufficiente. Noi stiamo creando infatti una società che si autoalimenti". E fece un esempio: "Stellone fu inserito nel nostro settore giovanile, dove ha vinto un campionato Berretti e così poi lo abbiamo inserito in prima squadra. É giovane, ma se non fa errori nella gestione personale della carriera potrà arrivare molto in alto". In pratica è stato un buon profeta perchè adesso il Frosinone targato Stellone è in serie A. Un esempio lampante sono quei calciatori come Paganini e Gucher che sono nati proprio nel vivaio gialloblù. Parliamo anche del fenomeno Carpi guidato dal sanguigno Fabrizio Castori. Il patron degli emiliani Stefano Bonacina, lo scorso mese aveva fatto queste dichiarazioni a Radio Anch'io Sport: "Abbiamo fatto quattro promozioni in sei anni perchè ho trovato dei collaboratori validi, di sicuro c'è un pizzico di fortuna ma principalmente perchè abbiamo investito giusto". Ma soprattutto si è puntato sulla scoperta di giovani talenti nei dilettanti. Un esempio lampante è l'attaccante Kevin Lasagna, attaccante, classe 1992, prelevato dalla formazione dell'Este in serie D (dove aveva realizzato 22 reti) e nel campionato appena concluso con il Carpi ha totalizzato ben 30 presenze. Per non parlare dell'esplosione di Jerry Uche Mbakogu, attaccante nigeriano classe 1992, prelevato dal Padova in prestito e poi acquistato a "costo zero" dopo il fallimento della società veneta: adesso vale 8 milioni di euro ed è finito nel mirino del Torino. Ebbene, deve tornare la cultura del vivaio e la voglia di riscoprire i talenti. D'altronde, chi ha buona memoria, i successi del Gubbio sono nati proprio da scelte azzeccate. Nella stagione in cui il Gubbio (2009-2010) vinse il campionato di Seconda Divisione, il bomber era Alessandro Marotta che riuscì a segnare 20 reti con la maglia dei rossoblù: nell'estate 2009 era stato preso dall'Arrone (serie D) dove aveva segnato 22 reti. A gennaio 2010 arrivò pure un certo Juan Inacio Gomez Taleb, esploso con la maglia rossoblù soprattutto nella stagione seguente (2010-2011) quando segnò 18 reti nella magica cavalcata verso la serie B. Oggi è in serie A con l'Hellas Verona, a quei tempi aveva fatto alcune presenze con il Bellaria. Per chi ama le sue performance ecco i gol in video di Gomez con la maglia eugubina. Insomma, bisogna tornare a scoprire i talenti. Che hanno fame, che hanno voglia di sfondare e che hanno il vero spirito di appartenenza. Non ripetere gli stessi errori, soprattutto avvenuti nell'ultima stagione disgraziata.

12 GIUGNO 2015
Guerri: "Troppo permissivismo nello spogliatoio. Nel ritorno i nodi: quel terrore di giocare..."

É l'unico calciatore della stagione appena conclusa che aveva vestito la maglia rossoblù anche nella stagione 2012-2013 nell'era Sottil. In quell'annata era arrivata la salvezza mentre quest'anno è giunta una bruciante retrocessione. Ne parliamo con il centrocampista Simone Guerri, tra i più esperti del gruppo: "Quando c'era Sottil avevo trovato una squadra diversa rispetto a questa stagione. Direi che era un squadra ben più esperta. In questa stagione invece, quando sono stato chiamato a giocare a Gubbio (il 22 settembre 2014 ndr), ho trovato uno spogliatoio composto veramente da tanti ragazzi giovani e a mio avviso c'era troppo permissivismo. In uno spogliatoio per fare dei risultati ci vogliono delle regole, oltre che di calciatori più esperti. Tanti calciatori erano nuovi a questo tipo di campionato, perciò ci è voluto un po' di tempo per indirizzare questi ragazzi. Quindi c'è stato un problema di prime esperienze e gioventù". Questo significa che questa squadra è mancata di esperienza? "Tutt'oggi, da quando è finito il campionato, ho cominciato ad analizzare il tutto e ci sto veramente male. Questa è stata una delusione troppo grande. Beh, pensandoci bene la squadra era molto giovane. Quando ci sono stati i risultati è arrivato l'entusiasmo e questo clima di permissivismo poteva andare pure bene. Invece da gennaio si è iniziato a zoppicare e lì si doveva stringere la corda. In realtà è venuto fuori il problema vero: nei momenti di difficoltà siamo crollati. Nelle ultime partite guardavo i nostri giovani calciatori negli occhi e vedevo che avevano il terrore di giocare. I tifosi sono stati eccezionali, ci hanno sempre sostenuto e quindi il problema non era la pressione della tifoseria. Noi più esperti dicevamo che si stava giocando una partita di calcio ma evidentemente il terrore di sbagliare era elevato. Perciò quando non sei libero a livello psicologico diventa tutto più difficile e si fanno degli errori. Nel girone di andata è girato tutto bene perchè non eravamo dei fenomeni. Nel ritorno abbiamo sbagliato tre partite ma in altre ci è girato tutto storto. Poi c'è stato un periodo dove ci siamo cullati sugli allori. Dovevamo capire che i punti si dovevano prendere perchè non cadono dal cielo. Questo atteggiamento purtroppo ci ha penalizzato tanto. Quando ce ne siamo resi conto per me c'era sia il tempo che il margine per poter rimediare, ma abbiamo avuto degli scontri diretti dove abbiamo fallito. La verità è questa". La questione allenatore: esonerato alla penultima giornata; se la società voleva prendere questa decisione non andava fatta prima? "Io sono sempre stato per il rispetto dei ruoli. Esistono dei calciatori che poi vanno dal presidente e gli dicono di cacciare l'allenatore. Non è stato il nostro caso e non è nella mia indole. La nostra stagione è stata assai parallela alla Pistoiese: entrambe fino allo scontro diretto di dicembre eravamo le sorprese del campionato, poi tutte e due siamo andate in caduta libera. Loro l'allenatore lo hanno cambiato prima (era arrivato Sottili al posto di Lucarelli il 9 febbraio 2015 ndr) e forse la scossa è cominciata lì per la Pistoiese. Purtroppo nel calcio contano i risultati". Nei playout, come si spiega una prestazione inguardabile all'andata a Savona? "La squadra era carica. Avevamo due risultati su tre. Ci siamo messi dietro perchè loro dovevano scoprirsi, ma non siamo mai riusciti a ripartire. In pratica non è stata giocata. Nel ritorno tuttavia avevo fiducia, ma nel secondo tempo non abbiamo avuto più energie e dei calciatori erano a terra a livello fisico: c'era tanta tensione". Un ultimo saluto ai tifosi? "Ero ritornato a Gubbio per una scelta di cuore. Ringrazio ancora i tifosi perchè per davvero ci hanno sempre incitato. Spero solo che il Gubbio venga ripescato perchè se lo merita".

11 GIUGNO 2015
Focus. Capire gli errori per ripartire (per non ripeterli). Scovare i talenti e serve dialogo...

Dopo una retrocessione, come affrontare il futuro? Serve innanzitutto umiltà. Quell'umiltà fondamentale nel capire dove sono stati commessi degli errori per non ripeterli più. Le retrocessioni sono sempre traumatiche. A nostro avviso servono delle figure basilari nei ruoli cardine per poter riavvicinare quei tifosi che si sono allontanati dallo stadio. In città c'è disamore. Un disamore che a onor del vero non è nato in coincidenza con questa retrocessione. Sembra paradossale pensare che fino a tre stagioni fa, ovvero fino alla promozione in serie B, tutta una città era partecipe e si potevano notare allo stadio in maniera marcata intere famiglie, bambini, donne, insieme a mariti o fidanzati. C'era un calore sugli spalti coinvolgente. Negli ultimi anni questo entusiasmo però è scemato, in maniera esponenziale e radicale. Qualcuno dovrà porsi una domanda, oppure no? Qualcuno dovrà capire che forse un qualcosa non ha funzionato e in qualcosa si è sbagliato, oppure no? Si è sempre detto: il Gubbio è un bene per tutta la collettività, per tutta la città. A parole sì, ma nei fatti in realtà negli ultimi anni non lo è stato. E non si è capito (sbagliando) che serve un dialogo aperto, chiaro e trasparente verso la gente, verso la città, verso il tifoso. Altrimenti nascono delle incomprensioni, dei malintesi e logica conseguenza ne deriva il chiacchiericcio da bar. Non si è capito che il tramite principale tra la città e la Gubbio Calcio sono i mass media: in pratica sono quel filo conduttore che fa dialogare due poli opposti, ovvero una società di calcio e la tifoseria della stessa società di calcio. Tanti silenzi, troppi silenzi stampa (il più delle volte inspiegabili ma coercitivi), parole dette a mezza bocca, poca chiarezza, comunicazione ai minimi termini, hanno senz'altro contribuito a tutto ciò. É una concausa, non certo la causa principale. Infatti un altro fattore che ha allontanato la gente dal Gubbio è il fatto che non esiste più quello spirito di appartenenza, cioè quei calciatori che lottano per la maglia come fosse cucita addosso. Per fare un esempio. Una figura come Alessandro Sandreani sarà difficilmente ripetibile. Per un semplice motivo. Nel bene e nel male lui ci ha messo sempre la faccia, ha sempre lottato per la maglia e al momento opportuno ha anche avuto sempre l'umiltà di chiedere scusa ai tifosi nei casi in cui il Gubbio offriva delle prestazioni non all'altezza della situazione oppure arrivavano risultati negativi. Perchè Sandreani, come tutti quei calciatori che indossano una maglia con il vero spirito di appartenenza, è una persona responsabile, umile, ed era un calciatore con la C (maiuscola). Invece, soprattutto nell'ultima stagione, abbiamo visto dei calciatori che sembravano dei trascinatori, in realtà erano solo di facciata. Da tempo si prendono calciatori come fossero delle figurine, non si tiene conto nè dei ruoli nè degli aspetti morali e caratteriali. In tal senso è necessario un cambio di rotta drastico. Bisogna tornare a scovare dei giovani nelle periferie. Lo devono fare soprattutto quelle società che in primis devono fare i conti con un budget limitato. E su questo il Carpi di Castori dei miracoli approdato in serie A insegna: tantissimi calciatori scovati nei dilettanti, sia in serie D che in Eccellenza. Poi si deve puntare anche sui giovani del vivaio, se lo meritano. Un esempio su tutti: Riccardo Pandolfi (classe 1996), terzino destro, ha militato nelle giovanili rossoblù; nella passata stagione ha giocato con il Gualdo Casacastalda in serie D ed è stato considerato un vero talento (ha avuto elogi ovunque, compreso dal Siena poi promosso in Lega Pro). Dulcis in fundo bisogna puntare su un allenatore che tiene a cuore i colori rossoblù e vive in città: uno come Renzo Tasso, oppure la conferma di Marco Bonura, possono essere delle idee.

10 GIUGNO 2015
Mancosu: "Retrocessione che mi ha svuotato dentro. Chiedo scusa ai tifosi e al presidente!"

Una retrocessione, che brucia ancora, a distanza di undici giorni. Ne parliamo direttamente con l'ala destra Marcello Mancosu, autore in campionato di cinque reti. A mente fredda cosa si sta portando dietro? "Non ero mai retrocesso. Quest'anno ho giocato quasi tutte le partite e non ero stato mai a giocare in un'altra città. Questa retrocessione è un qualcosa di orribile, che mi ha svuotato dentro. Questa è stata la più grande delusione della mia vita. Ne ho parlato anche con i miei fratelli che di calcio ormai ci campano e ho detto loro che è stata una cosa troppo brutta. Oltretutto il dispiacere è enorme perchè a Gubbio mi sono trovato benissimo e questa è la verità. Perciò mi pesa ancora di più, detto sinceramente". Perciò ancora c'è questo macigno? "Sì, a livello interiore. Voglio dire: io sono retrocesso con la mia squadra ed è bruttissimo. É paragonabile al fatto quando un alunno viene poi bocciato a scuola. Si fa un anno di sacrifici e poi vieni bocciato". Sì, ma come si può spiegare quel clamoroso declino nel girone di ritorno? "É tutto assurdo". Quindi? "Trovare una motivazione principale non è semplice perchè i fattori possono essere tanti. Da parte nostra ce l'abbiamo messa tutta, cioè abbiamo cercato di raggiungere la salvezza in tutti i modi, ma nelle partite decisive abbiamo mancato delle palle gol importanti. Di sicuro abbiamo peccato di inesperienza, però non deve diventare una nostra giustificazione. Forse è subentrata anche una certa paura dopo tutte quelle sconfitte di fila nel girone di ritorno. Credo che la squadra si poteva salvare benissimo". Si parlava di attriti con l'allenatore Acori, ma tutto ciò era vero? "Assolutamente no. Con mister Acori eravano compatti nel seguirlo e non c'era nessun tipo di problema. Ma è chiaro che la scossa serviva. L'esonero serviva perchè ci poteva dare una scossa, anche se in definitiva l'obiettivo della salvezza non è stato raggiunto lo stesso". Ha parlato di scossa, questo significa che l'esonero doveva essere effettuato molto prima? "Diciamo che con il senno di poi la scossa probabilmente serviva prima e non alla penultima giornata. Però anche noi calciatori che scendevamo in campo dovevamo dare sicuramente qualcosa in più. Le qualità a mio avviso c'erano e lo abbiamo dimostrato nella prima parte di campionato". Perciò la colpa è di tutti, è questo che vuol dire? "Assolutamente sì. Dovevamo assolutamente salvarsi e non è plausibile una retrocessione così. Perciò la colpa è di tutti, indistintamente". Quella contestazione finale con i tifosi come se la ricorda? "Come dicevo prima, i miei fratelli sono nel mondo del calcio da molto tempo e mi avevano avvertito che l'ambiente non sarebbe stato accogliente. Perciò ero pronto a tutto. Da parte mia non c'è stata rabbia, ma più che altro ho provato una certa delusione nell'essere retrocessi e per aver dato un dispiacere a tutta la città perchè noi giocavamo anche per loro e sapevamo quanto ci tenevano. A Gubbio c'è solo la Festa dei Ceri e la Gubbio Calcio". E ai tifosi adesso cosa vuol dire? "Voglio ribadire la mia delusione e mi voglio scusare per quanto è successo. Vorrei chiedere scusa pure al presidente (Notari ndr). Non so cosa altro dire. Ma vi assicuro che se il Gubbio tornasse nei professionisti, tornei volentieri perchè vorrei sdebitarmi per poter raggiungere obiettivi più felici". Una curiosità. L'intervista rilasciata dal direttore di Gubbiofans.it al portale web Tuttomercatoweb.com (di livello nazionale) è stata molto letta: quasi 8100 utenti l'hanno visionata.

09 GIUGNO 2015
Primo summit: Gubbio, si va avanti a piccoli passi. Ma per farsi un'idea: la serie D com'è...

Prima riunione ufficiale dopo la retrocessione in serie D. Primo summit per capire quantomeno quale potrebbe essere il futuro del sodalizio rossoblù. Per ora non si parla di resettare, tutt'altro. Infatti si va avanti a grandi linee come nella passata stagione, con gli stessi ruoli e nessun avvicendamento. Ciò è emerso dal primo incontro societario avvenuto domenica sera. L'unica variante le dimissioni di Marco Fioriti dal ruolo di amministratore delegato dell'A.S. Gubbio 1910, ma dovrebbe restare (salvo sorprese) come consigliere della stessa società. Perciò non cambierà praticamente nulla (o quasi). Ma è chiaro che ancora siamo all'antipasto e prima di completare il pranzo completo si terranno ulteriori riunioni. Di certo si tenterà il tutto per tutto per tornare da subito in Lega Pro passando in primis dalla domanda di ripescaggio. D'altronde il Gubbio ha tutte le credenziali per poterci riuscire: 17 anni ininterrotti (senza mai retrocedere) nei professionisti, nessuna pendenza economica verso la Lega, nessuna penalità in classifica in questi anni (a parte quel -1 nella stagione trionfale del 2010-2011) e oltretutto l'impianto sportivo "Pietro Barbetti" ha tutti i requisiti per essere in regola con le norme vigenti (d'altronde è una struttura agibile anche per la serie B, disputata appena tre anni fa proprio dai rossoblù). Insomma le prerogative ci sono, ma l'ostacolo (come scrivevamo ieri) sono quei paletti che la Lega Pro potrebbe imporre per tutti coloro che vorranno fare la domanda di ripescaggio: ovvero servirà una fideiussione di 600 mila euro e altri 600 mila euro da versare a fondo perduto. E a tal proposito è molto interessante leggere un editoriale di Tuttolegapro.com che spiega nei minimi termini perchè la Lega Pro è orientata ad alzare la tassa a 600 mila euro: nessuno potrebbe accettare tale decisione e così scatterebbe in maniera automatica la riduzione degli organici. Tuttavia la Lega Pro ha fatto già sapere che i gironi resteranno tre e non ci sarà nessun rimaneggiamento numerico. Insomma bisogna aspettare il 30 giugno per saperne di più. E bisognerà attendere pure in casa Gubbio per sapere quale sarà il nuovo allenatore. D'altronde il Gubbio ancora non sa se giocherà in Lega Pro (ipotesi plausibile, ma al momento alquanto remota) o in serie D dove ci sarà tutto un altro campionato. Siccome noi, per primi, non vogliamo illudere nessuno, mostriamo ai nostri lettori come potrebbe formarsi (ad oggi) il girone del Gubbio se ripartirà (come da risultato sul campo) dalla serie D. La squadra rossoblù con ogni probabilità verrà inserita nel girone E dove sono presenti tante formazioni toscane: Poggibonsi, Ponsacco, Massese, Pianese, San Giovanni Valdarno (ex Sangiovannese), Gavorrano, Colligiana e la vicina Sansepolcro. Poi le laziali Civitacastellana e Rieti. Inoltre tanti scontri con squadre umbre: cioè Gualdo Casacastalda, Foligno, Voluntas Spoleto e il neo promosso Citta di Castello. Nell'ipotesi in cui invece il Gubbio venga inserito nel girone F, ci sono tante squadre marchigiane: ovvero Fano, Matelica, Sambenedettese, Civitanovese, Jesina, Fermana e Recanatese. Tutto ciò serve per farsi un'idea dove il Gubbio giocherà nella prossima stagione. Se poi arriverà il ripescaggio... sarebbe un miracolo!

08 GIUGNO 2015
Gubbio, si ma adesso quale futuro? Perchè tante le incognite! E lo scaricabarile continua...

Dopo la bruciante, evitabile e inaspettata retrocessione, sorge spontanea subito una domanda: ora per il Gubbio, quale futuro ci sarà? É una domanda da un milione di dollari. Infatti le incognite sono tante. In primis ha pesato enormemente in tutta la città la retrocessione nei Dilettanti. La gente ha digerito molto male questo tragico epilogo. Tuttavia il patron Notari aveva subito rassicurato la piazza, subito dopo il pareggio decisivo per la retrocessione contro il Savona, che avrebbe fatto il possibile per poter fare subito la domanda di ripescaggio. Ma a tal proposito inizia un giallo. Il motivo è molto semplice. Arrivano delle notizie allarmanti di fronte alle regole dei ripescaggi per la Lega Pro. Si parla infatti di una fideiussione pari a 600 mila euro, in aggiunta servirebbero 600 mila euro da versare alla Lega Pro come tassa a fondo perduto (si parla che questi soldi potrebbero servire come fondo previdenziale per quei calciatori svincolati a seguito di vari fallimenti di società calcistiche). Si può ben capire che per una società come il Gubbio potrebbe diventare un esborso molto considerevole, nel caso in cui davvero venissero confermati tali requisiti per conquistarsi il ripescaggio. Probabilmente si saprà a fine mese se questi requisiti saranno attuati nel concreto. Inoltre, una volta inoltrata la richiesta di ripescaggio, bisognerà aspettare non prima di fine luglio o addirittura a metà di agosto, per sapere in maniera del tutto definitiva se la domanda verrà accolta. Perciò la società sarà costretta a costruire una squadra e quindi cercare un allenatore che abbiano i requisiti per disputare sia un campionato di serie D oppure di Lega Pro. Come si può ben capire, non sarà cosa per niente facile perchè bisognerà trovare degli elementi che sono disposti a disputare entrambi i campionati. Un'altra incognita è la seguente ed è il futuro proprio della società. Il patron Notari ha fatto capire che azzererà tutto. Lo aveva fatto capire già prima che finisse il campionato. E lo sfogo del post match contro il Savona è stato piuttosto esplicito quando Notari aveva detto: "Mi prendo le mie colpe, ma su altre cose non ho colpe perchè la squadra non l'ho costruita io e strada facendo sono stato male consigliato da quelli (collaboratori ndr) vicino a me". Perciò ci sarà un azzeramento delle cariche tecniche? Questo, per ora, è difficile dirsi. Anche se i rumours dicono di Battistini come possibile allenatore e di Arcipreti come probabile direttore sportivo (entrambi ex Perugia). Ovviamente sono solo voci per adesso che lasciano il tempo che trovano. Poi ci sono da vedere se ci saranno dei cambiamenti anche a livello societario: non è infatti escluso che l'ex presidente dei rossoblù, attuale amministratore delegato del Gubbio, Marco Fioriti, lasci in maniera definitiva qualsiasi incarico dirigenziale: secondo alcune indiscrezioni si parla di possibili dimissioni, ma di ufficiale ancora non c'è nulla, perciò anche questa voce per adesso lascia il tempo che trova. In poche parole, la retrocessione è stata traumatica ma a quanto pare ha lasciato degli strascichi assai pesanti. Nessuno finora si è preso le proprie responsabilità, anzi c'è stato uno scaricabarile continuo. Lo definiamo lo «scaribarile delle responsabilità». Situazione che ha lasciato attonita un'intera città.

05 GIUGNO 2015
L'amaro scorre sul web: tweet di Lamanna e Nazzani; e Borghese e Gomez spesso in visita

Quando una retrocessione diventa un grande rammarico anche per chi ha indossato la maglia rossoblù in passato. Non sono passati inosservati due messaggi nel muro dei tifosi di Gubbiofans.it. Partiamo da Giuseppe Nazzani, centrocampista, che ha vestito la maglia del Gubbio (8 presenze) nella stagione trionfale del salto in serie B (2010-2011). Queste le sue parole nel nostro guestbook: "Che dispiacere vedere una piazza così nei Dilettanti. Io porterò sempre nel cuore i colori e la gente di questa città. Bisogna ripartire dalla società e portare gente che capisca cosa vuol dire giocare con la maglia rosso e blù addosso. La fede non ha categoria. Pagherei io per poter giocare con quella maglia. Forza Gubbio". Ha scritto pure Cosma Lamanma, padre di Eugenio Lamanna (portiere del Genoa) che ha indossato la maglia rossoblù nel bienno vincente di Torrente dal 2009 al 2011. Cosma scrive così: "Carissimi tifosi, gentilissima redazione, vi ho sempre seguito con orgoglio e affetto, e continuerò a farlo per sempre! Assieme, abbiamo avuto la fortuna di vivere due degli anni più belli del Gubbio calcio. Un abbraccio e un prestissimo ritorno tra i professionisti. Cosimo". Ma guarda caso di quella fantastica truppa, ci sono ancora dei calciatori che fanno visita volentieri a Gubbio. Martedì scorso, di mattina, in Piazza Grande davanti al Palazzo dei Consoli, poco prima dell'Alzata dei Ceri Piccoli, abbiamo incontrato il difensore centrale Martino Borghese (protagonista nella stagione 2010-2011, reduce dalla stagione in serie B a Varese). Ci ha detto: "Per me è sempre un piacere tornare in questa città dove ancora ho degli amici. Dispiace per la retrocessione. Se è vero che il presidente Notari mi aveva contattato come possibile rinforzo di gennaio? Sì, è vero". Insomma il contatto concreto c'è stato, ma poi evidentemente non si è fatto più nulla. Pure l'argentino Gomez Taleb aveva fatto visita il giorno di Pasqua a Gubbio dove per devozione ha preso Messa nella Basilica di San'Ubaldo. E domenica scorsa con il suo Hellas Verona è riuscito a segnare alla quotata Juventus per il secondo anno consecutivo, diventando un vero incubo per Buffon. Gubbio porta bene. Infatti l'ultima notizia riguarda Fabio Pecchia, allenatore del Gubbio in serie B, poi esonerato dopo la decima giornata. Nelle ultime stagioni è stato vice allenatore di Rafael Benitez al Napoli. Adesso Benitez è stato ingaggiato dal Real Madrid e ha portato con sè come collaboratore lo stesso Pecchia. Dopo quattro anni, dallo stadio Barbetti al Santiago Bernabeu di Madrid: che salto!

04 GIUGNO 2015
Iannarilli: "Non ho dormito per tre notti. Nel ritorno un punto in 6 gare: lì siamo retrocessi..."

Di sicuro è uno dei pochi calciatori che si è salvato in questa stagione disgraziata. Anzi, le sue parate spesso e volentieri hanno salvato il risultato in diverse occasioni, come nella gara di andata dei playout con il Savona. E pure adesso ci mette la faccia. Intervistiamo in esclusiva il portiere Antony Iannarilli e non usa giri di parole perchè d'altronde ci dice: "Sono sincero e risponderò con la massima sincerità". E allora passiamo alla prima domanda. Questa retrocessione, come la sta vivendo? "Noi calciatori ci siamo salutati subito, perchè dopo quello che è successo (la contestazione ndr) non c'è stato modo nemmeno di parlare. Personalmente sono rimasto in contatto con Luciani e Galuppo: da parte mia non ho dormito per ben tre notti di seguito, e pure loro non hanno dormito. Luciani ha pianto per due giorni. Preferivo di fare meno bene a livello personale e salvare il Gubbio perchè retrocedere diventa poi una macchia che non va più via. Posso solo dire che se ci penso ci sto ancora molto male". A fine partita tuttavia non si è vista tanta disperazione in campo, lei che ne pensa? "Sinceramente io non piango mai. Magari però caratterialmente sto male dentro. Perciò se uno non piange può stare anche peggio. Non voglio nemmeno minimamente pensare che a qualcuno in squadra non gli frega niente di quanto è successo. Credo che a tutti dispiace. Anche se c'è da fare un appunto". Ovvero? "Ma credo che tutti quanti, compresa la società, si poteva e si doveva fare meglio. Però purtroppo indietro non si torna". É singolare che a distanza di giorni nessuno si è degnato di chiedere scusa alla città. Chiedere scusa non è segno di debolezza, bensì è segno di responsabilità e umiltà. Lei che ne pensa? "Non posso mettere bocca sulla società perchè loro sapranno come agire. Da parte nostra (dei calciatori) non c'è stato il tempo di chiedere scusa ai tifosi perchè a Cais è stata distrutta l'auto e quindi la società ha deciso di mandarci via in anticipo, altrimenti erano in programma ulteriori allenamenti. Dispiace perchè ci è andato di mezzo un ragazzo come Davide che quando è sceso in campo ha dato il massimo, poi se ha fatto bene o male non sta a me giudicare". Sembra un film thrilling perchè ad un certo punto del campionato il Gubbio si trovava addirittura ad un punto dai playoff. Incredibile vero? "Fermi un attimo: io mi sono guardato sempre dietro alle spalle. Altre squadre stavano meglio di noi e di sicuro erano ben più attrezzate di noi: non potevamo competere con la Reggiana, per fare un esempio. L'obiettivo era la salvezza, sempre. Nei playoff non ci ho mai creduto". Ma questo declino nel girone di ritorno come si spiega? "Purtroppo c'è stato un calo: un solo punto in sei partite e lì siamo retrocessi. É vero che non ci siamo salvati per un punto, ma siamo andati troppo male: nel girone di ritorno 16 punti sono stati troppo pochi. Ai playout non dovevamo finirci: eravamo in discesa libera e poi in effetti è stata tosta". Eppure Iannarilli ha fatto una grande stagione, segnando pure un gol di testa al Grosseto: "Quel gol non lo scorderò mai. Ma io ringrazierò sempre Gubbio perchè venivo da una stagione travagliata: mi è stata data fiducia e devo dire grazie a Giovanni Vecchini che mi ha fatto crescere e maturare. E dico grazie anche ai tifosi che mi hanno trattato sempre bene, pure nell'ultima partita dove non ho preso neanche un insulto, anzi mi hanno detto grazie". Un ultimo saluto? "Saluto tutta la città e ringrazio i tifosi. Ho cercato sempre di dare il massimo per questa maglia. E tornerò a visitare Gubbio". Voci di mercato dicono che Iannarilli nella prossima stagione giocherà con il Pavia.

02 GIUGNO 2015
L'editoriale. Dalla B alla serie D in tre anni, che scempio! E nessuno chiede scusa: perchè?

Ho ricevuto tanti sms in questi giorni, pure dai tifosi. Ma uno in particolare mi ha colpito. Eccolo qua: «il Gubbio non è un gioco, il calcio non è per tutti. Hanno voluto cancellare il passato per entrare nella storia, ci sono riusciti». Sentire queste parole sono uno schiaffo in faccia. Come diventa uno schiaffo in faccia il titolo che ha fatto il giornale nazionale Repubblica.it: «Gubbio in tre anni dalla B alla D». Una vera mazzata. Ormai il dado è tratto. É stata un'impresa salire nella cadetteria quattro stagioni fa. Ma credetemi, pure adesso ci è voluta un'impresa (in negativo) per poter retrocedere nei dilettanti. Che la squadra era modesta e inesperta si era capito fin da subito. Che mancava una vera punta lo avevano capito anche i muri. Che il gioco ad un certo punto è diventato prevedibile lo avevano capito tutti (pure gli avversari), tranne chi aveva tutti i giorni sotto osservazione la squadra e tranne chi aveva in mano il timone della nave. Che andavano presi dei provvedimenti quando il Gubbio stava affondando, ormai è cosa detta e ridetta. Ma è chiaro che è successo anche qualcosa di strano, di imprevedibile, qualcosa che sfugge anche all'occhio più attento quando si cerca di approfondire e si cerca di dare un perchè di questa assurda retrocessione. Girone di andata: 27 punti conquistati. Girone di ritorno: 16 punti in 19 partite, con sole tre vittorie ottenute. Un declino illogico, impensabile, incredibile. Di certo qualcosa è successo, ma nessuno si è degnato di dare una risposta sensata in questi mesi da parte degli addetti ai lavori. Ma più che altro fa una certa sensazione un altro fatto. Dopo questa retrocessione, finora nessuno si è degnato di chiedere scusa alla città o alla tifoseria. Sarebbe un segnale pur piccolo, ma importante. In certi frangenti serve la massima umiltà: spargersi la cenere sulla testa e dare risposte serie ad una intera comunità. Invece per ora tutto tace. Come quell'inspiegabile e prolungato silenzio stampa imposto ai calciatori per quasi tutta la stagione: forse venivano considerati come delle statue di cera e al primo contatto potevano rompersi. In realtà le statue di cera si sono viste a Savona nella partita di andata dei playout, nella partita decisiva per la salvezza. Calciatori immobili mentre gli altri calciatori (avversari) correvano. Segno evidente di un gruppo senza una guida nello spogliatoio. Segno di una squadra senza nerbo e senza attributi nei momenti che contano. Una squadra che sul campo ha meritato ampiamente la retrocessione. Si è perso lo spirito di appartenenza. Ogni calciatore non pensa alla maglia che indossa. Quest'anno non c'è stato nemmeno un calciatore che ha indossato la maglia del Gubbio con orgoglio e sacrificio (salviamo solo Iannarilli). Quelle lacrime "finte" che abbiamo visto in campo sabato dopo il novantesimo sono a "immagine e somiglianza" di un gruppo di persone che non hanno minimamente capito che dolore hanno dato ad un'intera città. Sabato hanno pianto e non hanno dormito tutta la notte (mi ci metto pure io e non me ne vergogno) solo chi veramente tiene a cuore a questi colori. Quei colori gloriosi che brillano da 105 anni e sono stati ridotti in frantumi in un attimo. In poche parole, una indecenza. Ora c'è da rimettere a posto i cocci, ma sarà molto dura. Una intera città è stata tradita. Uno smacco indecifrabile. (Editoriale Direttore Gubbiofans.it)

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