SERIE C - GIRONE B
36ESIMA GIORNATA
DOM. 14 APRILE 2024
STADIO PIETRO BARBETTI
ORE 18:30

GUBBIO

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PONTEDERA

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37ESIMA GIORNATA
DOM. 21 APRILE 2024
STADIO NICOLA UBALDI
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RECANATESE-GUBBIO

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CLASSIFICA
GIRONE B SERIE C
2023-2024

Cesena
Torres
Carrarese
Perugia
Gubbio
Pescara
Pontedera
Juventus Ng

Arezzo
Rimini
Pineto
Lucchese
Spal
Entella
Sestri Levante
Ancona
Recanatese
Vis Pesaro
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36ESIMA GIORNATA
DOM. 14 APRILE 2024

Ancona
Sestri Levante

3
1

Arezzo
Torres

1
1

Carrarese
Rimini

3
0

Cesena
Recanatese

3
0

Fermana
Lucchese

2
1

Olbia
Pescara

0
3

Pineto
Juventus Ng

1
2

Virtus Entella
Spal

1
2

Vis Pesaro
Perugia

1
0

Marcatori 2023-2024
Serie C - Girone B

Shpendi Cesena
Morra Rimini
Merola Pescara
Guerra Juventus Ng

20
19
16
14

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Marcatori Gubbio
2023-2024

Udoh
Di Massimo
Spina
Bernardotto
Mercati
Montevago
Bulevardi
Bumbu
Chierico
Corsinelli
Desogus
Di Gianni
Morelli
Galeandro
Pirrello
Rosaia
Tozzuolo

10
9
5
3
2
2
1
1
1
1
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1
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37ESIMA GIORNATA
DOM. 21 APRILE 2024

Recanatese-Gubbio

Juventus Ng-Fermana

Lucchese-Carrarese

Perugia-Arezzo

Pescara-Ancona

Pontedera-Olbia

Rimini-Entella

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30 MAGGIO 2018
Deciso lo staff: Sandreani e la lista dei suoi collaboratori. Due nomi utili: Gerevini e Brentan

Manca solo l'ufficialità. Ma tutto lo staff tecnico è già deciso. L'allenatore sarà Alessandro Sandreani. Perciò è stata rinnovata la fiducia al tecnico che ha concluso il campionato in questa stagione, in sella nelle ultime sei partite. Nel segno della continuità anche per lo staff tecnico. Pertanto si va verso la conferma di Giovanni Pascolini come preparatore dei portieri, Luca Palazzari nel ruolo di preparatore atletico, Enea Corsi come collaboratore tecnico. Così è stato deliberato su decisione del direttore sportivo Giuseppe Pannacci in piena sintonia con il presidente Sauro Notari. Bisognerà vedere adesso se ci saranno altri volti che saranno inseriti in società: tutte ipotesi che al momento non hanno trovato concretezza. Ma le strategie di mercato sono iniziate e in certe situazioni è bene prendere le cose in tempo. Muoversi quanto prima per trovare gli elementi giusti per formare il nuovo Gubbio della prossima stagione. In considerazione del fatto che Gubbio non è una grande realtà (società sana, ma c'è una concorrenza spietata) e quindi non si può permettere il lusso di tentennare (in mezzo agli squali in mezzo al mare): nel mercato girano tanti calciatori che potrebbero essere appetibili a chiunque, e non esistono esclusioni di colpi. Perciò è meglio calibrare bene gli obiettivi, senza lasciare nulla al caso, per non ritrovarsi poi di fare in fretta e furia (come è successo in passato) negli ultimi giorni di mercato per completare la rosa. E noi indichiamo due nomi appetibili che potrebbero sposare davvero la causa del Gubbio, che sta cercando gente motivata (pure dalle categorie inferiori), che ha fame di emergere e che allo stesso tempo però ha già un vissuto concreto nella categoria. In questa stagione si è messo in luce Gianmarco Gerevini, classe 1993, nel Matelica in serie D. Il calciatore bresciano ha totalizzato 25 presenze (e un gol). Con una esperienza passata nel calcio professionistico. Due stagioni nella serie B portoghese con le squadre di Olhanense e Atletico Cp Lisbona. Nella serie C italiana invece ha giocato con l'Ischia Isolaverde e anche due stagioni in serie C1 con il Viareggio. É cresciuto nelle giovanili del Brescia. É un playmaker di centrocampo, ambidestro, ovvero che si avvale bene del piede sinistro e del piede destro. Un metronomo qualitativo in mezzo al campo e tra l'altro è in scadenza di contratto. Un calciatore che può essere utile in virtù del fatto che in uscita ci sono diversi calciatori in quel ruolo: oltre a Giacomarro (in scadenza), potrebbe partire pure Ricci. Infatti il golden boy rossoblù si è legato al Gubbio fino al 2020 ma potrebbe finire altrove (sirene dalla categoria superiore): perciò Gerevini potrebbe essere il sostituto naturale di Ricci o quantomeno potrebbe tornare utile come una reale alternativa a centrocampo. Segnaliamo anche un terzino destro, sempre del Matelica: si tratta di Gabriele Brentan, classe 1998, in passato al Padova. In questa stagione ha totalizzato 26 presenze (e un gol): calciatore di corsa, di personalità, che sa già il fatto suo. Visto che Kalombo è destinato verso altri lidi, ci si potrebbe fare un pensierino. Bruciare i tempi, prima che ci arrivino gli altri.

29 MAGGIO 2018
Marchi nel mirino del Monopoli, lo rivela il suo diesse. In entrata sondaggio per Palermo

La rivelazione. Parla Alfio Pelliccioni, il direttore sportivo del Monopoli, che è stato ospite a Rtv San Marino nella trasmissione "C Piace" condotta da Faetanini. É stato premiato come migliore diesse deIla serie C. Il direttore sportivo della squadra pugliese è stato in passato al Portogruaro e con sè aveva Ettore Marchi. In trasmissione non usa peli sulla lingua e parla del capitano dei rossoblù in questa maniera: "Per alzare l'asticella mi piace Ettore Marchi. Quando lo presi a Portogruaro non lo conosceva nessuno. Anzi faceva l'allenamento a San Marino e non aveva squadra. Lo prese poi la Triestina che ce lo diede in prestito a noi. Con Ettore siamo andati in serie B. Lo chiamo tutti gli anni e lui mi ha risposto: «direttore, mi dispiace, ma sono più in alto». Adesso è in pari categoria, però si trova a casa sua. Se farò un nuovo tentativo? Già fatto! Lui ha detto che rimane a Gubbio. Però sia chiaro, il mercato, non finisce certo oggi (...)". Lascia quindi uno spiraglio aperto per ottenere Marchi. Anzi, fa capire che farà di tutto per averlo al Monopoli. Una notizia che ovviamente rimbalza in maniera preponderante in casa Gubbio. Lo stesso Pelliccioni poi ha dato un consiglio per ottenere i risultati: "Puntavamo alla salvezza e invece siamo arrivati quinti. Belle soddisfazioni. Si vince con la continuità come era già avvenuto a Portogruaro con tre anni di continuità. Serve pertanto sempre un progetto serio e la programmazione perchè la continuità alla fine paga". Intanto escono altri nomi possibili in entrata. Uno riguarda un centrocampista del Sassuolo: si tratta di Andrea Mandelli, classe 1997, la scorsa stagione in prestito in serie D al Crema. Notizia che viene data dal portale informativo Tuttoc.com. Poi il sito web Tuttomercatoweb.com svela che nel mirino dei rossoblù ci sarebbe pure un attaccante: si parla dell'italo-marocchino Badr Eddin El Ouazni, classe 1991, autore di 21 gol in 26 partite in serie D con la maglia dell'Ercolanese, ex Taranto e Rieti. Ma sulle sue tracce ci sarebbero anche Vibonese e Giana Erminio. Inoltre, dopo quello di Briganti, si lavora per ottenere un altro clamoroso ritorno: si tratta di Simone Palermo, classe 1988, in questa stagione tra le fila del Ravenna da gennaio. Prima si trovava alla Virtus Entella in serie B, in precedenza aveva giocato nella Cremonese. Con il Gubbio ha giocato nella stagione 2012-2013 con Andrea Sottil allenatore. Chiaro però che si dovranno incastrare diverse situazioni per poter raggiungere questo obiettivo. Il Gubbio prima deve liberarsi di alcuni contratti in essere onerosi e non sarà un'impresa così facile. Ex rossoblù. Fulvio Flavoni è il nuovo preparatore dei portieri della Ternana e quindi lavorerà nello staff rossoverde guidato dal tecnico Luigi De Canio.

28 MAGGIO 2018
Voci di mercato: Luperini, Dhamo, Bussaglia, Cucchietti, Del Favero, Briganti e... su Volpe

Nomi che trapelano come possibili acquisti. In primis un calciatore che era stato già cercato nella passata stagione. Si tratta in pratica di Gregorio Luperini, classe 1994, in forza nell'ultima stagione alla Pistoiese. Può fungere come interno sinistro e interno destro di centrocampo formato da una linea a tre, ma può fungere da centrale metodista. Nell'ultima stagione ha collezionato 34 presenze (e 5 gol) con la maglia arancione della Pistoiese. Nella passata stagione invece 25 presenze e un gol sempre con la Pistoiese. In precedenza il calciatore pisano aveva giocato con il Pontedera, una parentesi con la Pro Vercelli in serie B, è cresciuto nelle giovanili della Sampdoria. Ma non finisce qui. Il Gubbio sta sondando il terreno di alcuni calciatori che in questa stagione hanno giocato con il Santarcangelo, che è appena retrocesso nei dilettanti dopo aver perso i playout con il Vicenza. Innanzitutto piace molto l'attaccante Andrea Bussaglia, classe 1997, che può fungere su tutto il fronte avanzato nel ruolo di esterno di attacco ma anche come centravanti. Una punta interessante che si è messa in luce proprio nell'ultima annata, con 33 presenze (e 6 gol). Il calciatore fanese era andato a segno pure a Gubbio, con il Santarcangelo che si impose per 2-1 al Barbetti. Ma l'attaccante dei gialloblù è appetito pure da altre società, perciò la concorrenza non manca. Un altro nome, un altro giovane sempre dei romagnoli: parliamo di Aleksandros Dhamo, classe 1998, che funge da centrocampista centrale naturale. Si tratta di un calciatore che è nato ad Atene (quindi greco), ma di origine albanese. Tant'è che è stato pedina nella nazionale Under 17 dell'Albania. Il centrocampista si trovava in gialloblù in prestito dal Cesena. Sempre dal Santarcangelo si sta seguendo con attenzione la pista di un possibile ritorno: ci riferiamo a Marco Briganti, classe 1982, ruolo difensore centrale. Il calciatore di Città di Castello è conosciuto a Gubbio perchè è stato partecipe alla promozione in serie B con Torrente e poi ha giocato anche in cadetteria con la maglia rossoblù. Dopo Gubbio ha indossato le casacche di Monza, Cremonese e Como. Briganti era già stato contattato in estate nella passata stagione, ma poi non si fece più nulla. Questa pista però potrebbe dare i suoi frutti solo se la società riuscirà a liberarsi di alcuni calciatori esperti nello stesso ruolo già contrattualizzati. Capitolo portiere. Giacomo Volpe è in scadenza di contratto: la società sta cercando di rinnovargli il contratto, ma la strada sembra assai tortuosa. Infatti l'estremo difensore piemontese è seguito da altre società: durante la stagione si era parlato del Carpi, addirittura adesso si parla di una indiscrezione che porta al Perugia. Il Gubbio allora si sta cautelando pensando a qualche sostituto. Si sta sondando il terreno per ottenere un giovane portiere: due strade portano in Piemonte. In primo luogo si sta pensando a Tommaso Cucchietti, è un classe 1998, del Torino. Si trovava in prestito alla Reggina. In secondo luogo si parla invece di Mattia Del Favero, classe 1998, della Juventus. Nell'ultima stagione ha giocato nella Primavera bianconera.

27 MAGGIO 2018
Ricci: "Stagione positiva per me. Complicata per la squadra. Sto bene qua, ma ricevute offerte"

É il golden boy del Gubbio. Si è ritagliato il giusto spazio al primo anno tra i professionisti. Sono molte le squadre che lo stanno seguendo in categoria superiore. Ma intanto il Gubbio lo ha voluto blindare: un contratto pluriennale in rossoblù, legame fino al 2020. Stiamo parlando del playmaker Luca Ricci, un classe '99, che dice: "Ma sì, sono stato bene a Gubbio. A livello individuale è stata una esperienza molto positiva. Sarei contento di restare ancora in rossoblù. Ma è chiaro che alcune chiamate le ho già ricevute. Perciò ci sono diverse situazioni da prendere in considerazione. Attendo notizie sia per quanto riguarda quale sarà il nuovo progetto e sia per quanto riguarda se si dovessero sviluppare delle opportunità importanti favorevoli per il sottoscritto. Aspettiamo e poi vediamo". Tutto vero, nel senso che Ricci proviene da una stagione senz'altro positiva. Non si può dire lo stesso della squadra che ha penato e non poco in tutta la stagione. Ma che ne pensa? "Sì, è così. É stata una stagione piuttosto complicata. Di sicuro non ce lo saremmo mai aspettati all'inizio. Siamo partiti male con Cornacchini. Con Pagliari ci siamo rimessi un po' in sesto, ma poi siamo ricaduti in un periodo negativo e avaro di risultati. Mostravamo una certa debolezza che a tratti trovavamo immotivata. Per fortuna che alla fine con Sandreani siamo riusciti a sterzare la stagione. Anche se nell'ultima giornata abbiamo perso a Padova e quindi la salvezza è arrivata grazie anche a qualche risultato favorevole altrove". Sì, ma nello specifico a bocce ferme cosa può essere successo? "Non saprei dirlo. Di certo i risultati e un avvio difficile non ci ha aiutato. Siamo stati sempre ad inseguire in tutta la stagione. Di certo c'è stato un problema di mentalità. Ma soprattutto ci è mancata una certa maturità". Al di là di questo, con tutti gli allenatori che ha citato, ha trovato (con quasi tutti) il suo spazio. Un giudizio? "Cornacchini ha avuto coraggio: mi ha dato la prima possibilità nei professionisti, però aggiungo che sono rimasto dispiaciuto in quanto dopo la partita di Vicenza non sono stato più impiegato. Con Pagliari sono stato rimesso in pista, mi ha dato consigli ma non sono mancate nemmeno delle discussioni, come capita spesso nel calcio. Con Sandreani c'è fiducia già da tempo perchè lo avevo avuto nelle giovanili: lui crede nelle mie possibilità e poi c'è un rapporto che va oltre il lato calcistico". Breve news. Alla fine il Vicenza si salva dopo la lotteria dei playout. All'andata aveva vinto 2-1 in casa. Nel ritorno è uscito indenne dal campo del Santarcangelo impattando per 1-1: gol di Giacomelli (81') per i vicentini e pareggio finale innocuo di Piccioni (95'). E adesso si potrebbe profilare una incredibile fusione tra Vicenza e Bassano. Infatti il patron dei bassanesi Stefano Rosso è intervenuto dicendo che può essere una opportunità per tutta la provincia. Un'idea che tuttavia fa molto discutere. Ora si attendono i reali sviluppi.

25 MAGGIO 2018
Rewind. Si può dire? L'avevamo previsto. Si fa i conti sempre con la realtà, viene a galla...

Basta riavvolgere il nastro. Basta tornare indietro nel tempo. Basta scrutare le news del sito perchè poi diventa una prova lampante. Avevamo previsto che sarebbe stata una stagione difficoltosa, mentre al di fuori si viaggiava alto e si sognava. Come dire, un sesto posto era da buttare e si poteva fare senz'altro meglio. Ma guardate cosa avevamo scritto il 31 maggio 2017, il giorno dell'addio di Magi. Ecco alcune frasi: «Magi in due stagioni ha raccolto tutto quello che c'era da raccogliere, una promozione in serie D al primo colpo (prima già gli era successo con la Maceratese), ma il vero miracolo c'è stato quest'anno con un sesto posto e playoff centrati alla prima esperienza in Lega Pro (era impensabile ad inizio stagione quando si puntava al massimo alla salvezza). Adesso è chiaro che ripetersi con certi numeri non è facile». In quell'editoriale aggiungemmo anche: «Nel calcio (soprattutto italiano) contano solo i risultati. E il trainer pesarese li ha portati. Ma conta anche una seria programmazione. In queste due stagioni il progetto ha funzionato sfiorando la perfezione. Mentre ora la programmazione per il futuro ancora non si conosce: non è trapelato nulla, non si conoscono quali sono gli obiettivi immediati e in questo senso qualsiasi allenatore chiede garanzie. Per lavorare, per costruire, per progettare, servono prima di tutto delle basi e pure delle garanzie. Si fa presto a parlare o straparlare. E succede questo perchè in molti non conoscono tutte le dinamiche o le sfaccettature che esistono nel calcio. Spesso chi giudica non ha nemmeno tutti i parametri necessari per poterlo fare. Spesso qualcuno si sente bravo e al di sopra di tutto. Qualcuno pensa addirittura che si possono fare le nozze con i fichi secchi. Ma non è così. Non si deve mai perdere la cognizione della realtà. E qualsiasi allenatore che arriverà lo sa già». Lo avevamo predetto, già a maggio. Siamo stati buoni profeti. Perchè poi per davvero prima Cornacchini, poi Pagliari e alla fine pure Sandreani, hanno dovuto penare e non poco sulla panchina rossoblù in questa stagione. Occorre volare basso. Occorre stare sempre con i piedi ben saldi per terra. Talvolta, nel proporre dettagli costruttivi, veniamo tacciati di essere esagerati, dei pessimisti (o peggio, dei gufi). Però i veri conoscitori di calcio (che almeno si reputano tali), in particolare, devono comprendere che solo attraverso la conoscenza di tutti i dettagli (comprese le critiche) riescono a realizzare un lavoro qualitativo, duraturo e perfettamente funzionale. D'altronde quando si costruisce ci vuole tempo. Ci vuole pazienza. A smobilitare ci si mette un attimo. Adesso c'è una nuova stagione da costruire. Che serva da lezione la stagione passata. Non si affrontino le cose con superficialità. Lo ha ribadito anche capitan Marchi nell'intervista al nostro portale: "Ripartire dagli errori, servano da lezione. Certe cose devono insegnarci qualcosa, altrimenti è tempo perso". E anche l'ex bomber dei rossoblù Zoppis ha lanciato un messaggio chiaro con le sue frasi dal nostro portale web: "Bisogna isolarsi da tanti falsi suggerimenti. Il tifoso deve fare il tifoso. La società deve dare la dimostrazione che la sua amministrazione sia perfetta: dare sempre un segnale di organizzazione e chiarezza".

23 MAGGIO 2018
Primi nomi, Piacentini e Migliorini. Ma il Gubbio prima deve fare i conti con molteplici nodi

Chiaro che il Gubbio si sta muovendo sotto traccia. Chiaro inoltre che qualche calciatore è già finito sui taccuini come possibile acquisto. Sull'asse con il Sassuolo potrebbe arrivare un difensore dalla Primavera neroverde: si tratta di Matteo Piacentini, classe '99, in tal caso potrebbe approdare con la formula del prestito. Così scrive il portale web Tuttoc.com, rivelando in anteprima questa indiscrezione. Ruolo è un difensore centrale, è nativo proprio di Sassuolo e ha fatto tutta la trafila nel settore giovanile del patron Squinzi. Il secondo nome rivelato dallo stesso portale web è quello di un centrocampista: si tratta di Andrea Migliorini, classe '88, che ha disputato l'ultimo campionato in serie D con il Messina. Tuttavia ci sarebbe anche la concorrenza del Pro Piacenza che vorrebbe aggiudicarsi le prestazioni proprio del calciatore veneto. Migliorini è un mediano metodista, nell'ultima stagione 23 presenze (e due gol) con il Messina in serie D. In passato ha vestito le casacche di Delta Rovigo e Mestre in serie D, mentre in serie C ha giocato nel Pordenone. Una esperienza nella massima serie slovena (Kuka Loper) e pure australiana (Melbourne Heart). In serie C1 vanta esperienze pure in serie C1 con Spal e Pro Patria. Un calciatore esperto in categoria. Ovviamente è presto per parlare di fatti concreti e reali trattative. Infatti tutte le questioni sono adesso in fase embrionale. Dapprima la scelta dell'allenatore (da ufficializzare): scelta che tuttavia è ricaduta nel proseguire con Alessandro Sandreani. Di seguito la scelta dei calciatori. Sono tredici elementi in scadenza di contratto: per un possibile rinnovo l'unica chance riguarda il centrocampista Malaccari e si tenta di non lasciarsi sfuggire dalle mani il portiere Volpe (quest'ultima strada appare più difficile da percorrere). Per il resto potrebbero lasciare tutti Gubbio: Kalombo potrebbe finire al Trapani (possibile proposta per un biennale), poi per il resto appare improbabile la conferma di Cazzola, Giacomarro, Valagussa, Libertazzi e Sampietro, oltre ai vari Ciccone, Jallow e Battaiola. Il Gubbio inoltre possiede undici calciatori sotto contratto, ma la società è intenzionata a rivedere alcuni legami contrattuali: secondo alcune indiscrezioni si parla di fare trovare una nuova sistemazione a due difensori, cioè a Piccinni e Dierna. Verso la conferma il resto della lista: Marchi, Lo Porto, Casiraghi, Pedrelli, Paolelli, Bergamini, Paramatti e De Silvestro (quest'ultimi due di ritorno rispettivamente dal Pro Piacenza e Siracusa, dove si trovavano in prestito gratuito da gennaio). Mentre per il difensore Fontanesi si farà il possibile per un tentativo per rinnovare un prestito con il Sassuolo anche per il prossimo anno. Playoff. Impresa della Feralpisalò che vince per 3-1 sul campo dell'Alessandria e ribalta il risultato sfavorevole dell'andata di 2-3 (a segno Raffaello, Guerra e Ferretti). La Sambenedettese vince per 3-1 con il Piacenza ribaltando il 2-1 dell'andata (doppietta di Miracoli e Rapisarda). Avanti pure la Reggiana che impatta per 1-1 in casa con la Juve Stabia (all'andata finì 0-0). Passa inoltre la Viterbese che vince a Pisa per 3-2 (in rete l'ex difensore rossoblù Rinaldi). E vince il Cosenza per 2-0 a Trapani (a segno l'ex rossoblù Tutino).

22 MAGGIO 2018
Zoppis: "Io dg? Un colloquio sì, ma è finito tutto lì. Ma ho quattro idee per il cambiamento..."

É stato una colonna del Gubbio di fine anni '80. Eugubino, attaccante, famoso per quel gol risolutore nello sparegio del Curi del 1987 contro il Poggibonsi e per quella corsa sotto la curva rossoblù festante davanti a ventimila spettatori. Stiamo parlando di Rosario Zoppis. In questo periodo è rimbalzato il suo nome come possibile nuovo direttore generale del Gubbio. Lo chiediamo al diretto interessato, cosa c'è di vero? "C'è stata questa idea da parte della Gubbio Calcio, è trapelata, sono nati dei colloqui, con scambi di vedute e di idee. Ma è finito tutto lì e li è rimasto. Questa è la situazione di come è andata". Da uomo di calcio, che idee ha in serbo se un giorno dovesse tornare in pista? "Se avessi del potere potrei dettare delle linee guida. Farei senz'altro alcuni cambiamenti". Quali? "In primo luogo interverrei nel settore giovanile. Deve essere in mano interamente alla Gubbio Calcio, non diviso con tante realtà sparse in quà e là. La società deve mettere a bilancio pure i costi del settore giovanile. Si deve fare una scelta di giovani come si faceva una volta. Io sono entrato a giocare nel Gubbio perchè giocavo in periferia con l'Us Victoria e qualcuno mi aveva visto: mi hanno voluto fortemente. Si deve partire da una selezione. Fondamentale è il ruolo dell'osservatore. Più risorse economiche al settore giovanile intese come bilancio, come costo, strutture e organizzazione, allenatori e selezionatori. Ridare smalto ai ragazzi del comprensorio. Servono persone che riescano ad individuare dei giovani talenti per dargli la possibilità di crescere". Poi, altre idee? "Il discorso del pubblico è un fulcro centrale. Il tifoso oggi come oggi detta legge, decide lui chi comprare o chi vendere. Gradirei che il tifoso torni a fare il tifoso. Il tifoso deve incitare e poi solo alla fine fischiare. Chiederei a gran voce l'aiuto da parte del pubblico. Deve sapere aiutare e incoraggiare sia la squadra che la società, piuttosto che criticare l'operato. Cioè prima farei finire un lavoro e aspetterei la fine per criticare. Ti sei salvato per un punto? Giustamente arrivano le critiche. Ma non subito alla seconda giornata, non ha senso, come è successo, e chiedere di mandare via l'allenatore. Spetta alla società semmai prendere questa decisione. Bisogna isolarsi da tanti falsi suggerimenti. Cambierei anche le tariffe dei biglietti. La Giornata Rossoblù non si dovrebbe pagare. Gli accessi alle tribune devono essere meglio tenuti, come va curato lo stadio. Una società deve dare la dimostrazione che la sua amministrazione sia perfetta: deve dare sempre un segnale di organizzazione e chiarezza, per portare più gente allo stadio". Sul piano tecnico? "L'ideale è lavorare con gli eugubini. Avere al fianco un direttore sportivo come lo è stato Stefano Giammarioli. Avere al fianco un Giuseppe Pannacci che è un amico e una certa esperienza ormai ce l'ha. Oppure un tecnico come Renzo Tasso che a mio avviso è stata data una possibilità troppo limitata. O avere un Marchi calciatore che è un fiore all'occhiello. Ricreare l'eugubinità. Partendo dal presidente come Notari che ha tanta passione: è lui che mette i soldi e quindi è giusto che decida lui". Ma il calcio è cambiato rispetto al passato? "Sì. Ai quei tempi c'era amicizia, tra tifosi e calciatori: i supporters li sentivamo amici. L'ingresso dei procuratori ha rovinato il calcio. Una volta c'erano gli osservatori e si sceglievano i calciatori con una selezione reale. Le società ora si affidano troppo ai procuratori. Le società invece devono avere degli osservatori che ci capiscano di calcio e che abbiano un ottimo fiuto. E un esempio è Giammarioli, in questo ambito è molto bravo. Sanno individuare un elemento valido, fanno di tutto per averlo e così sbagliano meno un acquisto. Meno spazio ai procuratori. Non è utopia".

21 MAGGIO 2018
Marchi: "Contento per me, ma stagione difficoltosa: ripartire dagli errori, servano da lezione"

É il capitano del Gubbio. É colui che si è preso sulle spalle una squadra in un campionato difficoltoso. Ha lasciato l'impronta segnando tra l'altro 13 reti in maglia rossoblù. Parliamo di Ettore Marchi che delinea un bilancio stagionale: "Sono contento a livello personale perchè al di là tutto mi preoccupava la mia condizione fisica. L'anno precedente avevo avuto dei problemi, uno dietro l'altro. Da questo punto di vista invece ho avuto la fortuna di stare sempre bene. Sul campo di conseguenza sono così riuscito a fare quello che sapevo fare". Da più parti, anche degli addetti ai lavori, hanno affermato che Marchi è stato l'artefice della salvezza del Gubbio. Ma il diretto interessato cosa pensa? "Se ho fatto bene è perchè sono stato messo nelle condizioni di farlo. Da soli non si riesce mai a fare niente. É innegabile tuttavia che abbiamo avuto delle difficoltà di squadra. Non siamo mai riusciti a dare una certa continuità di risultati, basta fare un'analisi in tutto l'anno. C'è stata solo una parentesi a dicembre dove in tre partite casalinghe avevamo fatto sette punti (con Bassano, Padova e Vicenza ndr). Perciò c'è stato un continuo rincorrere. Pertanto il valore di certi calciatori sono venuti a meno". Giustamente Marchi ha rimarcato che è stata una stagione complicata. C'è un motivo ben preciso? "Prendo spunto sempre dai fatti. Bisogna dire sempre le cose chiare, altrimenti si rischia di dire stupidaggini oppure di buttare del fumo negli occhi. In una stagione sono cambiati tre allenatori, anche a livello di età, dai più esperti ai giovani rampanti (e penso a Sandreani), ma la media punti è rimasta sempre quella. Forse nelle prime cinque giornate avevamo fatto solo un punto, ma eravamo all'inizio e c'erano più attenuanti. Diciamo che evidentemente abbiamo avuto dei limiti. Mi riferisco assolutamente a noi calciatori come squadra. Quindi gli allenatori non centrano niente. Quando se ne cambiano tre, significa che ci deve essere la responsabilità nel dire che questa squadra ha fatto di meno di quello che poteva fare. Non siamo mai riusciti a cambiare passo in campionato. Lo dimostra anche il fatto come poi è arrivata la salvezza. Nelle ultime cinque partite è stato difficile perchè abbiamo avuto diverse gare in trasferta, ma in quel caso almeno abbiamo dato la dimostrazione di esserci come squadra. Credo infatti che da queste situazioni si deve uscire con il bicchiere mezzo pieno. Nel senso che si può creare qualcosa in futuro solo se non si dimentica quello che si è fatto in passato. Se si chiude tutto frettolosamente e si riparte, secondo me è un errore". Che gli errori servano da lezione, giusto? "Esatto. Certe cose ci devono insegnare qualcosa, altrimenti è tempo perso. Mi riferisco a livello di squadra". Salvo colpi di scena, si ripartirà da Sandreani allenatore. Che ne pensa? "Me lo auguro. É un allenatore con il quale si è iniziato già un percorso, si conoscono i metodi di lavoro e quello che può fare. Questo va al di là del rapporto che esiste con Alessandro. Sarei contento. Sono dell'idea infatti che ogni volta non si può fare ex-novo, sennò la strada diventa ancora più difficile". Per concludere: Marchi è legato ancora al Gubbio e durante la stagione ha pure resistito alle lusinghe di altri clubs (tra cui quella insistente della Samb). Cosa ci può dire a riguardo? "Quando sono venuto a Gubbio avevo parlato con il presidente Notari. Gli ho detto subito quello che pensavo, che va al di là del contratto scritto. Non mi è passato mai per la testa di andare via. Ho dato la mia parola al patron e a me stesso. A meno che mi chiama Notari e mi dice di andarmene, potrei vacillare un attimo: però, prendetela come una battuta".

20 MAGGIO 2018
Futuro. Per ora tutto tace... con una ipotesi (remota). Ma si va avanti con Sandreani trainer

Sono passate due settimane dalla fine del campionato, ma ancora tutto tace. Tutto sembra top secret. Bisognerebbe scomodare Sherlock Holmes, il famoso detective, il personaggio ideato da Arthur Conan Doyle, per capire cosa cova sotto la cenere. Ma qualcosa si muove, molto poco, però qualcosa si muove, pare. In primis però partiamo da un argomento che comincia a serpeggiare in città. Si parla di un possibile asse del Gubbio con il Sassuolo, società di serie A che punta molto alle valorizzazioni dei giovani. Una chiacchiera che comincia a farsi insistente, perciò la situazione va affrontata subito per il bavero. Una collaborazione tra la società del patron Squinzi e il Gubbio c'è già in linea di massima, in quanto esiste un buon rapporto tra le parti e non è infatti un caso che qualche calciatore ogni tanto viene trasferito in prestito nel sodalizio rossoblù (vedi Fontanesi in questa stagione per intenderci). Al massimo potrebbe profilarsi una collaborazione sul piano tecnico ma non economico. Ovvero qualche calciatore giovane dei neroverdi potrebbe essere parcheggiato a Gubbio per farsi le ossa, e in cambio la società emiliana potrebbe avere la prelazione su qualche calciatore eugubino emergente. Ma siamo nella sfera delle ipotesi. Una ipotesi peraltro remota. Tuttavia non è previsto nessun tipo di accordo come era avvenuto con il Parma (quella sinergia tecnico-economica che fu sottoscritta alcune stagioni fa e poi tramontata). Perciò al momento sono solo voci che si rincorrono e in questo preciso istante non trovano nemmeno elementi di fattibilità. Chiaro che dall'oggi al domani può cambiare tutto, il calcio spesso ci regala tante sorprese. Ma al momento è solo un pour-parler e questo aspetto va chiarito subito. Dare false illusioni o notizie frammentarie non portano mai giovamento, come abbiamo già scritto giorni fa. Proprio per questo motivo ribadiamo la necessità e la consapevolezza che va al più presto ripristinata una comunicazione chiara, cristallina, limpida verso la città, perchè poi si creano ambiguità e malintesi. Di conseguenza è chiaro che il Gubbio è orientato a fare i conti con le spese (fatte in questa stagione, peraltro con scarsi profitti visto la classifica) e vorrà ridimensionarle. Ma per fare questo ci sarà la necessità di sfoltire qualche elemento sotto contratto nella categoria "over". Si tratta di una priorità, ma non sarà una strada così semplice da percorrere. Di conseguenza si parlerà di possibili rinforzi che quest'anno potranno essere focalizzati soprattutto sulla valorizzazione di giovani con la formula del minutaggio (per fare cassa). D'altronde lo spettro di un inserimento delle seconde squadre di serie A in serie C non aiuta. Insomma, le questioni in ballo non sono per niente poche e ancora vanno chiarite. Come è da chiarire il futuro del quadro societario: si è parlato di un possibile allargamento dirigenziale con l'inserimento di un direttore generale (sondaggio per Zoppis, ma per ora è solo un pour-parler) e di un addetto degli arbitri di esperienza. Tutte proposte che però sono ferme sul tavolo, quindi vanno lette e approfondite. L'unica certezza è rappresentata dalla scelta dell'allenatore. Una piena fiducia nel proseguimento per la prossima stagione con Alessandro Sandreani. Ma dovrà essere ammesso al corso di Coverciano (se ne saprà di più nei giorni a venire). Un summit tra le parti in maniera informale già c'è stato e l'orientamento è quello di proseguire insieme.

17 MAGGIO 2018
L'editoriale. Dal "morso del lupo" e ripristinare l'effetto simpatia. Che serva tutto da lezione

Colpiscono le parole di Stefano Giacomelli, capitano del Vicenza, come riporta Tuttoc.com, frasi che sono state rilasciate al Giornale di Vicenza: "Sono convinto che in condizioni normali questa squadra avrebbe lottato per i primi posti. Purtroppo sappiamo tutti come è andata, non abbiamo rispettato le aspettative, con un finale davvero pessimo per i risultati". Frasi che fanno riflettere soprattutto se si guarda la classifica. In condizioni normali il Vicenza non sarebbe mai stato ultimo. Come del resto non lo sarebbe mai stato il Modena se non avesse avuto tutti quei problemi (economici) che poi lo hanno portato alla radiazione dal campionato. Entrambe le squadre avevano in possesso un organico di un certo spessore. In condizioni normali avrebbero lottato per altri traguardi. E se andiamo a fondo, in condizioni normali la classifica sarebbe stata ben diversa. Infatti ci sarebbero stati due playout (poi ridotto ad un solo spareggio che si terrà tra Santarcangelo e Vicenza). In condizioni normali quindi il Gubbio si ritroverebbe nei playout guardando la classifica corrente perchè si posizionebbe di preciso al quint'ultimo posto. Ovvero la stessa posizione alla conclusione del campionato nel 2015, quando finì nei playout e retrocedette nei dilettanti dopo aver perso lo scontro playout contro il Savona. Se poi guardiamo addirittura le penalità in essere la situazione sarebbe stata più drammatica. Senza alcuna penalità la classifica sarebbe così: Santarcangelo a 38 punti (in coabitazione con Fano e Ferrmana), Gubbio a 36 punti, Teramo e Vicenza a 35 punti. Insomma, questa stagione deve servire da lezione. La paura è stata tanta (di non farcela). Quando "si sente il morso del lupo" si deve fare attenzione: per la prossima stagione vanno evitati certi errori. Si parte da un presupposto. Essere umili nel lavoro, non pretendere di sapere tutto ed essere presuntuosi. Ognuno si prenda le proprie responsabilità. Ognuno svolga il suo ruolo senza prevaricare l'altro in maniera più aperta e trasparente possibile. Non creare false illusioni o inopportune aspettative. Comunicazione cristallina, limpida e comprensibile verso tutti (stampa, tifosi e non). Va tanto di moda il vocabolo "vogliamo il bene del Gubbio" o "il Gubbio è della città". Ma non deve restare sulla carta, deve portare i fatti. Deve tornare l'effetto simpatia in una piazza che ha avuto un calo vertiginoso di spettatori in una stagione (pari al 18% rispetto all'anno scorso). Sul piano tecnico va fatta un'analisi globale. C'è un rendiconto da fare. Si dice spesso che nel calcio chi più spende più vince. Ma non è così. Basti pensare che in questa stagione il Gubbio ha speso il 30% in più rispetto all'anno scorso (con Magi) ma non ha dato i frutti sperati dell'anno scorso. Anzi, l'anno scorso si è arrivati ai playoff contro ogni più rosea aspettativa. In questa stagione invece il Gubbio ha rischiato l'osso del collo. Cosa sta a significare. Che è più logico dire quindi chi spende meglio vince. Quando si parla di programmazione si intende anche trovare le giuste pedine in un gioco di squadra. Da ricordare sempre: i risultati non vengono mai a casaccio. C'è da tenere conto anche del mercato di riparazione. Per il Gubbio quest'anno è stato un flop. Mentre le altre si rinforzavano, il Gubbio è stato alla finestra. É arrivata solo una pedina che ha giocato inoltre con il contagocce: solamente una partita da titolare per Daniele Bazzoffia, a Ravenna, da gennaio a giugno. Stesso discorso dicasi di Battaiola (titolare a Padova): ma è arrivato come secondo di Volpe al posto del partente Costa. Riflessioni che vanno prese in considerazione con serietà e che non vanno buttate immediatamente nel cestino.

16 MAGGIO 2018
Cornacchini: "Responsabilità mia, ma serviva pazienza. Peccato Casiraghi e volevo Ragnacci"

A ruota libera e senza mezze misure. Diretto nel suo pensiero. Ha parlato l'ex tecnico dei rossoblù, Giovanni Cornacchini, esonerato dopo cinque giornate nella stagione appena conclusa. Era ospite nella trasmissione «C Piace» di San Marino Tv (Rtv Sm) lunedì sera, condotta da Palmiro Faetanini. L'allenatore fanese ha parlato della sua esperienza non fortunata a Gubbio. Ha iniziato così: "Intanto voglio ringraziare lo stesso la società che mi ha dato l'opportunità di allenare. In particolare parlo del presidente (Notari ndr) che ha fatto tanto e meritava una salvezza anticipata. Non arrivare all'ultima giornata per salvarsi. Qualche errore da parte mia chiaramente c'è stato. Ma soprattutto sulle scelte". Ovvero? "Mi dispiace anche dirlo. Parlo di un calciatore che io ho voluto assolutamente: mi riferisco al Casiraghi della situazione. L'ho allenato ad Ancona e quindi è un buon calciatore. Mi sono reso conto che nel momento in cui tu lo vuoi e invece questo ti fa soffrire un po' (viene o non viene), in certi casi devi mollare alla fine. In questo caso qualche scelta l'ho sbagliata. Questa è una di quelle. A livello fisico c'è stato qualche infortunio di troppo. Quando fai delle scelte sbagliate e fai degli sbagli così importanti poi ne paghi le conseguenze. Come quella che ho pagato io, sono riuscito ad allenare solo cinque partite in campionato". Ma crede che il precedente campionato con Magi alla guida, quel Gubbio che è arrivato ai playoff, cioè una delle più belle sorprese della passata stagione, abbia in qualche modo influito creando delle aspettative grandi nella piazza e nella società? A questa domanda articolata, Cornacchini ha risposto così: "Ma quel Gubbio di Magi ha fatto molto bene. Probabilmente quest'anno la squadra ha fatto meno in base alle qualità che poteva avere. Però sono successe tante cose. Quando si fanno delle scelte con calciatori che avevano giocato poco l'anno prima. Pensavo e ritenevo che era solo questione di tempo. C'erano giocatori importanti come Marchi che erano partiti con delle difficoltà. Marchi per questa categoria è un lusso, di sicuro uno degli attaccanti più forti che ci sono nella categoria. Se il Gubbio si è salvato deve molto a lui. Però all'inizio ha fatto fatica perchè l'anno prima aveva giocato molto poco (alla Reggiana ndr). Ad esempio Pedrelli l'ho voluto io: la stessa cosa, aveva giocato molto poco. Insomma ci sono stati dei calciatori che per un motivo o per un altro hanno avuto delle difficoltà. Sapevo di tutto questo e avevo già accennato la cosa". Quindi l'errore è stato quello di scegliere troppi «suoi» calciatori? "Ma io ho scelto solo due o tre calciatori. La realtà è che ho voluto Marchi perchè è di categoria superiore. Poi Pedrelli idem, ma ha avuto problemi fisici. Ho portato Cazzola perchè è un calciatore importante. Ma altri calciatori già c'erano. Non ne ho portati tanti. Ma non rifarei alcune scelte. Non sono riuscito infatti a portare tutti i miei collaboratori, tranne Tasso (Renzo, il vice ndr). Mentre volevo portare Ragnacci (preparatore atletico ndr) ma non ci sono riuscito. Ma la responsabilità è la mia e ho pagato". Chiude così Cornacchini: "Ribadisco, posso solo parlare bene del Gubbio società: disponibile e solida. Ma è una società che non ha avuto pazienza. Ne ho sentite tante sui moduli. A me piace una squadra che faccia più moduli e cambi in corsa: un pensiero che ho da tanti anni. É una mia idea di calcio. E con me Casiraghi ad Ancona faceva tutto: calciatore duttile e umile. Però me lo sono ritrovato diverso. Ora la mia idea di calcio resterà sempre, mentre certe scelte non le farò più".

13 MAGGIO 2018
In attesa di lumi... la situazione in toto dei calciatori: 11 sotto contratto; 13 sono in scadenza

Gubbio, quali scenari futuri. Ancora non c'è nulla di certo. Ma di certo a giugno scadranno dei contratti mentre in essere ci sono diversi legami contrattuali che si protrarranno per il prossimo anno. Facciamo un quadro completo come è la situazione attuale del Gubbio alla fine della competizione sportiva di questa stagione. Per il prossimo anno sono legati ancora 11 calciatori, pari al 47% della rosa totale attuale. In lizza troviamo in pratica Lo Porto, Piccinni, Dierna, Paolelli, Pedrelli, Paramatti (che rientra dal prestito con il Piacenza), Bergamini, De Silvestro (che ritorna dal prestito invece con il Siracusa), Fontanesi (che è di proprietà del Sassuolo, però esiste un opzione per un rapporto prolungato per il prossimo anno), Marchi e Casiraghi. Sono invece 13 i calciatori in scadenza a fine giugno: nell'ordine elenchiamo Volpe, Kalombo, Burzigotti, Ciccone (è a fine prestito con la Cremonese), Giacomarro, Malaccari, Battaiola (fine prestito sempre con la Cremonese), quindi Cazzola, Valagussa, Sampietro, Bazzoffia, Libertazzi e Jallow (che ritorna all'Ascoli). Da valutare invece le sorti del baby Ricci che si è ben comportato in questa stagione e per questo motivo potrebbe essere ceduto ad una società di categoria superiore: un'ipotesi plausibile ma per il momento è tutto da decifrare. Inoltre c'è un ulteriore eventualità: il ritorno in rossoblù di Conti e Fumanti (ora in prestito al Fabriano Cerreto), Schiaroli (in prestito al Montevarchi) e potrebbe essere integrato in prima squadra l'attaccante Tavernelli (aveva fatto già alcuni spezzoni in partita l'anno scorso con l'era Magi). Situazione non da scartare visto che con ogni probabilità sarà confermato alla guida del Gubbio l'allenatore Alessandro Sandreani e i calciatori appena elencati sono stati già allenati dall'allenatore di Cantiano. Ovviamente entriamo nel mondo delle ipotesi. Ma ecco la tabella completa della situazione attuale del Gubbio. Ma per quanto riguarda i calciatori in scadenza la situazione è questa. Tra i papabili che potrebbero avere una chance di rinnovo ci sono Malaccari (pure il calciatore gradirebbe di restare) e Valagussa. Per il resto è difficile che rimangano Volpe (c'era stato un interessamento del Carpi) e Kalombo (quest'ultimo è seguito con insistenza dal Trapani). Sugli altri nomi è tutto da vedere o da decifrare. Per il momento infatti è tutto top secret. D'altronde prima deve arrivare l'ufficialità di chi sarà l'allenatore del Gubbio della prossima stagione. Per adesso solo un pour-parler sulla conferma di Alex Sandreani alla guida dei rossoblù. Ma al momento sembra la pista di certo più percorribile, salvo cambiamenti di pensiero. In attesa di lumi, questa è la situazione. Breve news dalle giovanili. La Berretti di Bove, dopo il successo di 5-2 sulla Fermana, ha fatto un balzo verso una possibile qualificazione: è salita a quota 8 punti in classifica nel girone 3, che comprende oltre alla già citata Fermana, Livorno, Pisa e Siena. In caso di arrivo a pari punti si tiene conto della differenza reti, del maggior numero di reti segnate, del maggior numero di reti segnate in trasferta ed eventualmente del sorteggio. Cioè accedono ai quarti la prima classificata e le due migliori seconde dei sei raggruppamenti. Soddisfazioni sono arrivate anche dalla squadra under 15 di Passeri, che al "Cambiotti" ha impattato 2-2 contro la Viterbese qualificandosi così adesso al turno successivo. Per i rossoblù, il prossimo ostacolo che ci sarà di fronte è il Bisceglie.

11 MAGGIO 2018
Classifica (variata) dopo la fine del campionato e l'incognita delle seconde squadre in C

In Italia non c'è mai una logica. Tutto è possibile. Pure l'incontrario di tutto. Il campionato è finito, ma cambia la classifica. Ma più che altro cambia lo scenario. La Corte Federale d'Appello infatti (a cinque giorni dalla fine del campionato) ha accolto il ricorso della Procura Federale e ha inflitto due punti di penalizzazione al Santarcangelo. In pratica è stato ribaltato il giudizio di primo grado che era avvenuto appena una settimana fa. Che stravolge la partita playout. Infatti il Santarcangelo (per via di questa penalizzazione) scivola a quota 35 punti in classifica in coabitazione con il Teramo. Cosa significa. In base alla classifica avulsa si salva il Teramo: negli scontri diretti in campionato sono venuti fuori due pareggi, perciò hanno avuto ragione gli abruzzesi per la migliore differenza reti. Ora il Santarcangelo dovrà giocare i playout (al posto del Teramo) contro il Vicenza in programma il 19 e il 26 maggio. Un torneo strano questo di serie C. Colpi di scena che non mancano di certo. Ma soprattutto che non mancheranno prossimamente. Ci sono importanti novità. In serie C saranno previste per la prima volta le seconde squadre. Cosa significa? Società importanti di serie A potranno schierare delle seconde squadre che verranno inserite nella terza serie italiana. L'organico delle 60 squadre rimarrà intatto in tutta la serie C e quindi potrebbe cambiare il regolamento dei ripescaggi. Cioè nella graduatoria ci sarà spazio anche per le seconde squadre della massima serie. Ovviamente c'è chi pone dei seri punti interrogativi. Soprattutto si tocca un nodo centrale che caratterizza spesso le squadre che giocano in serie C. Ovvero tante società minori lavorano molto sulle valorizzazioni di calciatori di serie A, ovvero in molti vivono sulle valorizzazioni e i prestiti. Pertanto sul minutaggio si dovrà lavorare molto di più in ogni settore giovanile locale. Il provvedimento è stato presentato in giornata proprio dal commissario della Figc, Roberto Fabbricini, che riporta quanto segue. Intanto parla il difensore dei rossoblù Leonardo Fontanesi tramite Zonacalcio.net: "Contro il Bassano abbiamo ottenuto una vittoria fondamentale per la salvezza. É risultata decisiva per staccare la concorrenza. L'arrivo di Sandreani è stato molto importante perchè il tecnico ha modificato il nostro impianto difensivo schierandoci a tre, sistema più congeniale alle mie caratteristiche. A Gubbio ho trovato una società molto seria, con una dirigenza competente, mi sono confrontato con una piazza esigente ma ti lascia sereno e tranquillo. Per il futuro? Parlerò con il Sassuolo e decideremo, ma a Gubbio sono stato davvero bene".

10 MAGGIO 2018
Tante neopromosse dalla D con un passato storico: da Rimini e Pesaro, poi tante sorprese

Il campionato che verrà. Almeno quello che potrebbe profilarsi sulla carta. Se verrà adottato lo stesso orientamento delle ultime stagioni quando vengono stipulati i gironi della serie C. In quanto negli ultimi tornei il Gubbio ha avuto a che fare con la parte nord-centrale posizionata geograficamente ad est d'Italia. Quindi un'area che comprende Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Marche e una sola squadra abruzzese. Veniamo al dunque quindi. Il girone D di serie D è stato vinto dal Rimini (con 80 punti) davanti all'Imolese (71) e Forlì (65). Si ricordano tante sfide accese contro i riminesi, tra cui uno spareggio molto caldo nel 2003: romagnoli (allenati allora da Acori) che si aggiudicarono la finale (di andata e ritorno) ai playoff per accedere alla serie C1, in un campionato in cui fu vinto dalla Fiorentina. Da quell'anno manca una sfida con il Rimini. Ma c'è un'altra sorpresa che arriva dal girone F: all'ultimo tuffo si è aggiudicato il trofeo la Vis Pesaro che ha vinto la gara con il Castefidardo e ha scavalcato all'ultima giornata il Matelica che è stato sconfitto in trasferta ad Avezzano. Vis Pesaro che ha chiuso il campionato a 73 punti davanti al Matelica che così si è fermato a 71 punti. La sfida contro la Vis Pesaro è sicuramente più datata, tra cui la più famosa in uno spareggio a tre a Senigallia (nel 1986). Quella Vis Pesaro (allenata da Nicoletti) riuscì a salire in serie C2 perchè ebbe la meglio sia del Gubbio (allora allenato da Roscini), sia del Riccione (che era allenato da Zaccheroni). Nella formazione pesarese all'epoca giocava Mauro Sandreani, padre di Alessandro, attuale tecnico dei rossoblù. Dal Veneto invece si registra la sorpresa Virtus Verona (nome intero è Virtusvecomp Verona) che si è aggiudicata il girone C a quota 73 punti, davanti al Campodarsego (68 punti). É la terza squadra di Verona, dopo l'Hellas e il Chievo: così adesso gli scaligeri possiedono tre squadre professionistiche. Pensare che nel 2000 si trovava nella Promozione veneta. E nel girone B invece ha vinto la Pro Patria (79 punti), staccata di un solo punto dal Rezzato (78 punti): poi bisognerà vedere però se la squadra lombarda potrebbe essere inserita nel girone B oppure nel girone A. Gli altri gironi sono stati vinti dal Gozzano (A; squadra nel novarese), dall'Albissola (E), Rieti (G) e poi Potenza (H). Mentre nel girone I sarà spareggio tra Vibonese e Troina (squadra siciliana): si gioca il 13 maggio al Granillo di Reggio Calabria. Insomma per il prossimo anno soprattutto in Marche ci saranno diversi derby: tra Fano e Vis Pesaro il più sentito, ma anche belle sfide con Samb e Fermana. E in aggiunta pure il Rimini che abbiamo già citato. Tutte squadre del litorale adriatico tra l'altro che non sono così tanto lontane da Gubbio. Possono tornare perciò alcune sfide (in passato) che hanno fatto storia.

09 MAGGIO 2018
Statistica: mai così pochi punti in terza serie. Media: il record spetta a Torrente, segue Magi

Tempo di numeri. Ad ogni campionato concluso si fa un bilancio. La matematica d'altronde delinea in maniera perfetta l'andamento di una stagione. E il nostro approfondimento lo facciamo a 360 gradi. E il rendiconto che analizziamo riguarda la terza serie. In questa stagione il Gubbio ha chiuso il torneo al sedicesimo posto totalizzando 36 punti. É il minimo storico. Mentre il maggior numero di punti lo ha ottenuto il Gubbio allenato da Vincenzo Torrente nella stagione 2010-2011 che aveva chiuso addirittura a quota 66 punti (anche se in classifica vengono segnati 65 punti perchè fu inflitto in quella annata un punto di penalizzazione). Segue a livello di punti la stagione passata (2016-2017) con il Gubbio guidato da Giuseppe Magi: 58 punti conquistati in tutto. A scalare le stagioni con il duo Bucchi-Roselli e con Sottil: 40 punti alla chiusura delle ostilità. E chiude la stagione con Acori (e all'ultima giornata Bonura) con 39 punti racimolati (ma ci furono i playout e la retrocessione in serie D). Come media punti invece la peggiore è proprio questa citata del 2014-2015: erano state giocate 38 partite (media di 1,13 punti a partita). Penultima (purtroppo) per risultato la stagione appena conclusa: su 30 partite giocate una media di 1,20 punti a partita. Terzultima la stagione 2013-2014: 32 partite giocate (media di 1,25 punti a partita). Leggermente meglio la stagione 2012-2013 con Sottil: in 30 partite giocate una media di 1,33 punti a partita. La scorsa annata con alla guida Magi furono giocate 38 partite (media di 1,52 a partita). Lo scettro del primato spetta ancora alla stagione della promozione in serie B (2010-2011): in 34 partite una media di 1,91 punti a partita (addirittura). Curiosa anche la statistica delle vittorie e dei gol (fatti e subiti). Il record ovvio è sempre di Torrente: 20 vittorie, pari al 59% del totale. Segue poi la squadra di Magi l'anno scorso: 17 vittorie, pari al 45% del globale. Il record assoluto negativo di vittorie (purtroppo) riguarda ancora la stagione appena conclusa: solo 8 vittorie (su 30 partite), pari solo al 26% del totale delle partite. Una percentuale che curiosamente va di pari passo con la stagione della retrocessione: con Acori solo 10 vittorie (su 38 partite disputate), pari appunto solo al 26% del totale. In questa stagione travagliata tuttavia c'è una nota positiva: Marchi ha realizzato 13 reti in rossoblù. In queste annate solamente l'argentino Gomez Taleb aveva fatto meglio: 18 gol segnati. Poi si ricordano Daniele Ferretti (nella passata stagione), Andrej Galabinov (2012-2013) e Massimo Loviso (2014-2015) con 12 reti siglate da ciascuno. Per quanto riguarda i gol realizzati inoltre la statistica dice: la migliore la squadra di Torrente con 48 gol fatti; la peggiore invece la formazione di Sottil con appena 32 reti segnate. A livello di gol subiti la migliore è sempre quella di Torrente (appena 31 reti subite); invece la peggiore performance riguarda l'anno della retrocessione (2014-2015) con ben 51 reti incassate. Ecco la tabella grafica completa. Questi numeri sono fondamentali e devono fare riflettere. Confermano una stagione tutt'altro che soddisfacente. Se non ci fosse stata l'epurazione del Modena (radiato a torneo in corso) e se non ci fosse stato il problema perpetuo economico che ha investito la società del Vicenza (scivolato nel girone di ritorno fino all'ultimo posto), le disavventure di classifica per il Gubbio si potevano fare molto più serie (e forse irrecuperabili). Numeri da non sottovalutare.

08 MAGGIO 2018
Missione compiuta: le partite della svolta. Ma ora programmare il futuro evitando certi errori

Missione compiuta. In versione inglese "mission accomplished". Una citazione nata come una frase militare che viene pronunciata al completamento di una missione. In particolare questa enunciazione venne alla ribalta nel maggio 2003 quando il presidente americano George W. Bush annunciava (sulla portaerei Uss Abraham Lincoln) la fine delle operazioni militari in Iraq. Missione compiuta per il Gubbio che ad otto giornate dalla fine aveva l'obiettivo di salvare il salvabile e fu chiamato il terzo allenatore stagionale Alessandro Sandreani. A parecchi sembrava una pazzia. Lo ha detto chiaramente lo stesso Sandreani in queste ultime ore (in tv su Trg Network): "Sì, lo ammetto che sono stato veramente un matto ad accettare la panchina del Gubbio in una situazione come quella. Avevo solo da perderci. E nove persone su dieci mi hanno sconsigliato di fare questa scelta. Ma credo che sia stato un matto pure il presidente Notari: ha fatto una scelta coraggiosa perchè provenivo dalla Berretti e non avevo tutta questa esperienza". Ma l'esperienza nell'ambiente eugubino ce l'aveva, eccome. Alla fine della stagione la salvezza è arrivata. Per Sandreani è sicuramente una vittoria. Chiamato nel momento in cui nessuno se lo aspettava. In pochi ci credevano. Aveva fatto tante battaglie in campo con la maglia dei rossoblù. In panchina è diverso, è più difficile e più complicato. Alla prima esperienza tra l'altro tra i professionisti. In sostituzione di allenatori più navigati come Pagliari e Cornacchini. Ma l'obiettivo è stato raggiunto. Alla fine è questo che conta. La svolta di questa salvezza? Crediamo che sia avvenuta in due tappe di rilevante importanza. La vittoria di Fano e la vittoria di Bassano. Alla chiusura dei conti questi sei punti hanno pesato come macigni. Due vittorie che in quel momento sembravano insperate. In primis perchè il Fano proveniva da un'importante serie positiva di risultati e il Gubbio si impose con merito per 1-0 con la rete di Kalombo in avvio. La seconda a Bassano ha avuto poi un sapore diverso perchè la vittoria è arrivata alla fine (sempre 1-0) con una punizione magica di Bergamini dal limite. Gol decisivi, punti cruciali per la salvezza. Infatti per un solo punto il Gubbio si è salvato. Questo si dice per dimostrare che è stato un campionato arzigogolato. Soddisfatti per la salvezza, ma occhi aperti. Per questo motivo va programmato il futuro adesso con la testa sulle spalle. Questa stagione deve servire da lezione. Altrimenti nel giro di un anno saremo punto e a capo. Perciò servirà programmare la prossima stagione con lucidità e scrupolosità. Servirà abilità, capacità, competenza e preparazione. Basta pressappochismo e individualismo nel settore. In un torneo professionistico non è permesso. Serve qualità nelle scelte a livello gestionale. Servirà puntellare la rosa non pensando solo ai calciatori visti come numeri, ma serviranno elementi che diano qualche alternativa di gioco. Occorrerà anche riportare l'entusiasmo in una piazza ormai sopito. Perciò va aperto un ciclo nuovo per ravvivare il fuoco sopito. Ovviamente la medicina o la cura la dovranno trovare i dottori del settore. Non è nostro compito. Non ci compete. E non abbiamo nemmeno la presunzione di metterci bocca. Nel rispetto dei ruoli e delle competenze. Una regola che dovrebbe valere sempre. Ma qualche volta non è così (ahinoi).

07 MAGGIO 2018
Focus. Quel dare per scontato sempre tutto quanto (sbagliando). Le foto di Padova-Gubbio

Citazione: "La maggior parte degli esseri umani ha una capacità infinita di dare per scontate le cose". Non è una frase qualunque. Ma è stata detta da Aldous Leonard Huxley, famoso scrittore britannico dei primi anni novanta. Che si accompagna ad un'altra citazione famosa: "In ogni cosa è salutare, di tanto in tanto, mettere un punto interrogativo a ciò che a lungo si era dato per scontato". Frase detta da Bertrand Arthur William Russell, famoso filosofo e matematico gallese. Esternazioni profonde che calzano a pennello per il tema che andremo ad affrontare. Due anni fa era stato dato per scontato che il Gubbio vincesse il campionato di serie D. Invece non è mai semplice raggiungere certi traguardi nel calcio. Serve lavoro sul campo, abnegazione, competenza di tutte le componenti. Così è stato e infatti ne abbiamo preso atto: noi avevamo elogiato tutti quanti (dirigenza, staff tecnico e calciatori compresi) perchè era giusto farlo. L'anno scorso si è dato per scontato che il Gubbio raggiungesse i playoff e qualcuno dice che si doveva fare di più. Ma non è stato così facile da matricola raggiungere un sesto posto onorevole contro squadroni che avevano speso soldoni (e non chiacchiere): avevamo scritto che era avvenuto un autentico miracolo raggiungere quell'obiettivo nei playoff. Invece tutto ciò è passato (per alcuni, non per tutti) sotto traccia. Si è minimizzato il lavoro egregio che era stato fatto da tutte le componenti (nessuno escluso) alla prima stagione da professionisti, dopo un anno di sofferenza nei dilettanti. Due anni importanti ai quali non si è dato il giusto risalto o il giusto peso. E così è arrivata la smusata. Veniamo al dunque. Ci ha molto colpito un articolo apparso sulla Gazzetta dello Sport di lunedì. Si parla della partita Sudtirol-Mestre e c'è questo titolo ben visibile: "Sudtirol la piazza d'onore che chiude da seconda. Anche il Mestre entra nella storia". Guardiamo la classifica, quindi. Il Mestre entra nella storia da matricola e viene elogiato per il decimo posto acquisito per la conquista pure dei playoff. Il Gubbio l'anno scorso giunse sesto da matricola e fu criticato. Qualcosa allora non torna. C'è incoerenza. Qualcuno ci diceva la scorsa estate: "Vedrai che prenderanno una smusata". Prima della stagione si parlava che si sarebbe migliorato il sesto posto, si è parlato a destra e a manca. Senza capire invece che nel calcio niente è scontato. Inoltre nel calcio non ha mai portato dei frutti quella presunzione di sentirsi il più bravo o più bello degli altri. Quella presunzione che si era vista nell'anno della serie B. Ripetendo gli stessi errori tra l'altro. Furono cambiati quattro allenatori in stagione (in successione Pecchia, Simoni, Alessandrini e Apolloni). Quest'anno la situazione è cambiata davvero di poco (prima Cornacchini, poi Pagliari ed ora Sandreani). Per fortuna che questa volta l'esito finale è stato positivo (anche se parliamo di una categoria inferiore). La salvezza matematica è arrivata, ma è stata piuttosto sofferta. Inutile girarci intorno. Anche per coerenza. Si elogia quando è giusto elogiare. Mentre adesso è paradossale mettere la testa sotto la sabbia e non dire: quest'anno alla fine è andata di lusso. Tutto ciò è lapalissiano. Questa salvezza alla fine è come avere vinto un campionato. Avere mantenuto la categoria è stato un miracolo. Serve quell'umiltà essenziale per ammetterlo. Servirà per non cadere negli stessi errori in futuro. Intanto ecco le foto di Padova-Gubbio. Con la collaborazione di Massimo Candotti del Padova.

06 MAGGIO 2018
Sandreani a cuore aperto dopo la salvezza: "Non era nè scontata nè facile. E per il futuro..."

Il Gubbio tira un sospiro di sollievo. All'ultimo secondo. Nel senso letterale della parola. Rossoblù che hanno dovuto attendere anche dopo il triplice fischio finale di Padova, ovvero dopo il quarto minuto di recupero, per capire se la matematica certezza della salvezza era avvenuta o meno. Ebbene si. Sul campo infatti il Gubbio è uscito sconfitto da Padova con rete di Capello, dopo un primo tempo in balia dell'avversaria mentre nella ripresa c'è stato un accenno di ripresa (scusate il gioco di parole), ma con un'avanzata sterile. Per fortuna che un buon risultato è arrivato, ma da Teramo: infatti gli abruzzesi non sono andati oltre il 3-3 contro la Reggiana e sono rimasti indietro in classifica di un punto. Sì, avete capito bene. Di un solo punto. Così il Teramo dovrà fare i playout contro il Vicenza. Così il Gubbio si salva per il rotto della cuffia. Alessandro Sandreani, il tecnico rossoblù, dopo il match, analizza ad ampio raggio questa sudata salvezza. E parla con il cuore aperto: "Una salvezza importante. Dicasi importante perchè non era così scontata e non è stato per niente facile. Quando sono subentrato a sei giornate dal termine ho notato che esistevano dei meccanismi di paura condita da una mancanza di personalità. Perciò evitare la retrocessione non era così scontato come può sembrare dal di fuori. La forbice di rischio era molto alta. La squadra ha dei limiti, si sono visti, però posso dire che i ragazzi questa salvezza se la sono meritata tutta. In queste sei giornate da parte mia ho solo accompagnato questi ragazzi per raggiungere il nostro obiettivo che era la salvezza". Una dedica? "Una salvezza che in primis la dedico al presidente (Notari ndr), alla città e a tutti coloro che vogliono bene al Gubbio". Mentre sulla partita dice: "Sono molto arrabbiato per la sconfitta. Primo tempo male, abbiamo preso lo schiaffo e lo abbiamo sentito. Nella ripresa meglio, abbiamo creato ma non abbiamo segnato. Alla fine ci ha salvato la fortuna. La fortuna aiuta sempre gli audaci". E il futuro? "Se dipendesse da me...". Poi prosegue dicendo: "Dipende dal presidente, dalla società. Se mi vogliono io sono qua. Posso solo dire che mi piace portare qualche idea che ho in mente per costruire la base su cui si può ripartire". Il messaggio è stato lanciato. Il sasso è stato gettato nello stagno. Un sasso gettato nello stagno poi suscita onde concentriche. Bisogna vedere adesso se queste onde concentriche saranno captate o recepite dalla società, o saranno prese altre strade. Di sicuro c'è da programmare una nuova stagione. Dopo il pericolo scampato (per un soffio), vanno evidenziati gli errori di una stagione (da dimenticare), per evitare di ripetere una annata piena di sofferenze come questa.

06 MAGGIO 2018
Padova, piegato il Gubbio (1-0). Decide Capello. Nonostante la sconfitta, il Gubbio è salvo

Padova contro Gubbio. La tattica. Battaiola in porta. Difesa a tre con Fontanesi, Burzigotti e Piccinni. Un centrocampo a cinque sull'asse Kalombo, Valagussa, Bergamini, Malaccari e Pedrelli. E davanti Casiraghi a giostrare tra le linee a supporto del centravanti Marchi. La cronaca. Al 4' primo tiro in porta di Marchi che ci prova con una conclusione radente dal limite, para a terra Bindi. Al 7' Pulzetti serve in area Candido che penetra in maniera pericolosa verso la porta, ma Burzigotti salva tutto in extremis. Al 10' si gira bene al limite Capello e calcia radente in porta: tiro telefonato ed è facile preda di Battaiola. Al 18' un corner calciato direttamente in porta da Candido, un tiro a girare di sinistro che passa di poco sopra all'incrocio. Al 21' pericolo: Pinzi serve al limite Capello che fa sponda per Candido che calcia al volo di destro: tiro potente fulmineo ma c'è la pronta risposta di Battaiola che in tuffo riesce a deviare la sfera. Al 24' cross da sinistra di Contessa, Capello incorna a rete in avvitamento, palla che termina a lato di poco. A forza di insistere passa in vantaggio il Padova con un'azione da manuale (26'): innesca tutto Capello con un colpo di tacco per servire Contessa che corre sulla fascia sinistra e serve sulla trequarti Candido; passaggio di scambio volante verso Capello che entra in area indisturbato e di piatto destro insacca la sfera radente sul secondo palo in diagonale. É un monologo biancorosso. Infatti al 29' Candido si beve tre avversari sulla trequarti e prova il pallonetto di destro dal limite: palla che sibila di un niente sopra il montante. Ripresa. Al 12' azione in contropiede di Pulzetti che da centrocampo si invola verso l'area e smarca il giovane Piovanello, ma da posizione molto favorevole calcia alto. Al 13' azione importante per il Gubbio: Kalombo serve al limite Bergamini che fa partire un tiro potente di destro che si stampa sulla base del palo, a portiere ormai battuto. Al 24' tiro potente dai trenta metri di Pinzi, vola Battaiola e in tuffo devia la palla con la punta della dita. Al 28' annullato un gol di Jallow su assist di Burzigotti, ma l'arbitro decreta il fuorigioco. Al 41' c'è Malaccari che cerca la porta con un tiro di destro, si salva in angolo Bindi.
Tabellino: Padova - Gubbio (1-0):
Padova (4-3-2-1): Bindi; Salviato, Cappelletti, Trevisan, Contessa (16' st Zambataro); Serena, Pinzi (26' st Zivkov), Belingheri (26' st Cisco); Pulzetti (16' st Bellemo), Candido (45' pt Piovanello); Capello. A disp.: Merelli, Burigana, Ravanelli, Russo, Fabris, Lanini, Marcandella. All. Bisoli.
Gubbio (3-5-1-1): Battaiola; Fontanesi (33' st Bazzoffia), Burzigotti, Piccinni; Kalombo, Valagussa (10' st Giacomarro), Bergamini (16' st Ciccone), Malaccari, Pedrelli (33' st Lo Porto); Casiraghi (16' st Jallow); Marchi. A disp.: De Vincenzi, Dierna, Paolelli, Sampietro. All. Sandreani.
Arbitro: De Angeli di Abbiategrasso (Cataldo di Bergamo e Martinelli di Seregno).
Rete: 26' pt Capello (P).
Ammoniti: Burzigotti (G). Angoli: 7-3 per il Padova. Recupero: 1' pt; 4' st. Spettatori: 7257.
Risultati: Ultima Giornata - Serie C - Girone B:
Albinoleffe - Vicenza
2-0
60' Ravasio (A), 83' Montella (A)
Fermana - Fano
0-1
41' Lazzari (Fa)
Padova - Gubbio
1-0
26' Capello (P)
Pordenone - Renate
1-1
2' De Agostini (P), 82' De Luca (R)
Santarcangelo - Ravenna
1-1
30' Di Santantonio (S), 71' Maistrello (R)
Sudtirol - Mestre
1-0
5' Candellone (S) rig.
Teramo - Reggiana
3-3
23' Panizzi (R), 52' Amadio (T), 54' Bobb (R), 64' Bacio Terracino (T) rig., 84' Napoli (R), 87' Ilari (T)
Triestina - Sambenedettese
1-1
37' Bracaletti (T) rig., 75' Miceli (S)

04 MAGGIO 2018
L'ultimo atto con mini-ritiro. Out Volpe e Ricci. Sandreani convoca venti calciatori a Padova

Sarà mini-ritiro. Come era già avvenuto prima della trasferta di Bassano. Il Gubbio si gioca tutto. Serve ogni arma. Si mette in gioco anche la scaramanzia. Oltre agli squalificati Volpe e Ricci, il Gubbio deve fare i conti con altri due calciatori fuori causa: sono Cazzola (per infortunio) e Libertazzi (per scelta tecnica). Sintetico il trainer dei rossoblù, Alex Sandreani, dopo la rifinitura del venerdì pomeriggio, in vista dell'ultimo impegno di campionato contro il Padova: "Affrontiamo una squadra forte, che ha vinto il campionato e vorrà fare bella figura chiudendo nel migliore dei modi davanti ai propri tifosi. Servirà perciò tanta personalità. Sappiamo quanto è alta la posta in palio per noi, pertanto la squadra si è allenata con l'intensità massima e le motivazioni sono a mille. Gara importante, perciò ci vorrà una grande prestazione perchè per noi è come uno spareggio. Ma siamo pronti a giocarcela fino all'ultimo minuto". D'altronde è l'ultimo atto. Concentrazione e determinazione per tutti i novanta minuti. C'è da salvare una stagione. Con ciò significa che si devono limitare i danni il meno possibile. La salvezza passa per l'Euganeo. Tutto ciò deve essere bene stampato in testa nei calciatori che scenderanno in campo. Come dicevamo, quindi ci sarà la partenza anticipata a sabato. Probabile la conferma del 3-5-1-1 che è stato adottatto proprio nell'ultima trasferta vincente di Bassano del Grappa. Perciò Battaiola in porta (sarà la prima volta tra i pali). Una difesa a tre con Fontanesi, Burzigotti e Piccinni. Un centrocampo a cinque basato sull'asse Kalombo, Valagussa, Bergamini, Malaccari e Pedrelli. Infine, davanti Casiraghi a giostrare tra le linee a supporto del centravanti Marchi. Venti calciatori convocati dal trainer Sandreani. Portieri: Battaiola e De Vincenzi. Difensori: Burzigotti, Kalombo, Dierna, Fontanesi, Lo Porto, Pedrelli e Piccinni. Seguono i centrocampisti: Bergamini, Casiraghi, Giacomarro, Malaccari, Manari, Sampietro e Valagussa. Infine in attacco: Bazzoffia, Ciccone, Jallow e Marchi. In casa Padova oltre al 4-2-3-1 c'è l'idea di schierare il modulo 4-3-1-2. In tal caso Merelli in porta. Difesa a quattro con Salviato, Ravanelli, Cappelletti e Zambataro. Centrocampo a tre con Fabris, Pinzi (o Bellemo) e Belingheri. Candido (o Pinzi) tra le linee a supporto di Capello e Cianci.

03 MAGGIO 2018
L'ultima giornata: per i patavini sarà festa, per gli eugubini invece sarà vietato sbagliare

A Padova domenica sarà festa. Comincerà già all'Euganeo con alcune premiazioni e al triplice fischio finale la squadra patavina alzerà il trofeo dei campioni della Lega Pro in una cerimonia con tanto di podio in mezzo al campo. Il sodalizio biancoscudato poi si trasferirà in piazza dei Frutti dove verrà allestito addirittura un palco per festeggiare l'approdo in serie B. Musiche, bevande e cibo fino a notte inoltrata. Così viene spiegato dal portale Padovacalcio.it e quindi per la "Bisoli band" sarà un giorno speciale. D'altronde gli euganei hanno vinto il campionato ed ora si apprestano ad assaporare la gioia del lavoro fatto sul campo in questa stagione. La scorsa settimana i biancorossi tra l'altro erano usciti indenni dal Mapei Stadium: Reggiana in vantaggio con Cianci al 35', ma nella ripresa c'è stato un monologo ospite che ha trovato i frutti con il gol di Candido al 26esimo minuto della ripresa. Il trainer Bisoli potrebbe riproporre il modulo 4-2-3-1. In porta Merelli. Difesa a quattro con Salviato, Ravanelli, Cappelletti e Zambataro. Duo di mediani formato da Mandorlini e Bellemo. Linea di trequartisti con Fabris, Capello e Sarno. Di punta Guidone. All'andata ci fu la vittoria del Gubbio al fotofinish con rete al 49esimo minuto del secondo tempo di Burzigotti che aveva leggermente deviato una punizione calciata in area da Bergamini. Quella rimane l'ultima vittoria in casa del Gubbio in questa stagione e stiamo parlando di sabato 16 dicembre 2017. Nell'anno corrente infatti lo stadio Barbetti non ha visto vittorie di marca eugubina. Perciò in casa rossoblù l'umore è di tutt'altro tenore. Una stagione in cui qualcosa è andato di traverso. Si è arrivati così a questo punto, ci si gioca tutto fino all'ultimo respiro. Per l'ultima partita del campionato il trainer Sandreani dovrà fare a meno del portiere Volpe e del playmaker Ricci, entrambi out per squalifica. Probabile la conferma del modulo 3-5-1-1. Possibili interpreti. Battaiola in porta (sarà l'esordio assoluto in maglia rossoblù tra i pali). Una difesa a tre con Fontanesi, Burzigotti e Piccinni. Poi un centrocampo a cinque basato sull'asse Kalombo, Valagussa, Bergamini, Malaccari e Pedrelli. Davanti Casiraghi a giostrare tra le linee a supporto del centravanti Marchi. L'anno scorso a Padova venne fuori un pareggio. Era il 12 febbraio 2017: aveva aperto le danze Altinier alla fine del primo tempo, ma all'ultimo tuffo il Gubbio aveva trovato il pari con un guizzo di Romano. Curiosamente in quella partita il tecnico Magi aveva adottato il 3-5-2, uno schieramento simile a quello adottato oggi da Sandreani da quando allena la prima squadra. Venne fuori un pareggio. Sia di buon auspicio.

02 MAGGIO 2018
Verso Padova: storia di intrecci, quel brutto precedente da sfatare e le sanzioni nel girone B

Padova contro Gubbio. Non è una partita come le altre. Non solo per il fatto che la squadra eugubina domenica si gioca un intero campionato per la salvezza. Ci sono pure dei precedenti, qualcuno che non è nemmeno beneaugurante. Basta tornare indietro nel tempo e digitare la data 12 maggio 2012. Il Gubbio gioca in serie B e a Padova viene sconfitto con un netto 3-0: in rete in successione Schiavi, Cacia e Cutolo. Sulla panchina patavina Dal Canto e su quella rossoblù Apolloni. Diventa la partita della disfatta. Infatti proprio per via di quel risultato, in quel giorno, il Gubbio dice addio alla cadetteria e viene decretata la retrocessione a livello matematico. Curiosamente proprio in quella partita mancava il portiere titolare (Donnarumma) e giocò l'estremo difensore Farabbi. Pure oggi non ci sarà Volpe e al suo posto giocherà Battaiola, all'esordio tra i pali in maglia rossoblù. E non giocò poi quella partita il playmaker Boisfer: pure adesso mancherà il perno di centrocampo Ricci. In campo con il Gubbio si trovavano invece Mario Rui (ora al Napoli) e il capitano Sandreani (oggi invece alla guida proprio dei rossoblù). Si possono vedere le immagini di quel match. Pure in quel campionato il Gubbio vinse in casa con il Padova con il medesimo risultato di questa stagione: 1-0 il 10 dicembre 2011 con rete decisiva di Graffiedi (al 41esimo del primo tempo) e all'andata di quest'anno sempre 1-0 con rete decisiva nei minuti di recupero di Burzigotti. Perciò c'è da sfatare questo tabù all'Euganeo di Padova. Per scacciare via quella sconfitta che brucia ancora e per scacciare via certi brutti ricordi. Ma la partita contro i biancoscudati regala anche una serie di intrecci. Mauro Sandreani (padre dell'attuale tecnico dei rossoblù Alex Sandreani) è stato allenatore dei veneti in un'importante fase del club biancorosso: aveva guidato gli euganei nella stagione 1993-1994, annata in cui ci fu quella straordinaria cavalcata verso la conquista della serie A dopo 32 anni di assenza, con lo spareggio che fu vinto sul neutro di Cremona per 2-1 contro il Cesena. Quel Padova guidato da Sandreani anche in serie A (1994-1995) conquistò il 14esimo posto nella massima serie e si salvò per via di uno spareggio salvezza di Firenze contro il Genoa il 10 giugno 1995: andarono in vantaggio i patavini con Vlaovic, ma ci fu la risposta dei grifoni con il timbro di Skuhravy. I tempi supplementari non cambiarono il risultato, nei calci di rigore fu decisivo l'errore dal dischetto di Galante (per i genoani), mentre dagli undici metri l'olandese Kreek non sbagliò. Mauro Sandreani è stato allenatore del Padova dal 1992 al 1996: tra i suoi calciatori allenati si ricorda anche un giovane Alessandro Del Piero poi finito alla Juventus. E intanto arriva nella giornata di mercoledì la sentenza del Tribunale Federale Nazionale per le violazioni Co.vi.soc. Nel girone B è stato penalizzato il Mestre di due punti: scende da quota 46 a 44 punti in classifica. Mentre il Santarcangelo è stato prosciolto da ogni addebito (nonostante il deferimento) e quindi la classifica dei romagnoli resta invariata. Perciò nessuna penalizzazione per i gialloblù, come invece qualcuno andava dicendo.

01 MAGGIO 2018
Sandreani: "A Padova per un'altra piccola impresa. Io, il primo tifoso del Gubbio e la gente..."

Ospite alla trasmissione "C Piace", in onda su San Marino Tv (Rtv San Marino), il tecnico dei rossoblù Alessandro Sandreani. L'allenatore cantianese ha introdotto così il discorso: "Questo è un torneo così. Adesso dobbiamo prendere un punto a Padova. Immaginavamo di combattere fino all'ultimo minuto dell'ultima giornata. Andremo a Padova per cercare di fare un'altra piccola impresa. Mi aspetto una partita contro la capolista e contro una squadra di qualità. Noi essendo in cattive acque non bisogna lasciare niente al caso. Perciò bisogna prepararla con il coltello tra i denti". Serve un'impresa come a Fano e a Bassano? "Ma non dimentico nemmeno il pareggio con la Triestina e il pareggio ben giocato con il Teramo. Questa è la categoria. La continuità diventa fondamentale. Secondo me l'exploit di Bassano è stato un momento molto importante per la nostra crescita e per la nostra consapevolezza nei mezzi. Ma è chiaro che adesso bisogna essere al massimo concentrati per questa partita che è come una finale". Ma essere profeta in patria è difficile? "Ma è un onore essere profeta. Sono il primo tifoso del Gubbio, a maggior ragione adesso. Questo ruolo di responsabilità è pure stimolante". Primo tifoso del Gubbio: ma è proprio questo il motivo per cui ha accettato di allenare la panchina eugubina a sei turni dal termine in una situazione ormai quasi disperata? "Forse, anche. Ma visto che sono tra gli allenatori più giovani è anche un senso di responsabilità molto grande per me". Ok, però perchè ha detto sì? "É frutto di un pizzico di incoscienza. Sicuramente. Quella non guasta mai. Soprattutto a Gubbio. Poi è scaturita la convinzione di conoscere un po' meglio la rosa che c'era a disposizione. E conoscendola in questi mesi, mi ero reso conto che è un gruppo di ragazzi che hanno dei valori umani importanti. Potrebbe essere, ed uso il condizionale, un'arma importante in questo finale di stagione". Lei (dietro le quinte) ha confidato che «vedere poca gente allo stadio, poche centinaia di spettatori, mi ha ferito e mi ha fatto male». Mentre prima le tribune era piene al Barbetti. Un commento, quindi? "In casa contro il Renate si è toccato il record negativo di presenze (660 spettatori ndr). Ho visto tutto questo in un Barbetti che può sembrare piccolino da fuori, ma è sempre stato caloroso. Forse è stato anche questo uno dei motivi per cui mi sono deciso di accettare questo nuovo incarico. La situazione è molto delicata. Anche perchè sono consapevole della potenzialità del popolo eugubino: sono tifosi che hanno passione e mostrano veemenza nell'appoggiare la squadra". Ma Sandreani non si ferma a parlare solo del Gubbio. Parla anche delle altre. Dice: "La sorpresa è il Sudtirol: ha dimostrato fisicità, organizzazione di gioco e denota inoltre una certa diversità rispetto a tutte le altre squadre. Un'altra squadra che può dare molto fastidio è il Bassano nei playoff perchè va forte". E il rapporto con papà Mauro Sandreani? "Sono l'ultimo arrivato, perciò è normale che chiedo consigli a lui. Soprattutto nei momenti difficili". Un consiglio anche per accettare la panchina del Gubbio? "Beh, lì ho agito di testa mia. Infatti ho la fortuna di avere un padre che mi lascia libero di decidere. In un mondo dove spesso i genitori sono invadenti. Tuttavia ho la fortuna di avere in casa un guru, perciò chiedo consigli". E per poter rivedere tutta la trasmissione basta seguire il link sul sito di San Marino Tv.

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6 gennaio 2012:
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28 gennaio 2012:
Gubbio-Sampdoria 0-0
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